Capitolo 60: Ricorrenti.

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Dopo aver sbollito l'adrenalina, Kudo riesce a liberarsi dalle manette e ad uscire dall'armadio.

Fuori trova Shiho, che si è cambiata d'abito ed ha iniziato a giocare al suo videogame sulla guerra nel salotto di Doc, cavandosela anche piuttosto bene.
Il detective si siede al suo fianco sul divano, annoiato, ancora rosso in viso per la visione saffica di poco prima.
Prende un profondo respiro.
E parla tutto d'un fiato.

<<Scusa per quello che ho detto oggi. Sono restato perché volevo prendermi cura di te, e non perché me l'ha ordinato mia madre...>>

La scienziata non ribatte.
Lui sbuffa, sapendo però che la ragazza ha inteso benissimo.
O almeno, così spera.
Nella sua mente viaggia ancora l'immagine degli occhi verde acqua di Sherry che lo fulminano mentre, senza problemi, bacia Ran nel salotto davanti a lui.

Kudo scuote il capo nel tentativo di togliere quel ricordo dalla sua vista, iniziando a percepire un lieve calore in tutto il corpo.
<<Sei un pervertito.>>

Commenta in fine lei, spaventandolo a morte.
"Ma come..?! Come fa a sapere a cosa stavo pensando?!"

Shiho mette in pausa e lo guarda con gli smeraldi luccicanti puntati nei suoi zaffiri, adagiando il joystick sul pavimento di fronte al divano.
Shinichi resta immobile, con i muscoli pronti a scattare per paura che la ragazza possa tirar fuori un coltellaccio da 30 centimetri dal  cappello magico.

Un paio d'ore dopo Yukiko ed Elena erano sulla via di casa, scortate da Amuro.
<<Sicure che quella maglia sia abbastanza grande...? Forse mia nipote si gonfierà troppo per entrarci...>>
Domanda ingenuamente il giovane, evidentemente non esperto di gravidanze quanto due madri. Loro lo tranquillizzano e ringraziano, dandogli appuntamento per un altro giorno.

Yukiko bussa alla porta, proprio mentre Elena le indica le tende stranamente chiuse che occludono la vista dell'interno della villetta.
Le donne si guardano negli occhi, quando Yukiko prende la chiavi e le gira nella serratura; se i due giovani stessero facendo qualcosa avrebbero per lo meno risposto di "aspettare".

Invece da  quella casa scaturiva solo un assoluto silenzio.

Entrano guardinghe, impugnando un paio di soffici peluches, di quelli che quando li schiacci fanno un suono buffo che solitamente fa scoppiare i bimbi dal ridere.
Muovono qualche passo verso la cucina non trovandovi nessuno, così si spostano in salotto, dove depongono le morbide armi.

Shin-chan si è appisolato a pancia in su, sdraiato su uno dei divani, davanti a uno sparatutto in prima persona messo in pausa.
Sopra di lui, con la testa nell'incavo del suo collo, si è addormentata Shiho, rannicchiata contro il suo petto e stretta tra le sue calde braccia.

Elena sfiora la pelle chiara della figlia, e sentendola fredda di incammina ad alzare la temperatura della villa.
Yukiko lascia un bacio sulla fronte di entrambi i suoi bambini, per poi seguire l'amica e lasciar riposare tranquillamente i ragazzi.

Calata la sera Kudo sente un leggero intorpidirsi della schiena e del bacino.
Ma nel tentativo di muovere il ventre sente qualcosa fare pressione da sopra di lui; abbassa lo sguardo, e trova Shiho, sdraiata sopra di lui.

Il cuore fa una capriola, prendendo a battere come un forsennato nel suo petto. Muove leggermente le braccia, facendosi aria con una mano.
"Ma che diavolo di caldo fa...?"

Shinichi sente un paio di goccioline di sudore colargli lungo il collo, per poi seguire la sottile curva dei pettorali.
Guarda Shiho di sbieco, mentre riposa tranquilla sulla sua spalla, con la mano chiusa a pugno sul petto del ragazzo.

Immagina anche il sudore di lei, una gocciolina che si infila nel reggiseno tra le morbide curve di quel corpo che-

"No!"
Si costringe a pensare, tenendo a freno quelle emozioni che già sente pulsare nei paesi bassi.
Quando un movimento della scienziata lo sveglia del tutto.
Si agita leggermente, lasciando scivolare il capo verso il basso, come a chiudersi a riccio, per poi riaprirsi.

La sua gamba, coperta solo da un paio di corti pantaloncini azzurri, sfrega lentamente sull'inguine del detective, che in tutta risposta piega il bacino all'indietro, affondando nel materasso.
Inspira senza fare rumore, eccitato dai gemiti di Shiho  -anche se più che piacere sembrano gemiti di dolore-.

<<Chi sei...?>>
Mormora la ragazza, alla persona del suo sogno.
Poi inizia a tremare.
Shinichi le stringe le braccia intorno al corpo, nel disperato tentativo di fermare quel terrore inconscio, fin che Shiho non apre gli occhi e si slega da lui, ansimante.

<<Shiho...?>>
Lei respira pesantemente, come se fosse appena uscita dal pelo dell'acqua dopo infiniti minuti di apnea.

Kudo osserva i suoi occhi vuoti, impauriti, confusi.
Le posa il palmo della mano forte e calda sulla guancia, la tira a sé, e la bacia.
Shiho si lascia andare, ancora una volta come nella villa del caso dei 10 piccoli indiani, nella quale avevano avuto il loro primo rapporto.

Shinichi sembrava riuscire ad averla soltanto nei momenti più fragili, quando tutte le fredde difese di Haibara erano distrutte; da incubi, da paure, da lacrime.

Nei momenti in cui lei era più vulnerabile lui era lì.
Shiho torna a posarsi sul suo torace, facendosi piccola piccola e cercando di silenziare i singhiozzi dovuti al sogno.

Pisco la osservava dall'alto.
Le diceva che era stata brava, che i suoi genitori sarebbero stati fieri di lei per i passi da gigante che aveva fatto con l'alternativa al Silver bullet.

Non per il veleno in sé, ma per il suo effetto collaterale, il fatto di far regredire il corpo allo stato infantile tramite il suicidio cellulare, l'apoptosi.

Poi tutto diventava rosso. Rosso fuoco. E caldo. Bollente.
Sembrava di essere all'inferno, con la morte che sussurrava il suo nome dalla canna della pistola dell'uomo in nero inginocchiato di fronte a lei.

Chiusi gli occhi, quella volta, si era risvegliata in spalla al piccolo Conan, che la trasportava fuori dallo stanzino dei liquori tenendola per le cosce nude, coperta solo dalla sua felpa blu, intrisa del sangue di Sherry.

Pisco sarebbe morto di lì a poco per mano di Gin, calatosi dal camino.

Ma in quell'incubo l'unico sollievo era stato svegliarsi.

Svegliarsi, tra le braccia di Kudo-kun.

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora