<<Shinichi..?>>
Chiama di nuovo Ran, toccandogli l'avambraccio con più forza.
Il ragazzo si risveglia dalla trance; probabilmente mentre guardava fuori dalle ampie finestre del ristorante, con il mento appoggiato al palmo della mano, assomigliava a quel detective tanto egocentrico quanto incapace che era Mouri.Riporta i polsi sul bordo del tavolo, ai lati del primo piatto, scomposto solo a metà dalla forchetta del giovane.
<<Non hai fame? Mi sembri... Distante>>
Alle donne non sfugge proprio nulla.<<Ma se sono proprio quì davanti a te! Piuttosto, come va con la riabilitazione?>>
Lei sorride tristemente, dopo aver intuito che l'amato non era affatto lì.
<<Bene... Ho ripreso l'uso delle gambe, anche se non mi muovo ancora molto bene come puoi vedere... Per il resto ci sono i miei e Sonoko ad aiutarmi in tutto ciò di cui ho bisogno!>>Un altro sorriso triste.
Shinichi si accorge che lui non è compreso in quell'elenco.Dopo un paio d'ore i due trovano un piccolo locale nella periferia del quartiere di Beika, un bar abbastanza conosciuto che riusciva a reggere la concorrenza di altri due piccoli pub proprio dall'altra parte della strada.
Shinichi ordina un Coca Malibù, mentre Ran decide di non prendere nulla; "potrebbero interferire con i farmaci del medico" si scusa.
Kudo non ci aveva minimamente pensato.Ran aveva ragione, forse aveva davvero la testa altrove.
Il detective cerca di farsi durare il cocktail per tutta la serata, in modo da non umiliare la compagna per il fatto che lui fosse libero di bere e lei no.
Quando la vede ballare e chiacchierare con una studentessa universitaria -probabilmente un ex compagna del liceo di cui lui non ricordava nemmeno il nome- decide però di farsi un'altro drink.Il bancone è quasi pieno, ma riesce a trovare uno sgabello alto libero, a un soffio dalla finestra che dà sulla strada.
Chiama il barman, e ordina del whisky.Non l'ha mai provato prima, e non lo proverà nemmeno questa sera.
Con il bicchiere posato sul legno di fronte a sé il ragazzo guarda fuori, dall'altra parte della via, e nota una figura familiare.All'interno del pub, illuminato dalle colorate luci al neon, c'era la sagoma di Higo seduta al fianco del tavolo della roulette, accanto ad altri sei o sette loschi figuri -o semplicemente degli ubriaconi-.
Kudo cerca di osservare anche le altre persone, ma ne riconosce solo una, seduta al bancone accanto alla finestra, speculare a lui in quel momento.
Shiho stava buttando giù di rigore il contenuto di un piccolo bicchiere trasparente.Un sussulto nello stomaco del detective lo convince finalmente a scattare verso quel locale, incurante delle auto che sfrecciavano a tutta velocità tra i due bar.
Shiho avvicina alle labbra il bicchiere di Long Island appena ordinato, quando una presa d'acciaio le blocca il polso.
Si volta accigliata, pronta a spaccare una bottiglia di Tequila sul cranio al primo malcapitato che avesse osato toccarla.Purtroppo per lei, quel malcapitato era Shinichi.
<<Kudo-kun... Che ci fai quì?>>
Il ragazzo gira la testa, inebriato dall'odore di alcool e disperazione della scienziata.Allunga lo sguardo sul bancone in marmo, contando un paio di piccoli bicchieri, uno da birra, e un Long Island ancora pieno, con la fetta di limone che galleggia tranquilla sulle acque scure del mix di alcolici.
<<Long Island; Coca Cola con Gin, Vodka, Rum... Ti mancano così tanto da voler lasciare che rovinino anche il tuo bambino?>>
La domanda di Shinichi era vera, ma spietata.
Sherry si volta verso i bicchieri, ciondolando leggermente la testa avanti e indietro come se non ne avesse più il controllo.<<Io...>>
Riesce a pronunciare, prima di scendere in modo malandato e scomposto dallo sgabello, aggrappandosi alla camicia del ragazzo per non cadere.
Lui la afferra per le braccia nude, accompagnandola fuori dalla porta d'ingresso.Shiho sembra riprendere vita nell'aria fresca della notte, nonché un leggero colorito rosato sulle guance.
Shinichi le afferra un polso e se lo porta intorno al collo, chinandosi poi per prenderla in braccio.La chiara canottiera aderente le si alza leggermente, mostrando al giovane il suo ombelico. Kudo cerca di ricoprirla come meglio può.
Non vuole che la piccola, o il piccolo, prenda freddo.Arrivati a casa di Doc a piedi, Shinichi apre la porta con le chiavi di scorta e, attento a non svegliare nessuno, si introduce nella villetta.
Cammina in punta di piedi verso il letto della ragazza, adagiandola in fine sotto il lenzuolo, dopo averle tolto i bassi tacchi.Shiho gira leggermente il viso verso di lui, chino a rimboccarle le coperte.
Shinichi percepisce il battito violento del proprio cuore, terrorizzato dal fatto che qualcuno potesse riucire a sentirlo sbattere all'interno del petto.Shiho lo sta chiamando.
In quel suo silenzio, con gli occhi chiusi e il respiro tranquillo.
Con i capelli arruffati, la bocca socchiusa e le labbra lucide, illuminate dalla fievole luce lunare che entra dai finestroni del salotto.Kudo si china ancor di più su di lei, fino a sentire il profumo di fragole mischiate ad alcool sui quali quella Venere aveva adagiato leggiadra le labbra e la punta della lingua.
Pochi millimetri e Shinichi, in quel dolce bacio da principe azzurro, sente di nuovo una strana sensazione.Dapprima la tensione, che Shiho possa svegliarsi, che qualcuno possa interromperli o vederli; poi solo il sollievo.
Un sollievo leggero come l'aria, un'emozione tanto pura che il ragazzo sente il proprio cuore riempirsi di colpo.Non sa cosa lo ha riempito, ma lo sente più gonfio, più grande, più forte...
Forse, più innamorato.Il giovane Kudo si allontana di un passo così da poter ammirare per intero la bella addormentata -o ubriaca- per poi tornare a casa.
Ignorando che due donne, con un largo sorriso, lo stessero osservando nell'ombra.
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Shiho! {Coai, Shinshi}
Fanfiction-COMPLETA- È passato qualche tempo dalla distruzione dell'organizzazione degli uomini in nero, e sia Conan che Haibara sono tornati nei loro corpi originali, finalmente adulti. In quali guai si cacceranno, ora che il giovane detective non può avere...