51. Tom

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«Tom, ci pensi tu a dire alla tua amica che l'auto è pronta?» mi domanda Guglielmo, con uno sguardo allusivo.
Mi asciugo la fronte con il lembo della canottiera. Oggi si schiatta di caldo. Guardo soddisfatto la Ford Fiesta che Claire ha deciso di comprare, tirata a lucido e con tutto funzionante alla perfezione, anche per merito del sottoscritto. Provo del compiacimento, al pensiero che lei ne sarà felice.
«Certo, più tardi viene a fare da babysitter a Teo. Le dico di passare domani mattina a ritirarla?»
«Sì, oggi sistemo le ultime scartoffie.»

Saluto Guglielmo e torno a casa, con il finestrino abbassato e le canzoni dei blink-182 a tutto volume. Ultimamente la mia mente pensa troppo e ho bisogno di un po' di tregua. Da una parte c'è mia madre che incontra sempre più spesso mio padre, sembra che i due siano intenzionati a tornare insieme. Il piccolo Teo sembra felice della cosa, anche se non la capisce fino in fondo. Becca dalla Spagna si è detta entusiasta, insomma io sono l'unico che non l'ha presa per niente bene. Conto di andarmene di casa il prima possibile.
Come credi di fare con quei quattro spiccioli che guadagni, che spendi quasi tutti per stare dietro alla tua stupida band? La voce della mia coscienza è identica a quella di mio padre. La ignoro, sento che le cose stanno cambiando in meglio, farò di tutto affinché ciò accada.
Sto per uscire per andare da Jack a provare, Alex dovrebbe arrivare a momenti, ma spero che ritardi un po', perché vorrei chiarire qualcosa con Claire, che è di sopra a far dormire Teo.
Quando l'ho incrociata prima, c'era ancora mia madre e le ho detto solo che domani potrà passare a ritirare l'auto, che è pronta. Mi ha sorriso e ringraziato, poi è arrivato quel terremoto di mio fratello e ha preteso tutte le sue attenzioni.
Ieri sera, a un certo punto, Claire non mi ha più degnato di uno sguardo e non ne capisco il motivo.
Sono in salotto, seduto sul divano, che faccio zapping senza nemmeno guardare le immagini sulla tv.
Claire scende le scale in silenzio e quando me la trovo davanti mi spavento. Non che sia una visione mostruosa, tutt'altro, solo che ero sovrappensiero.
«Ti vedo un po' teso» commenta, sedendosi sul divano di fianco a me.
Non sorride, così le domando, di getto: «Si può sapere che hai?»
Lei alza le spalle. «Niente. Perché?»

«Ieri sera non hai più detto niente, mi hai praticamente ignorato.»

Lei arrossisce, colta sul vivo. «Beh, non sapevo come comportarmi» confessa e mi guarda con un'aria smarrita negli occhi azzurri.
«Non sei l'unica. Senti, forse potresti cominciare dandomi un bacio» le sussurro, sporgendomi verso di lei.
Scoppia a ridere, spiazzandomi.
«Ho detto qualcosa di buffo?» le chiedo, esasperato.
«Il fatto è che...» esita un attimo. «Vorrei capire cosa stiamo facendo io e te.»
Non siamo nemmeno andati a letto insieme e già chiede che intenzioni io abbia. Eppure la sua richiesta non mi irrita come mi sarei aspettato e questo mi dà da pensare.
Lei interpreta il mio silenzio a modo suo. «Sapevo che dovevo starmene zitta. È solo che tu stesso mi hai detto che volevi conoscermi meglio, ma...» si interrompe, in imbarazzo.
Le accarezzo una guancia e la fisso dritto negli occhi. «Conosciamoci meglio. Possiamo uscire insieme, fare quello che ci va. Però credo che sia meglio tenere la cosa per noi, no?»
Non mi va di mettere in piazza la mia frequentazione con Claire, dato che non ho nessuna idea di come andrà avanti la cosa.
«Quindi non vuoi che nessuno venga a sapere di quello che c'è tra di noi?» mi domanda avvicinandosi ancora un po' e sento il suo profumo di sapone, mischiato a quello di uno shampoo fruttato.
Le prendo una ciocca di capelli che è sfuggita alla coda. «Sì.»
«Ok.» Claire annuisce e per suggellare il nostro patto mi dà un bacio.
Non ci metto molto a spingerla sul divano mentre i nostri baci si fanno sempre più profondi. Sto per infilarle la mano sotto la canottiera, dalla cui scollatura il suo seno sembra voler schizzare fuori, ora che è sdraiata sotto di me, quando suonano al citofono.
«Vaffanculo, Alex» sbotto e mi scosto da Claire.
Lei è bordeaux quando si rialza. Si mette prima a sedere sul divano cercando di sembrare indifferente, poi si ravvia i capelli, imbarazzata. Infine si alza in piedi e va in cucina, ancora sconvolta.
E già, sono un tipo che fa quest'effetto alle ragazze.

Apro ad Alex, che però dice che mi aspetterà fuori. Ne approfitto per raggiungere Claire in cucina.

La prendo per i fianchi e la bacio di nuovo, a lungo.

Alex suona ancora una volta. «Che rompi coglioni!» esclamo, provocando uno scoppio di risa da parte di Claire.
«Ci vediamo» le dico.

Lei mi sorride. «Buone prove!» mi augura e davanti al suo sorriso mi viene voglia di mandare a quel paese Alex e portarmela di sopra in camera mia.

Il citofono suona ancora. «Finirà per svegliare Teo, quel pirla di un bassista!» esclamo ed esco.
Claire mi segue alla porta e saluta Alex.
«Hey, che stavate combinando voi due? Pensavo volessi lasciarmi marcire qui fuori, Tom!»
«Non sarebbe stata una cattiva idea» ribatto e lo seguo, con la chitarra in spalla, cercando di darmi una calmata e non pensare all'eccitazione di cui sono preda dopo i baci scambiati con Claire.
Lei rimane sulla soglia e ci saluta con la mano.
«Oggi è proprio carina, eh?» commenta Alex.
Non posso fare a meno di chiedergli: «Ti piace ancora?»

«Sarebbe una ragazza fantastica con cui stare.» La sua affermazione mi fa trattenere il fiato. «Però non siamo compatibili da quel punto di vista, stiamo molto meglio come amici.»
Ci manca poco che non sospiri di sollievo. Carico la chitarra sulla Lancia di Alex e partiamo in direzione di casa di Jack.

***

Finalmente la situazione tra Tom e Claire si sta definendo, anche se non tutto è alla luce del sole. Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima,
Maria C Scribacchina

Un bacio tra le noteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora