Shiho! {Coai, Shinshi}

Capitolo 23: Colpa tua.

La vecchia signora avvolge Shiho in un paio di coperte, mentre Ino attizza il fuoco del camino con altra legna.

Il cucciolo zampetta verso la scienziata, accoccolandosi sul suo ventre, per scaldarsi a sua volta.
Shinichi mette ad asciugare la propria canottiera su una sedia vicino al camino, mentre gli altri ospiti si riuniscono tutti sul divano a C.

<<Che diavolo è successo di sopra?>>
Chiede Ash assonnato, senza troppi convenevoli.
Shiho si asciuga la frangia, pettinandola all'indietro e liberando la fronte umida.

<<Qualcuno ha bussato alla mia porta, dicendo di essere Kudo. Ho capito subito che non era lui, ma aveva un passepartout ed è riuscito ad entrare comunque... Aveva due pistole, ne ho presa una e sono scappata sulla terrazza, ma quando ho provato a sparargli lui non c'era più, e al suo posto...>>

<<...Al suo posto hai visto il signor Nakanishi accasciarsi sull'entrata..>>
Conclude Shin-chan, deducendo come dev'essersi svolta la situazione.

<<Chi ci dice che non sei stata tu ad ucciderlo, e questa sia tutta una balla?>>
Per la prima volta il malvivente della cabina si rivolge a loro senza essere stato interpellato.
"Stephan Oba... Questo dovrebbe essere il suo nome"

<<Tutti abbiamo sentito il trambusto creato da quei due! Non può essere stato un anziano così fragile...>>
Commenta Tetsuo.

<<Esatto, in più il colpo esploso che ha ucciso il signor Nakanishi era molto ravvicinato al suo corpo, e Miyano era troppo lontana per poter riuscire a sparare e in seguito lanciarsi in piscina>>
Precisa il detective, avvolgendosi il ventre con un asciugamano.

Il corpo del vecchio è già stato riportato nella sua stanza dagli uomini rimasti, e coperto con il lenzuolo.
Il dispiacere si fa sentire negli occhi della ragazza, che aveva trovato in quell'uomo un buon esempio da seguire per il Dottor Agasa.

<<Per me potrebbe benissimo aver architettato tutto...>>
Continua il malvivente, incurante delle parole in difesa della giovane.

<<Ha fatto del rumore, il vecchio è uscito dalla sua camera, gli ha sparato un colpo, è corsa fuori, ne ha sparato un altro e si è lanciata>>
Fa qualche passo in direzione della lattina di birra chiusa appoggiata ad un tavolino del salotto.

<<Non dimentichiamo che è una pluriomicinda. Per aver ucciso così tante persone senza scontare nulla in carcere avrà sicuramente dei metodi efficaci ed insospettabili>>.

Un paio di persone annuiscono, ponendosi però un altro quesito.
Perché uccidere il signor Nakanishi?

Era gentile, simpatico, altruista, un vero gentiluomo.

Certo, in guerra diede i suoi amici in pasto agli scienziati che volevano studiare gli effetti delle radiazioni a Hiroshima e Nagasaki pur di salvarsi, ma ogni ragazzo lo avrebbe fatto a quell'epoca e a quell'età, soprattutto se minacciato.

Erano passati anni da quegli eventi, dalle bombe nucleari calate sul Giappone, e il vecchio signore era cambiato, ammettendo i propri errori ma non pagandone mai il prezzo.

<<Non avrei mai fatto del male a quell'anziano>>
Prosegue Shiho, nel rispondere a Stephan.
<<L'ho riconosciuto vicino alla porta, e non ho sparato. Se davvero non me ne fosse fregato nulla allora avrei fatto fuoco senza problemi>>

Delle goccioline di acqua clorata le rigano il volto e bagnano il piccolo Ido, acciambellato sulle sue gambe, che scuote il pelo arancione.

<<Ti ricordo inoltre che l'unico senza alibi per il primo omicidio sei tu>>
Precisa Tetsuo, difendendo a spada tratta la ragazza seduta al suo fianco.

Gli altri ospiti annuiscono con vigore, schierandosi dalla parte della ventenne.
Stephan sbuffa infastidito, portando il bordo della lattina di birra a contatto con le labbra e trangugiandone quasi metà.

<<Inoltre c'è una cosa che non mi torna...>>
Mormora il detective in direzione di Tetsuo.
<<Come mai hai urlato di correre fuori dal portone principale? Come sapevi che Miyano-san sarebbe caduta nella piscina?>>

Tutti rivolgono lo sguardo verso il giovane barman, che subito agita le mani per discolparsi.

<<La mia camera è simmetrica a quella della signorina Nami, quindi anch'io ho una parziale visione della terrazza dalla finestra, anche se del lato opposto!>>

Ha sentito il trambusto nella sua ala, qualche camera più in là, e poi dei passi sulla terrazza.
Affacciatosi al vetro sopra il suo letto ha visto Shiho lanciarsi quasi nel vuoto, aggrappata alla ringhiera bianca, così è scattato fuori in corridoio ad urlare di scendere.

Shinichi annuisce, ricordando la vaga immagine del cameriere fuori dalla sua stanza, nel buio del corridoio, che indicava le scale e boforchiava qualcosa, la bocca ancora impastata dal sonno.

Shiho passa un dito sull'orecchio alzato di Ido, pensierosa.
<<Quindi non siamo sicuri neanche nelle nostre camere da letto..?>>
Domanda Nami, il cellulare stretto tra le dita tremolanti.
<<Esatto... L'aggressore aveva un passepartout>>

Ash si fa avanti, mettendo i suoi addominali scolpiti al centro dell'attenzione.
<<Allora ci basta controllare tutte le camere e che nessuno porti addosso quella carta magnetica, no? Sù, cominciate a spogliarvi!>>

Invita a voce alta i presenti a farsi avanti, ma nessuno coglie l'invito.
<<Sicuramente avrà già nascosto tutto... Ti ricordo che conosce bene la storia dei dieci piccoli indiani>>

Ribatte pacata l'anziana signora, rivolgendosi ancora alla giovane ferita e finendo di fasciarle il braccio.
Ash torna al suo posto, mormorando una sola frase.
<<In pratica gli unici che non potrebbero essere stati sono i marmocchi...>>

Shiho e Shinichi spalancano gli occhi.

I bambini.

Il passepartout.

Sherry si alza di scatto dal divano, e corre a tutta velocità, incurante del dolore, verso le scale, seguita a ruota dal detective.

Raggiungono in un batter d'occhio il corridoio, ne percorrono metà e bussano con forza, senza più fiato nei polmoni, alla porta della stanza dei giovani detective.

Ma quest'ultima, lasciata aperta, cigola verso l'interno, rivelando ai due ragazzi una camera completamente vuota.