Capitolo 49: "Amore".

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Shinichi si guarda frettolosamente intorno per escogitare un veloce ed efficace piano di fuga.

"La villa del dottor Agasa non è poi tanto piccola, posso sempre uscire da una finestra e..."

Ma Shiho non sarebbe entrata dalla porta principale, lo sapeva. Shiho avrebbe prima di tutto parcheggiato la Harley.
E dove l'avrebbe lasciata?

"Sul retro!"

Il piano era pronto, proprio mentre la giovane Miyano apriva il cancello della casa per poter entrare nel cortile.
Kudo resta accucciato dietro la porta d'ingresso, ascoltando il rombo della moto girare intorno alla villetta e fermarsi sul retro.

Ha solo pochi secondi prima che la ragazza si accorga di lui.

Apre la porta con le chiavi, esce, la chiude alle sue spalle e rigira il pezzo di ferro nella serratura, che si blocca con un paio di "clak".

Shinichi non aveva calcolato quel rumore.
I passi di Sherry, che fino a poco prima erano lenti e rilassati, ora si trasformano nei passi di un lupo.

Silenziosi, veloci, e letali.
I passi di una cacciatrice.

Scatta a pochi metri dalla curva su un fianco della casa del Dottore, in direzione della porta d'ingresso, che però trova chiusa.
Si volta verso il cancello, e trova la sua preda.

Kudo se ne sta dietro le sbarre, fuori dal giardino, in strada, a fissarla.
Pallido in viso, il ragazzo fa cenno di voler parlare.
<<Il Prof è andato a prendere degli aggeggi per la sua nuova invenzione>>

Inizia lui, nel tentativo di sembrare serio e distaccato.
<<Mi ha detto di avvisarti.>>

Shiho lo osserva dalla testa ai piedi, in assoluto silenzio.
Il sudore comincia a calare dalla fronte del ragazzo, che ora è un concentrato di paura e terrore per il dubbio dell'essere stato scoperto.

<<Ok>>
Risponde la ragazza, girando i tacchi ed entrando in casa senza rivolgersi ulteriormente a lui.

Shinichi sospira sollevato, decidendo di andare a fare una passeggiata.
In fondo sarebbe sembrato strano trovarlo proprio fuori casa; avrebbe potuto urlare il messaggio per la ragazza dalla finestra della propria camera.

Shiho sposta con due dita un lembo della tenda del salotto, lasciando filtrare un raggio di sole, e vede il detective sospirare e andar via con le mani in tasca.
Apre tutta la tenda, in modo da illuminare almeno per metà la grossa stanza, che riflettendo pareti e pavimento prende una colorazione tra il bianco e l'azzurro.

Posa il casco vicino alla testata del letto, sulla bassa libreria accostata al muro che costeggia tutto il perimetro interno del corpo principale della casa.

Fa per togliersi il leggero giubbotto di pelle, quando nota un piccolo pacchetto rosa e bianco sul lenzuolo.
Incuriosita, si avvicina e stacca la busta bianca da sotto il fiocco posto al centro di quella che sembra una scatolina incartata.

Il biglietto da parte di Yukiko le fa spuntare il sorriso sulle labbra, così decide di conservarlo come segnalibro tra le pagine del suo romanzo preferito, insieme al biglietto con l'invito che Higo le aveva passato di nascosto.

Prende la scatola tra le dita e la soppesa; solo qualche grammo.
"Dubito possa essere qualcosa con delle pietre, peserebbe molto di più, sia il gioiello che la scatola protettiva che lo contiene..."

Riflette la scienziata, abituata a misurare i leggeri pesi delle sostanze chimiche nel laboratorio.

Strappa la chiara carta che racchiude il regalo, e non appena la scatolina le scivola in mano Shiho resta sbigottita.

Si guarda intorno, nonostante sappia non esserci nessuno in casa, e nasconde l'oggetto in tasca.
"Com'è possibile...? Come può Yukiko..."

Chiude le mani sul viso, e cerca di rallentare il battito cardiaco che sembra essere impazzito nel suo petto.

Diversi minuti dopo, l'unico rumore che si sente in casa è il ticchettio delle unghie ben limate che fremono sul bancone in marmo della cucina.

Dieci, venti, trenta minuti.

Il Dottor Agasa torna senza che Shiho se ne accorga; ha la testa da un'altra parte. Fissa la colonna posta al centro della villa, alzando sempre più lo sguardo verso il soffitto.

Arrivata all'apice, la ragazza sfila il cellulare dalla tasca anteriore dei pantaloni, e inizia a scrivere un messaggio.
Breve.
Conciso.

Senza che nessuno la noti.

L'inventore torna in cucina dopo aver sistemato la propria creazione sul tetto con l'aggiunta dei pezzi appena acquistati, ma non trova più nessuno seduto al bancone.

La giovane passa la notte nel seminterrato dove per tante notti, la maggior parte in bianco, ha lavorato alla formula dell'aptx4869, per poter tornare quella che è ora, quella che era prima.

"Ancora poche ore..."

Sistema il letto nell'umido ambiente.

"Ancora una notte..."

E si corica sotto un paio di piumini, il cellulare alla mano, intenta a leggere e rileggere la risposta appena arrivata al suo breve messaggio.

"Arrivo, amore."

I suoi occhi verde acqua si soffermano su ogni lettera, sulla virgola, sul punto alla fine, così forte, così chiuso.
La parola "amore" che le fa battere tanto il cuore, che le rende lucidi gli smeraldi e che le offusca la vista.

"Ti aspetto... Ti aspetto quì..."

Con il cuore ricolmo di gioia, Shiho riesce ad addormentarsi per qualche ora, un dolce sorriso fa capolino sulle sue labbra sognanti.

La mattina seguente si sveglia presto, impaziente, indossa una camicia azzurra e dei pantaloni corti.
Corre al piano terra e prepara la colazione, mentre il Dottore ancora dorme.

Si tortura le mani tra le cosce, seduta sul divano, aspettando che il thè sia pronto.
Riguarda ancora e ancora il messaggio -l'unico- inviato come risposta dall'interlocutore per essere sicura che fosse tutto vero, che non se lo fosse sognato.

Hiroshi versa la bevanda per entrambi.
<<Shiho-kun, tra poco devo uscire. Pensi tu ai giovani detective quando arrivano?>>

Shiho sta tremando per l'agitazione.
<<Si>>
"Come sempre, del resto.."

La porta si chiude, e il silenzio più assoluto cala nuovamente nella villetta.
Shiho porta per un paio di volte la tazza alla bocca, ma lo stomaco si rifiuta di mandar giù anche solo un goccio d'acqua.

Ripone il thè sul basso tavolo in legno del salotto, sistemando per la decima volta le sue riviste preferite sul mobiletto di fronte al divano.

Quando il campanello suona.

La ragazza sobbalza, presa per un'attimo dall'agitazione.
Chiude gli occhi, prende un profondo respiro, e si incammina verso la porta, il cuore che sembra volerle uscire dal petto.

Apre la porta in un sol colpo, alzando poi lo sguardo sulla figura illuminata dal sole che si ritrova di fronte.

Compaiono per primi alla sua vista due occhi, brillanti come diamanti, di colore uno diverso dall'altro.

Un occhio azzurro, simile al cristallo, e l'altro verde acqua.
La donna dalla pelle diafana e dai tratti occidentali fa un passo in avanti, abbracciando con dolcezza la ragazza sull'ingresso di casa.

Shiho si lascia andare tra le sue braccia, stringendola come se non la vedesse da secoli.
<<Sei quì...>>

Sibila la giovane scienziata stretta sulla spalla della donna, con le lacrime che iniziano a rigarle il viso.
<<Sei quì mamma...>>

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora