Capitolo 96: Fino alla morte

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Shiho fugge tra i corridoi più bui e inaccessibili ai passeggeri. Profonda è la ferita tra la pancia e le costole, ma lei continua a trascinarsi tra i cartelli "staff only" trattenendo il fluido di sangue con una mano e la pistola di Akai con l'altra.

Tra i passi lenti e il ticchettio delle suole nell'assoluto silenzio dei corridoi dell'aeroporto, all'orecchio di Maraschino giunge una melodia spezzata, un flebile rumore di paura. Impugna saldamente la pistola tra le dita, prima di muovere ancora qualche passo verso la sua preda.

Il breve corridoio che porta ai bagni di servizio dello staff è illuminato dai singhiozzi di una vecchia luce al neon. La larga porta grigia, spalancata, forma un angolo oscuro tra sé e la parete del muro.

Si nasconde lì dietro..? Potrei sparare direttamente alla porta, ma... Se così non fosse, se mi sbagliassi, sprecherei il mio unico colpo...
E se non fosse lì... Io sarei morto...

Nella grande hall dell'edificio Jodie allunga un braccio verso il ragazzo in corsa, cercando di bloccare l'agitato detective.
<<Cool guy! Aspetta, non puoi sapere dove si nasconde Maraschino, e neanche se quella ragazza è già al sicuro!>>

Shinichi si ferma solo pochi secondi, il tempo di enunciare la sua ultima deduzione.

<<Entrambi hanno un solo colpo in canna. Pensi ai loro obiettivi: Shiho cercherà un nascondiglio per tenere al sicuro il piccolo, un nascondiglio che le permetta di fuggire dalla minaccia o eliminarla. Un nascondiglio non troppo lontano data la sua condizione, un luogo che l'avvantaggi, un luogo nascosto. D'altra parte Maraschino vuole solo il neonato, non gli interessa che Shiho viva o muoia!>>

Nel sentire quelle parole, pronunciate dalla propria voce tremante, Shinichi ha uno svarione. La terra sembra mancargli sotto i piedi, il mondo intorno a lui comincia a ruotare in tutte le direzioni e un artiglio invisibile si sta rapidamente serrando intorno alla sua gola.
Sta soffocando.

Improvvisamente con le ginocchia a terra e la mano a coprirsi la bocca Kudo intuisce in quale direzione sta andando a parare il suo ragionamento.

Maraschino e Shiho, in fondo, hanno un obiettivo comune. Entrambi vogliono quel bambino vivo.

E ad entrambi non importa se, pur di poterlo salvare, Sherry perda la vita.

Maraschino si appiattisce contro il muro. Il battito accelerato permea ogni tessuto del suo corpo, sente pulsare le vene nel petto, sul collo, nei polpastrelli sudati delle mani.

Dietro la porta d'ingresso o nei bagni?

Questo è il dilemma. Se si fosse introdotto nella stanza con i lavandini e i gabinetti chiusi, e Sherry fosse stata in realtà nascosta dietro la porta di ingresso, lui sarebbe stato in trappola.
Se invece avesse sparato alla porta per poi scoprire che dietro non c'era nessuno si sarebbe trovato disarmato.

Contro una ragazza incinta.
Contro una donna armata che ha imparato a sparare in un'organizzazione criminale da quando aveva quindici anni.

Sento il tuo respiro affannato, Sherry.
Sento l'odore della tua paura.
Un profumo agrodolce che ti attanaglia le viscere, che ti gonfia la gola e gli occhi di lacrime.
Ma sento anche l'odore della mia.

Non posso rischiare.
Devi morire.
Devo vedere il sangue sgorgare dalla tua fronte.
Il tuo obiettivo è uccidere me e salvare il tuo bambino.

<<Neanche a te importa di vivere vero? Allora perché non esci e ti arrendi? In ogni caso non sei in grado di muoverti, ferita e con quel peso>>

Il soffio affannato della ragazza si affievolisce, cercando di mimetizzarsi nel silenzio del corridoio.

No..? Devo spingere ancora un po'...

<<Avanti, Sherry... Il piccolo sopravvivrà. Sai che voglio il meglio per lui. Una scuola privata americana. Un college prestigioso. Un lavoro da scienziato. La creazione di un farmaco della giovinezza, così che i nostri cari non invecchino e non muoiano...>>

Il ragazzo riprende fiato, dopo quella che gli è sembrata un'apnea interminabile.
In apnea sotto il filo dell'acqua.

<<Non rischiamo di ferirlo. Non hai paura che possa sparargli per sbaglio? La mia mira non è come la tua! Non prendermi di sorpresa Sherry... Non sai come potrei reagire... È una vita innocente... Preziosa...>>

Un'altra manciata di secondi di silenzio incornicia le sue sottili parole.

<<Hai ragione...>>

La voce, flebile e dolce, sfuggente come un bacio. Un bacio appena accennato.
Un bacio rassegnato.

Una litania che arriva dall'oscurità dietro la porta.

Eccoti...

<<Non voglio che muoia... È stato con me per tutti questi mesi...>>

Shiho appoggia il dorso della mano sul retro della porta, che come risposta alla pressione cigola di pochi centimetri verso il corridoio.
La tensione si fa sentire nel tremolio delle sue parole, nervose, rapide, ma solo perché  -anche se non vuole ammetterlo-  sente la paura prendere possesso del suo corpo.

<<Ti prego...>>

Il volto candido rigato da gocce di sudore e lacrime rendono torbidi gli occhi verde acqua della biochimica. Uno sguardo triste che Maraschino può solo immaginare, sul viso della mamma nascosta dietro quella porta.

<<Ti prego lascia che nasca tra le mie bracc->>

Bang

Il rumore dello sparo rimbomba tra gli spazi lucidi dell'aeroporto. I passi dapprima pesanti dei poliziotti si zittiscono, le orecchie degli agenti dell'FBI si tendono.
Il cuore degli amanti si blocca.

La pistola di Maraschino è ancora fumante, indirizzata alla parte alta della porta. Il foro nel legno, poco sotto l'altezza della testa di un uomo, mostra il buio dalla parte opposta.
Un lieve cigolio dei cardini e il tonfo sordo di un corpo morto accompagna lo spostamento della porta.
Un piede scivola fuori dal buio.

È morta.

È ora.

È ora di prendere il mio bambino.

L'ultimo uomo dell'organizzazione lascia scivolare la pistola, ormai scarica, a terra.
Da sotto la porta, ancora socchiusa sul muro ma ormai immobile, si allarga una pozza di sangue nero come la pece, sfumato di rosso.

Le ambulanze sono qui fuori. Mi basterà minacciare il personale con la sua pistola e avrò il mio piccolo.
Ancora poco.

Maraschino si avvicina a passo veloce, si affaccia nel buio della sua macabra opera d'arte e afferra il bordo della porta, che occulta nell'oscurità contro il muro il crudo scenario insanguinato di una ragazza che voleva soltanto proteggere suo figlio.

Dietro di essa, sul pavimento fatto di marmo, ombra e terrore, qualcosa trattiene Maraschino dall'allontanare completamente la porta dal muro.
Ci sono due occhi e la canna di una pistola che lo fissano nell'oscurità.

<<Hai ragione.>>
Sibila Shiho,

<<La tua mira non è come la mia.>>

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora