7. Tom

6.5K 317 23
                                    

Sbadiglio rumorosamente, poi apro gli occhi.
Mi gira ancora un po' la testa per l'alcool di ieri sera e sento le gambe leggermente indolenzite, non solo per il troppo saltare sul palco.
Prima di tornare a casa me la sono spassata a lungo con Jessica nella mia auto, anche se lei all'inizio ha fatto un po' la difficile, dicendomi che voleva essere portata in un posticino carino. Con tutti i soldi che ha la sua famiglia potrebbe anche pensarci lei, io di certo non navigo nell'oro.
Per non parlare del discorsetto che voleva propinarmi, che dobbiamo mettere in chiaro se le cose tra di noi siano o meno serie.
Credo che mi libererò presto di lei. Gli accordi non erano questi all'inizio. Si trattava solo di un passatempo, una distrazione per entrambi. Di certo, non le ho detto io di affezionarsi. Da parte mia non commetterò più un errore tanto stupido, sono già rimasto scottato abbastanza in passato, grazie.

Allungo il braccio e recupero il mio cellulare dalla scrivania ingombra di cd, spartiti e fogli su cui ho abbozzato dei testi per nuovi pezzi dei Crunchy Melodies. È mezzogiorno.
Subito Jessica scompare del tutto dalla mia mente e ritorno al settimo cielo. Il concerto di ieri sera è andato alla grande.
Digito uno stato su Facebook, poi aggiungo qualche foto che ci hanno scattato degli amici mentre suonavamo all'album Crunchy Melodies Rocks. Riguardare quelle immagini a volte mi sembra surreale. Devo dire che con in mano la mia Strato sono davvero un gran figo, niente da dire. In una foto di Alex sembra che abbia lo sguardo perso nel vuoto, sicuramente stava cercando la cameriera di cui si è invaghito. È incorreggibile! Jack invece sembra il più professionale dei tre, lo diciamo sempre che è lo stacanovista del gruppo.

Mi fiondo sotto la doccia, deciso a togliermi di dosso l'odore del profumo costoso che Jessica si ostina a mettere, nonostante le abbia detto decine di volte che mi dà la nausea. Però per il suo bel culetto e le sue tette ci posso anche passare sopra.
«Tommaso, hai visto il mio lettore mp3?» strilla mia sorella minore, Rebecca, dalla sua stanza, non appena esco dal bagno.
«No, cretina. Poi ti ho già chiesto di piantala di chiamarmi così!»
Detesto il mio nome per intero, mi ricorda mio padre e il fatto che lui non c'è più.
«Uffa, devo finire di preparare la valigia e non lo trovo» insiste lei. Che gran rompicoglioni.
«Prova a vedere se è finito tra i giochi di Teo» le suggerisco, pur di levarmela di torno.
Matteo, il nostro fratello minore, di quattro anni, ha la cattiva abitudine di appropriarsi delle cose degli altri e nasconderle tra i suoi giocattoli. Che simpatico. Un paio di giorni fa avevo perso le nuove corde per la mia chitarra classica e le ho trovate in mezzo ai suoi Lego.

Vado in cucina a mettere qualcosa sotto i denti e trovo mia madre che sta preparando il pranzo.
«Alla buon'ora. Vuoi che ti prepari qualcosa?» mi domanda.
«No, grazie. Mangerò un panino» ribatto, senza avere molta voglia di parlare. Non sono quello che si definisce un gran chiacchierone, appena sveglio.
Prendo del pane pensando a cosa metterci dentro.
«C'è del prosciutto fresco. Matteo e Rebecca vogliono solo la pasta.»
«Ok.»
Mentre mi preparo il panino, rispondo a monosillabi a mia madre che mi chiede come sia andato il concerto e mi ricorda che il giorno seguente dovrò stare a casa a badare a Teo, dato che lei accompagnerà quella palla al piede di mia sorella all'aeroporto. Partirà per stare un mese da una nostra zia in Spagna.
«D'ora in poi dovrai badare di più a tuo fratello, Tom.» Quelle parole mi destano all'improvviso dai miei pensieri.
Non avevo mai dato peso al fatto che, partita mia sorella, non ci sarebbe più stato qualcuno a badare a Matteo. Questo significherà sacrificare del tempo che passo con i ragazzi e proprio non ne ho voglia.
«Mamma, non puoi trovare qualcuno che badi a lui?»
«Non mi sembra il caso e poi non mi viene in mente nessuno in così poco tempo.»
Il mio pensiero va alle ragazze che frequento di solito, ma non credo che qualcuna di loro sia adatta a occuparsi di un bambino di quattro anni. Non che sia una dote che mi interessi quando cerco qualcuna da portare a letto.
«Io ho le prove con il gruppo e il lavoro» insisto, cercando di convincerla.
Lei assume un'espressione seria. «Diciamo che vuoi spassartela coi tuoi amici, visto che i tuoi orari di lavoro raramente coincidono con i miei. Facciamo un patto: trovami una ragazza affidabile, in grado di badare a Matteo tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì, dalle due alle sette, e io la assumerò.»
«Ci sto.»
Ora devo solo capire dove scovare una ragazza così.
Un lampo di genio mi attraversa la mente: la biblioteca! Di solito là si riuniscono secchioni e gente noiosa. Potrei cominciare da lì, dove ho buone possibilità di trovare una ragazza che ama leggere e anche occuparsi di fastidiosi marmocchi.

***

Grazie a chi segue, commenta e vota la storia!

Come al solito l'immagine non è proprio come immagino la camera di Tom, però ho visto quella Strato nera e non potevo non metterla, dato che è la stessa chitarra che ha lui!

Alla prossima!

Maria C Scribacchina

Un bacio tra le noteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora