Un bacio tra le note

71. Tom

Sono seduto davanti al portatile, ho appena chiuso una conversazione via Skype con Claire, che mi ha raccontato entusiasta di quanto si stia divertendo con le sue amiche a Londra. Eppure i suoi occhi nascondono un'ombra che non mi piace per niente. Spero non sia perché è preoccupata per il sottoscritto, dato che le ho rivelato che mio padre è tornato a vivere sotto il mio stesso tetto.
È proprio lui che mi richiama alla realtà, mentre ricordo Claire, stretta nel mio abbraccio, la sera prima che partisse per l'Inghilterra, dopo che avevamo fatto l'amore con un'urgenza che non c'era mai stata tra di noi. Forse entrambi avevamo bisogno di una valvola di sfogo in quel momento, però avrei potuto approfondire di più i sentimenti della mia ragazza. Solo che questa situazione, questo amore, è così nuovo per me e non so come comportarmi in ogni situazione. Confesso che in un angolo della mia mente ho ancora dei dubbi, sul fatto che lei possa voler stare davvero con un disastro come me, uno che fino all'altro ieri diceva di considerare le relazioni serie come un'inutile perdita di tempo; niente che riguarda Claire lo è, né mai lo sarà.
«Ti sei rammollito, figliolo.»

Il commento acido di mio padre giunge nel momento sbagliato e chiudo di scatto il portatile, poi mi alzo in piedi e mi volto, per fronteggiarlo. Sono più grosso di lui e non mi pentirei affatto di spaccargli la faccia.
«Non sono cazzi tuoi di quello che faccio. Solo perché sei tornato qui non hai il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare.»
Lui fa un passo nella mia direzione e mi afferra un polso con forza. «Fino a prova contraria, le bollette le pago io, quindi ho ogni diritto di buttarti fuori da casa mia a calci nel culo.»
Mi chiedo come faccia a essere così stronzo. Non si rende conto del casino in cui ci ha lasciati quando se n'è andato?
«Presto avrò abbastanza soldi da poter comprare anche l'azienda di merda per la quale lavori. Quindi non rompere!»
Lui scoppia a ridere e scuote la testa.
«Sei soltanto un ragazzino montato. Stai perdendo tempo e mentre tu sei a registrare delle canzoncine con la tua band, Guglielmo sta pensando di assumere un altro a tempo pieno al tuo posto. Quando tornerai con i piedi per terra, Tom? Mi ha detto tua madre che ora ti sei trovato una ragazza. Non ci tieni a costruirti una vita con lei, a darle un po' di stabilità? Sai, alle donne piacciono gli uomini decisi.»

«Allora mi chiedo cosa ci faccia mia madre con un coglione come te! Non sei buono nemmeno per scaldarle il letto.»
«Come ti permetti di parlarmi in quel modo? Un'altra parola del genere e ti caccio fuori, intesi?»
I suoi occhi, così dolorosamente simili ai miei, mi fissano con astio e rabbia. Non mi ha mai dato una possibilità, non ha mai creduto in me. Mai.
Mi lascia andare il braccio con uno strattone, poi afferra la mia Strato e la soppesa, con aria pensierosa.

«Lascia stare la mia chitarra, me la sono comprata con i miei soldi, lavorando.»
«Già. Sei buono solo per questo, buttare nel cesso il denaro.» Butta a terra la chitarra, che fa uno spiacevole rumore quando si scontra con il pavimento.
Spingo di lato mio padre e mi chino a prendere lo strumento tra le mani, controllando se ci siano dei danni permanenti, vergognandomi per le lacrime che mi stanno spuntando agli angoli degli occhi. Lui riesce a farmi sentire una completa nullità.

Mi lancia un'occhiata stupita accorgendosi della mia reazione e sembra quasi che sia sul punto di dire qualcosa, poi gira sui tacchi e se ne va. Mi chiudo la porta alle spalle e mi lascio andare, emettendo un urlo di rabbia e frustrazione.
Il pensiero di avere Claire nella mia vita riesce a tranquillizzarmi, insieme alla consapevolezza che un giorno dimostrerò a tutti quanto i Crunchy Melodies valgano.

***

Ciao a tutti! Volevo chiedervi cosa ne pensavate di questi confronti tra Tom e suo padre e se vi sembrano troppo eccessivi.
Grazie a chi continua a seguire la storia, la seconda parte è quasi finita.

Maria C Scribacchina