20. Claire

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Teo si sta divertendo in giardino con i suoi giocattoli, anche se si muore di caldo e si starebbe meglio in casa al fresco. Tra poco lo richiamerò all'ordine e gli farò fare merenda. Sabrina mi ha dato il permesso di portarlo a prendere un gelato alla gelateria sul lato opposto della strada.

Nel giro di due secondi però il gelato è l'ultimo dei miei pensieri. Matteo è caduto, sbattendo una gamba su una pietra appuntita che, giuro, prima non c'era, e si è ferito.
Scoppia immediatamente a piangere, mentre del sangue inizia a uscirgli all'altezza del ginocchio.
Vado nel panico e mi avvicino al bambino, tentando di calmarlo. Lui non la smette di piangere e non vuole che lo tocchi.
«Su, Teo, fammi vedere dove ti sei fatto male, così possiamo metterci una medicina e guarirai.»
Devo aver scelto le parole sbagliate, perché al termine "medicina" lui si mette a piangere ancora più forte.
«Voglio la mamma!» strilla. Se va avanti così presto rimarrà senza voce.
È vero che Sabrina mi ha detto di chiamarla per qualsiasi cosa, ma un taglietto al ginocchio - ora che sono più vicina riesco a vedere che non è niente di grave - non credo sia un'emergenza così grande.

Sperando di non fare una cavolata, chiamo Tom. Magari Teo, vedendo il fratello maggiore, si calmerà.
Intanto sono riuscita a convincere il bambino a farsi accompagnare in bagno per mettere un po' d'acqua sulla ferita, ma non ne vuole sapere di smetterla di urlare e piangere.
Tom non mi risponde al telefono e non so più cosa fare.
Poi mi viene un'idea. Provo con Alex.
«Claire?» risponde con voce incerta.
Mi aspetto di sentire una chitarra di sottofondo o l'eco della vibrazione delle corde che sta svanendo, invece c'è assoluto silenzio.
«Ciao. Teo è caduto e non riesco a tranquillizzarlo. Tom è lì con te?» Mi pesa ammettere di aver fallito nel mio lavoro da babysitter ma non so proprio che fare.
«No, Tom non c'è. Aspettami, arrivo subito.»
Scommetto che quell'irresponsabile se n'è andato a spassarsela con Jessica, altro che prove!
«Adesso lascia che ti metta un po' di disinfettante» mormoro dolcemente al bambino, ora che il taglio è stato ripulito e si è rivelato essere una cosa da nulla.
«No, no! Lasciami stare!» Non ha nessuna intenzione di farsi disinfettare e non si calma.

Una decina di minuti dopo suonano al citofono e vado ad aprire, raccomandando al piccolo di aspettarmi in bagno.
«Tutto bene?» Si tratta di Alex, che mi guarda con gli occhi azzurri incupiti dalla preoccupazione.
«Sì, è solo un taglietto, niente di grave, ma non riesco a farlo smettere di piangere e non vuole che gli disinfetti la ferita. Tom non risponde ancora al telefono.» Poggio stizzita il cellulare su un muretto nel corridoio e mi avvio verso il bagno. Lui mi segue.
Teo pare essersi finalmente stancato di piangere e sta solo singhiozzando. Mi inginocchio in modo che i nostri volti si incontrino e gli rivolgo un sorriso, poi gli prendo una delle manine tra le mie.
«Dov'è il disinfettante?» domanda Alex e io gli porgo la boccetta.
«Ci penso io» mi rassicura sorridendo. Sento il cuore accelerare quando le sue dita sfiorano le mie mentre prende il medicinale e lui mi rivolge un sorriso. Mi sposto per fargli posto, sperando che Teo si lasci medicare.

Nel giro di due minuti il bambino è seduto in cucina in attesa della merenda, tranquillo e con un cerotto sul ginocchio.
«Non so proprio come tu abbia fatto» dico, porgendo ad Alex un bicchiere d'acqua.
«Ho tanti cuginetti piccoli» rivela lui e immaginarmelo in mezzo ai bimbi è una cosa adorabile.
«Grazie, davvero.»
«Claire, andiamo a prendere il gelato?» fa Teo con tono innocente, già dimentico dell'incidente.
Il suo visetto speranzoso mi fa sorridere. «Certo. Devi andare via subito?» chiedo ad Alex.
«No» risponde lui. «Vi accompagno.»
Così ci avviamo tutti e tre verso la gelateria, lo spavento dovuto alla caduta del bambino ormai un brutto ricordo.
«Spero che Sabrina non mi licenzi» confesso.
«Per un piccolo incidente? No, tranquilla. Se vuoi posso sempre dirle che è stata colpa mia» si offre, avvicinandosi.
Scuoto la testa. «Voglio dirle la verità.»
«Claire, io voglio il cono grandissimissimo!» esclama Teo, alleggerendo l'atmosfera.
Io e Alex scoppiamo a ridere e poi ci guardiamo negli occhi per un po'. Lui è il primo a distogliere lo sguardo, imbarazzato. Ha davvero dei bellissimi occhi azzurri, grandi e con un'espressione così sincera, quasi come quella di un bambino.
Insiste per pagare i gelati e lo ringrazio.
«La prossima volta che verrai al Five Stars, offro io.»
Lui liquida la cosa con un gesto, poi dice che deve andare alle prove e ci saluta. Lo guardo allontanarsi, pensando che è la seconda volta in due giorni che mi è vicino in una situazione non piacevole. Non posso crederci che fossi convinta che mi odiasse a morte. Potrei farci l'abitudine a essere salvata da lui.

***

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Alla prossima!

Maria C Scribacchina

Un bacio tra le noteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora