72. Claire

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Parto tra meno di una settimana e ancora non sono riuscita a dirlo a Tom.
Un po' è stato per colpa del mio viaggio in Inghilterra, dove mi sono divertita con Elisa e Alice e ho collezionato preziosi ricordi da custodire per quando ci sarà un oceano a separarci. Mi sarei sentita a disagio a rinunciare alla piccola vacanza con loro, sarebbe stato come mettere il mio ragazzo davanti a tutto e mi è sembrato impossibile, dato che voglio bene sia a lui che alle mie amiche.
Mentre ero via ho sentito poco Tom, una volta però sono riuscita a chiamarlo con Skype e lui mi è sembrato parecchio pensieroso. Sono certa che c'entri il fatto che suo padre è tornato a vivere sotto il suo stesso tetto. Ci siamo scambiati anche dei messaggi e Tom era indispettito, distante. Avrà discusso con i suoi, so quanto suo padre disapprovi la scelta di portare avanti la band, preferirebbe avere un figlio con i piedi per terra. Per fortuna i miei hanno sempre sostenuto le mie scelte, però proprio per questo trovo difficile scegliere delle parole di conforto per Tom, soprattutto ora che so che rimarrò ancora per poco nella sua vita. Spero che non prenda il mio addio come un tradimento nel momento del bisogno, l'abbandono non è per niente volontario.

Sono atterrata da circa due ore e ho scritto al mio ragazzo che sto bene e che andrò a trovarlo questa sera, dopo cena.
Non lavorerò più al Five Stars, dove ho dato le dimissioni, con molto dispiacere. Mi piaceva l'ambiente e mi ero affezionata soprattutto a Sara. Flavia poi, è un capo fantastico. Chissà se troverò un lavoro che amo così tanto anche in California.
All'inizio ho odiato i miei perché volevano obbligarmi a partire con loro, ma con il senno di poi mi sono resa conto che sarebbe molto difficile per me rimanere qui e mantenermi da sola. In più, ora che i Crunchy Melodies stanno cominciando a suonare seriamente, sarei solo d'impiccio. Tom ha solo vent'anni ed è giusto che viva l'inizio di questa esperienza senza intralci. Mi auguro che lui capisca le mie motivazioni.
Anche mia madre non ha preso benissimo la notizia della partenza, dovendo lasciare qui i suoi genitori e le sue sorelle, ma è così innamorata di mio padre che non potrebbe vivere un solo giorno lontano da lui.

Questa sera ho deciso finalmente di parlare a Tom e dirgli chiaramente che la nostra storia deve finire. Non voglio tenere una relazione a distanza, che non farebbe altro che logorare il nostro rapporto.
Voglio ricordare il nostro amore così com'è adesso, di certo non perfetto, ma stupendo, pieno di risate, soprattutto. Forse, col senno di poi, realizzerò che la nostra era solo una storiella estiva, come mi ha detto mio padre. Eppure non credo, perché sento che questo rapporto mi ha insegnato molto, mi ha fatto capire che bisogna andare oltre i pregiudizi e cercare di comprendere davvero cosa spinge le persone a comportarsi in un determinato modo.
«Ciao Claire!» Trovo Alex seduto nel giardino di fronte a casa Rossetti e rimango perplessa, non mi aspettavo di vederlo qui, ma la sua presenza mi rincuora.
«Com'è andato il viaggio?» domanda, interessato, poi aggiunge: «Il tuo principe azzurro è andato ad accompagnare Becca a una festa e i suoi sono fuori con la piccola peste, quindi faccio la guardia alla casa.» Mi fa l'occhiolino. «Comunque non hai una bellissima cera» osserva, passandosi una mano tra i capelli neri scompigliati.
Il suo sorriso sincero mi tira fuori le parole di bocca, prima ancora che me ne possa accorgere: «Ecco, c'è una cosa che sono venuta a dire a Tom, una cosa che non gli piacerà molto.»
«Ti va di parlarne con me?»

Annuisco e mi siedo sulla panca di legno vicino a lui.
«Sai, mio padre è stato trasferito e dobbiamo traslocare di nuovo. Venerdì prossimo abbiamo il volo per Los Angeles.» Non abbellisco il mio racconto con inutili fronzoli, faccio già fatica a dire quelle poche frasi, prima di scoppiare a piangere.
«Volevo dirlo subito a Tom, ma l'ho saputo la settimana prima che cominciaste a registrare l'album e non volevo distrarlo in nessun modo. Io...»

«Claire, mi dispiace» mormora Alex e mi butto tra le sue braccia, incapace di contenere i singhiozzi. Mi accarezza i capelli per calmarmi, ma io non riesco proprio a smettere di piangere, al pensiero di ciò che la mia partenza mi farà perdere, non solo un ragazzo che adoro, ma anche degli amici stupendi. Soprattutto Alex, con il suo dolce sorriso e le sue battutine inadeguate.

«Quando pensavi di dirmi una cosa del genere?»

La voce di Tom ci fa sobbalzare entrambi.

«Ascoltami...» comincio, rivolta al mio ragazzo, che ha un'espressione furiosa in volto.

«Vi lascio da soli.»

«Sì, vai fuori dai coglioni.» Tom liquida Alex con un gesto della mano, così ci ritroviamo da soli.

Mi alzo dalla panchina e gli vado incontro, cerco di abbracciarlo, ma lui mi respinge. «Da quanto sai che devi partire?»

«Da due settimane. Non sapevo come dirtelo, o meglio, non volevo procurarti inutili distrazioni durante la registrazione del vostro album.»

«Cosa ti fa pensare che la tua partenza sarebbe stata così importante da farmi perdere di vista il gruppo?» ribatte, gelido, dopo un paio di secondi.

«Pensavo che, dopo tutto quello che c'è stato tra di noi, ti dispiacesse che io andassi via.»
«Sì, come no. Soprattutto visto che me l'hai nascosto.»

Avevo immaginato qualsiasi reazione da parte sua, tranne questa. Ok, mi ero aspettata un rifiuto iniziale, ma che bisogno c'è di rivolgermi parole così dure?
«Dal tuo tono capisco che non ti importa niente di me. Non ti importa niente che io parta.»

«Tanto hai già deciso di andartene, mi pare. Quindi non cambierebbe niente.»
«Sediamoci un attimo e lascia che ti spieghi, amore.»
«Non credo ci sia molto da dire, se non che hai deciso di partire senza dirmi niente.»

«La decisione non è dipesa da me!» esclamo, esasperata. Si sta comportando come un bambino.

«Beh, una cosa positiva ci sarà, se te ne vai.» Fa una pausa ad effetto, poi riprende: «Posso tornare a scoparmi una tipa diversa ogni sera, senza preoccuparmi di niente.»
Quella frase è come una vera e propria pugnalata all'altezza del cuore.
«Che cavolo ti prende? Dov'è finito il ragazzo con cui sono stata finora?»

«Forse non è mai esistito. Potrai consolarti non appena sarai in California.»
Le mie lacrime non vogliono saperne di fermarsi, di fronte alla sua cattiveria. «Perché ti comporti così?» Faccio un passo nella sua direzione, ma lui indietreggia.
«Vattene. Tanto prima o poi lo farai, allora è meglio che succeda ora.»

Questo è troppo. «Bene. Mi rendi il compito più facile.» Mi passo il palmo della mano sugli occhi, poi lo guardo e dico con fermezza: «È finita.»
Ignoro il forte "crac" che sento all'altezza del cuore, gli volto le spalle e mi avvio verso la mia Fiesta, furiosa per quel suo comportamento così immaturo. Quando salgo a bordo cerco di non pensare che l'auto è stata proprio uno dei motivi per cui ci siamo avvicinati di più, metto in moto e lascio che le lacrime di dolore e frustrazione mi scorrano sul viso.

***

Cosa ne pensate della reazione di Tom? Esagerata o lecita?

Grazie a chi continua a seguire la storia di Claire e Tom, alla prossima!

Maria C Scribacchina

Un bacio tra le noteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora