Capitolo 80: Bambino

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<<Ricordiamo tutti benissimo il giorno della distruzione dell'organizzazione criminale di cui facevo parte, e la morte o l'arresto dei suoi membri...>>

Continua a parlare Ash, o meglio Maraschino, a vanvera.

<<L'obiettivo del nostro boss era di preservare i geni migliori, e quali geni possono essere superiori a quelli partoriti da un detective con uno straordinario intuito e una ragazza prodigio nella biochimica? Quella bambina o bambino che sia, sarà la mia garanzia per il futuro. Quel tesoro sarà mio.>>

Shinichi ispeziona con lo sguardo il salotto di casa Agasa alla ricerca di un'arma, mentre tenta di distrarre l'ospite inatteso con le parole.

<<Il bambino non è mio. O meglio, non so di chi sia... Probabilmente di quel calciatore da quattro soldi, che con la sua intelligenza potrebbe avvelenare la tua piccola "garanzia">>

L'intruso sorseggia un altro po' di caffè, rigirandosi tra le dita il teaser che con una sola scossa ha messo una Shiho incinta di quattro mesi al tappeto e l'ha mandata in ospedale.

<<Higo... L'uomo ubriaco che è entrato quì prima di te per vedere se Sherry stesse bene? Quello a cui hai tirato un pugno perché pensavi le avesse fatto del male?>>

Gli occhi azzurri di Shinichi si riducono a due fessure, mentre annuisce irritato dal sorriso ammaliante di Maraschino.
<<Lo sapremo non appena il mio bambino nascerà>>

Conclude lui, posando la tazzina vuota sul bancone al centro della casa moderna e dirigendosi verso l'uscio con passo tranquillo, i capelli mossi illuminati dalla luce dell'alba.
<<E ricorda a Sherry di chiudere le finestre la notte. Non sia mai che qualcuno possa entrare e farle del male.>>

Kudo resta imbambolato per altri infiniti secondi dopo la chiusura della porta d'ingresso, prima di afferrare il cellulare e telefonare a chi di dovere.

Doveva vedere Shiho a tutti i costi.
Doveva sapere che il piccolo stesse bene.
Che fosse suo o meno, il bambino che ora si muoveva nel tenero ventre della giovane scienziata sarebbe dovuto vivere.

La Mustang di Akai ci avrebbe messo una decina di minuti a raggiungere il 2/22 di via Beika, così Shinichi decide di indossare di nuovo le cuffie e far ripartire dall'inizio la registrazione fatta poche ore prima.
Vuole riascoltare quella dolce melodia cantata da Shiho al piccolo.

Vuole riaddormentarsi con la sua voce per sognare ad occhi aperti un futuro con lei. O con loro.

Fruga nella tasca della tuta alla ricerca degli auricolari, quando le sue dita incrociano il cammino di un altro oggetto. Qualcosa di morbido e caldo.
Al tocco sembra lana.

Estrae uno dei due batuffoli, e si ritrova tra le mani ciò che lui stesso, poco prima, aveva creato seguendo le istruzioni sulle riviste da neo-mamma lasciatogli in camera da Yukiko.

Una scarpina verde lavorata all'uncinetto, decorata con un nastrino rosso pallido annodato in modo da creare un fiocco. Ricorda ancora la difficoltà avuta nell'intrecciare quel nastro sottile, che sicuramente tra le dita affusolate di Shiho avrebbe fatto una graziosa e tenera figura.

"Forse sono troppo imbranato per questo lavoro..."
Si scopre ad ammettere il detective, infilando di nuovo il prezioso indumento in tasca e avvicinandosi alla strada.

Il macchinone rosso fiammante con il simbolo di un cavallo in corsa si avvicina rombando alla villetta, spaventando gli uccellini adagiati sui cavi elettrici, che non tornarono al loro posto fin che il motore della Mustang non fu più udibile.

Angolo autrice~
Manca poco a Pasqua ed ecco che dall'uovo spunta un nuovo capitolo! Purtroppo questi rari aggiornamenti finiscono per far perdere il filo del discorso, quindi consiglierei di rileggere i capitoli precedenti al flashback sulla disfatta degli uomini in nero, dal 64 al 67, giusto per vedere a che punto eravamo rimasti. Buone vacanze a tutte/i! 😉

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora