67. Tom

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Stanotte non sono nemmeno andato a letto. Mia madre, di ritorno dalle vacanze con Teo, ha avuto un problema con l'auto, che si è fermata a circa un'ora da casa. Siccome alle sei Becca arrivava all'aeroporto e Teo la stava facendo impazzire, mi ha chiesto di andarla a recuperare, dato che il carro attrezzi non sarebbe arrivato subito. In momenti come questi non può più contare sull'uomo che una volta ha promesso di amarla per tutta la vita, dato che lo stronzo è fuggito dalle sue responsabilità tempo fa. Al pensiero che mia madre stia prendendo in considerazione l'idea di riaccoglierlo in casa, mi viene il voltastomaco.

Così sono dovuto venire via dal Five Stars senza nemmeno avere il tempo di spiegare a Claire come stavano realmente le cose. Ha il telefono spento e non ha risposto a nessuno dei miei messaggi.
Ovviamente, nonostante io non abbia riposato nemmeno per un minuto, non riesco a prendere sonno, e alle otto di mattina sono davanti alla casa di Claire.
«Tom, che ci fai qui? Avevi appuntamento con Claire?» mi domanda suo padre quando esce per andare al lavoro, studiandomi con gli occhi azzurri che la figlia ha ereditato da lui. Dopo aver visto entrambi i genitori, capisco come mai sia nata una bellezza così.
Ho avuto modo di scambiare qualche parola con David e trovo che sia una persona molto simpatica e alla mano. In più viene dalla California, la patria di quasi tutte le band che adoro, che figata!
«Veramente no, però devo parlarle.»
Lui alza le spalle. «Sta dormendo, ma se è una cosa urgente, svegliala pure. Non lasciare che siano le donne a dettare legge.» Mi fa l'occhiolino e sale sulla macchina. Nel suo tono di voce non c'era traccia di arroganza o altro e, chissà perché, mi immagino che nella sua famiglia sia la moglie a comandare e che la cosa a lui non dia neanche troppo fastidio.
Sono indeciso se suonare o meno, poi mi dico che se fossi nella situazione di Claire mi piacerebbe che lei chiarisse subito con me. Chissà cosa deve aver pensato assistendo a quella scena con Jessica.
Sto per bussare, quando la porta si spalanca e mi trovo di fronte Teresa, da cui è evidente che Claire abbia ereditato le curve mozzafiato.

«Tom, che bella sorpresa! Mia figlia è ancora a letto, vai pure a svegliarla, quella dormigliona. Io sono in ritardo per andare al lavoro, altrimenti ti avrei offerto volentieri un caffè» ridacchia e aggiunge: «Claire mi odierà per non averla avvertita, ma proprio non ho tempo.» E se ne va, ancheggiando con grazia.
Faccio un respiro profondo ed entro in casa, chiudendomi la porta alle spalle. Faccio qualche passo e lancio un'occhiata al salotto e alla cucina, tendo l'orecchio, ma non sento nessun rumore che mi comunichi che Claire si sia svegliata.

Arrivo davanti alla sua camera e apro piano la porta, poi rimango un attimo a osservare la ragazza di cui sono innamorato, che dorme della grossa.
Mi concedo un attimo per studiare meglio la sua camera. Non ci sono mai entrato e l'ho sempre vista dal corridoio, quando l'aspettavo mentre recuperava qualcosa prima di uscire.
Ci sono mensole stracolme di libri e fotografie con le sue amiche. Scorgo un poster dei blink-182 e un calendario con dei cuccioli. Sulla scrivania il suo album da disegno è aperto e su una pagina c'è uno schizzo di un viso che mi è fin troppo familiare: si tratta del sottoscritto. Di fianco alla mia brutta faccia ci sono scritti degli orari e delle sigle, voli aerei probabilmente.
Mi volto e rivolgo di nuovo la mia attenzione a Claire. Sul viso ha le tracce del trucco colato e mi si stringe il cuore a pensare che le abbia causato io quelle lacrime. Colpa anche di quella stronza di Jessica, che ha il dono di essere in mezzo alle scatole quando non dovrebbe.
No, non voglio pensare a lei ora.

Mi avvicino lentamente al letto, cercando di non fare rumore, e mi siedo sul materasso, che si muove sotto il mio peso.
«Mamma, lasciami dormire» dice Claire dopo qualche secondo, accortasi dell'intrusione.
Trattengo una risata e non riesco a distogliere gli occhi dalle smorfie che fa, infastidita.
«Dai, ieri sono tornata tardi e non è stata per niente una bella serata.»
Fa frasi lunghe per essere una in dormiveglia. Io, appena sveglio al mattino, è già tanto se pronuncio un sì o un no.
«Lo so, piccola» le sussurro, chinandomi su di lei e baciandole la fronte.

Aspetto che apra gli occhi e registri la mia presenza.
«Che cosa ci fai qui?» chiede, sorpresa e ancora intontita dal sonno.
«Sono venuto a parlarti.»
«Vattene, sono impresentabile.»
Con tutti i pensieri che potrebbe avere, pensa che non mi possa piacere così, appena sveglia? Soprattutto dopo i nostri due giorni al mare. Io la trovo vulnerabile e bella come non mai.
«Mi dispiace che ieri sera tu abbia assistito a quella scena grottesca. Ti assicuro che tra me e Jessica non c'è più niente» comincio e quando lei cerca di ribattere le poso un dito sulle labbra.
«Taci per una volta e stammi a sentire. Tu mi piaci, Claire.» La guardo fisso negli occhi azzurri. Gli stessi occhi che rivedo ogni volta che chiudo i miei. Occhi che mi guardano come altri non mi hanno mai guardato.
«Io non so come dirtelo, perché non l'ho mai detto a nessuna.» Faccio una pausa e sono indeciso se proseguire, ma so che se non glielo dico il cuore mi scoppierà nel petto. «Ti amo.»
Lei rimane muta.
«Potresti almeno ringraziarmi, no?» aggiungo, ironico.

Invece che ridere, scoppia a piangere. Tutto mi sarei aspettato, ma non una reazione del genere.

***

Finalmente Tom ha rivelato i suoi sentimenti a Claire, anche se non ha ottenuto l'effetto sperato!

Grazie a chi continua a seguire la storia, alla prossima.

Maria C Scribacchina

Un bacio tra le noteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora