Capitolo 14: Una lunga notte.

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Lo zampettare veloce dei passi dei bambini sui gradini della villa rimbomba per la tromba della scala in legno.

Shiho e Shinichi li seguono con calma, mentre danno la buona notte al professore che, come programmato nella mente del padrone di casa, dorme sul divano in salotto.

I giovani detective fanno la fila per il bagno, e a loro si accoda anche l'ex bambino occhialuto, lo spazzolino già stretto tra i denti.
All'uscita della piccola Ayumi  -con il pigiamino giallo, rigorosamente coperto da orsetti colorati-  il detective nota di aver dimenticato il proprio cambio in camera, così fa marcia indietro, e segue la bambina fino all'ingresso.

<<Ho scordato il pig->>
Il fiato gli si smorza in gola, il cuore fa una capriola, e la testa dello spazzolino rischia di finirgli di traverso.

Shiho, di spalle, si sta togliendo l'attillata canottiera rossa che tanto l'aveva fatto sognare quel pomeriggio.
La stoffa era sollevata fino a metà schiena, quasi all'altezza dei seni. La pelle della ragazza era bianca, con delle lievi cicatrici sbiadite che da lontano componevano un inquietante disegno su quello che sarebbe stato un corpo perfetto, il sogno di ogni giovane uomo.

La scienziata volta il capo nella sua direzione, lasciando svolazzare la leggera chioma color rame e fulminandolo con uno sguardo di fuoco.
Lascia ricadere la maglia, che si adagia morbida sui fianchi. Si piega in avanti, verso il pavimento. Afferra qualcosa dal terreno.

Shinichi fa in tempo ad aprire la bocca e far cadere lo spazzolino al suolo, prima che una mitragliata di pantofole gli piova direttamente sul volto.

<<Cosa ti è successo..?>>
Chiede ingenuo Mitsuiko sull'uscio del bagno, notando il viso martoriato dell'ex compagno di classe.
È completamente rosso, con una leggera strisciolina di sangue che gli cola dal naso, l'espressione seccata di chi è stato cacciato dalla propria camera.

Prima di rientrare passano diversi minuti, giusto il tempo per fermare l'emorragia con dei brandelli di fazzoletto, e calmare i bollenti spiriti che si accendono in lui ogni volta che ripensa al momento di pochi istanti prima.
"Se solo non ci fossero stati questi ragazzini..."

Scuote la testa e sospira, facendosi finalmente coraggio per uscire dal bagno e raggiungere gli altri.

I bambini stanno sghignazzando di campeggi e indovinelli seduti nei propri letti improvvisati, tranne Ayumi, che fa compagnia alla giovane Miyano sul letto da una piazza e mezza affiancato al muro e alla finestra che dà sulla casa del Prof.

Shiho lo osserva entrare, in silenzio, le gambe incrociate sul lenzuolo coperte solamente da un paio di pantaloncini attillati, abbinati alla canottiera lilla.
<<Shiho-san si è offerta di tenere Ayumi nel letto con sé e a cederti uno dei futon!>>

Lui abbassa lo sguardo sulle coperte distese per terra, impressionato che quei sottili stracci neanche imbottiti fossero paragonati a dei comodissimi futon.
"Mi fa la grazia, in casa mia, con le mie coperte, di poter dormire per terra?"

<<Ma certo, mia regina...>>
Risponde schizzinoso, cercando di evitare un'ulteriore presa in giro; qualsiasi cosa avesse detto, Shiho avrebbe sicuramente avuto una battuta pronta, ne era sicuro.

Si siede sul suo nuovo giaciglio, azionando l'aria condizionata nella camera da letto.
I giovani detective discutono ancora per un'ora buona, prima di collassare.
Kudo copre Genta e Mitsuiko con le coperte affianco alle sue, mentre la ragazza si intrattiene un po' di più nell'accarezzare la testa di Ayumi, adagiata sulla propria coscia, inerme.

Shinichi si alza per spegnere la luce, e quando la stanza cala nel buio, solo allora, una visione celestiale appare davanti ai suoi occhi.

Dall'altro capo della stanza, seduto sul suo letto, vede un angelo.
La luce della Luna piena che filtra dai vetri della finestra alle sue spalle sembra inondare quella figura di un'aura divina.
Una Dea dalla pelle lattea scesa direttamente dall'Olimpo stava trovando un attimo di riposo su quel modesto materasso.

La sua mano, dalle dita sottili e affusolate degne di una principessa, si muoveva dolce, in una ninna nanna che solo la purezza di un bambino poteva ascoltare.
Lo sguardo gentile e delicato che si posava su quella gracile creatura assopita, era di un verde acqua cristallino, un colore così indescrivibile che mai l'occhio umano avrebbe potuto cogliere.

"Perché ti sei presentata a me..? Io non merito tutto questo"

Pensava il giovane, davanti alla creatura soprannaturale, accarezzata persino dalla luce lunare.

"Mi ami?"

Chiedeva in un dolce sussurro quella divinità dai tratti occidentali, gli occhi ancora bassi sulla bambina inerte sulla sua coscia.
Shinichi azzarda un passo, il cuore a mille, e il respiro che a poco a poco viene a mancare.

"Io... Io...."

<<Allora?>>
Sente ancor più chiaramente il ragazzo, muovendo un altro passo, incoraggiato da quegli occhi di smeraldo ora fissi, incatenati, nei suoi.

<<Io... Credo di...>>
<<Cosa?>>
Chiede la giovane, in una strana espressione. Shinichi si ammutolisce, timoroso di aver sbagliato risposta.
<<Kudo..? Che ti prende ora?>>

<<Che...?>>
Domanda lui, asciugandosi con il polso la bava alla bocca, e muovendosi a tantoni per trovare le coperte del nuovo letto.
La visione c'era ancora, era lì, davanti a lui, che lo fissava.
Ma non era una dea, non gli stava parlando nella testa.

Era semplicemente stata al suo fianco per anni, senza che lui se ne accorgesse mai.

Shiho scruta il buio di fronte a sé, in cerca di un chiaroscuro che possa aiutarla nel localizzare il ragazzo, ma la sua t-shirt nera e i pantaloncini a quadri dalle sfumature blu non aiutano nell'intento.
<<Beh, buona notte Kudo>>

Si arrende in fine, portando in braccio Ayumi sotto il lenzuolo con lei, senza riuscire a percepire lo sguardo incantato del detective che indugia ancora diversi secondi su di sé, prima di spegnersi nel sonno.

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora