Capitolo 91: Partenze

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<<Come sarebbe a dire che Shiho è partita per l'America?!>>

Kudo, ancora colpito da quella notizia, si appoggia al bancone della cucina di Agasa, colto da un lieve capogiro.

<<Pensavo te l'avesse detto! Quando non ti ho più visto sul divano mi ha assicurato che fossi tornato a casa per prepararti nell'andare in montagna con Ran...>>

Com'è possibile che addirittura Shiho si ricordasse della mia scelta di andare in montagna?! Aspetta... Quindi mi ha mandato apposta a fare la spesa perché io non fossi presente quando Akai sarebbe venuto a prenderla? Perché?! Perché avrebbe dovuto salutarmi? Perché sapeva che altrimenti non sarei partito con Ran? Che avrei preso un biglietto per andare con lei? Un attimo... Ma l'avrei fatto davvero? Avrei davvero rinunciato a una vacanza con Ran per stare con qualcuno che è già occupato, e per lo più con una persona famosa, ricca e che può comprarle tutte le borse e gli abiti alla moda che tanto adora..?
Una persona così sarcastica, glaciale, pignola, perfettina e... E intelligente... E bella... Dannatamente bella...

Shinichi si prende la testa tra le mani, inspirando ed espirando come mostrano nei tutorial pre-parto su Internet.

Mancano quattro minuti cronometrati all'arrivo di Ran e compagnia.

<<Doc... Potresti preparare la mia valigia... Si trova dentro l'armadio della mia camera da letto... Tra poco ti raggiungo...>>

Riuscendo a nascondere la voce rotta, il ragazzo si dirige verso il letto rifatto con precisione, prendendo la busta con la scritta "grazie" tra due dita, con la stessa delicatezza che avrebbe usato con una rosa.
La stessa delicatezza che avrebbe usato con lei.

Il groppo in gola lo sta lentamente soffocando con una prolungata agonia. Apre in un sol colpo la busta, incurante del rischio di strapparla.

Perché lo aveva lasciato così?
In fondo, se non altro, erano amici.
In quasi due anni avevano fatto tutto ciò che si può fare in una vita.
Sono stati vittime.
Sono stati partner.
Sono stati complici.
Sono stati amanti.
Il periodo passato con lei è stato vivere.

Sfila la carta ripiegata al suo interno, incurante nel gettare il resto sul pavimento.

<<Dear Kudo,>>

A Shinichi scappa un sospiro che ricorda una risata.

Incipit delle lettere americane... Che piccola stronza...

<<Ne è passato di tempo da quando mi sono seduta per la prima volta sul banco affianco al tuo.
Da quando ti ho fatto credere di aver ucciso il Dottor Agasa, da quella volta nel castello blu, da tutte le situazioni in cui gli uomini in nero hanno provato a farmi fuori e da quando abbiamo trovato le cassette che la mamma ha lasciato ad Akemi per me.

All'inizio pensavo fossi un buono a nulla, per non essere riuscito a salvare mia sorella. Non che mi sbagliassi del tutto, in fondo mi sono presa qualche proiettile da Gin e sono stata rapita quando avevi assicurato che mi avresti protetta.

Purtroppo, detective, devo ammettere che non te la sei cavata male, a volte.

Durante l'incontro con Pisco, mentre sarei voluta restare sull'autobus, o sul treno con Burbon e Vermouth.

Ne abbiamo passate tante in così poco tempo.
Questo miracolo, è l'ultima avventura che dobbiamo vivere.

Ma non posso viverla con te.

Una volta ti dissi che se avessi avuto la possibilità di ricominciare una nuova vita, l'avrei voluta ricominciare con te.

Forse non scherzavo.

Grazie, Edogawa-kun.

E grazie Kudo, di aver fatto la spesa.

-Sherry >>

Parole enigmatiche per una donna enigmatica.
Il detective resta a fissare la carta, il respiro affannato e il cuore che palpita dolorante nel petto. Rilegge quelle frasi ancora e ancora, provando a mettere ordine nella testa e nel cuore.

Che diavolo vuoi dirmi..? Vuoi restare con me o non vuoi? Aspetta, ha detto che non può, cioè che non... Che non...

I freni di una vettura fischiano fuori dalla villa, mentre il clacson potente di un furgoncino a noleggio presenta a tutto il vicinato il "famoso"   -ma non più così tanto-  detective in trance. E ora anche autista.

La montagna. Ran. La valigia!

Kudo ripiega la lettera e la nasconde in tasca, per poi dirigersi all'uscita sul retro. Quando l'occhio gli cade sulla spesa appena fatta.

Un angolo di stoffa verde smeraldo fa capolino tra i broccoli e le lasagne surgelate, chiamandolo.

Il ragazzo recupera la tutina per il bambino, o la bambina, e corre fuori.

Saltata con difficoltà la staccionata rientra furtivamente nella propria casa dalla finestra al piano terra, mentre il suo complice ha già preparato diversi abiti invernali sul divano.
<<Grazie Doc! Allora, questo, questo, quest'altro, quella, il cappellino, la sciarpa, e- OH! Ma questi sono ancora i pantaloni del pigiama!>>

Si infila i primi pantaloni che trova, mettendo in tasca il cellulare che continua a squillare, così come il campanello.

<<Arrivo arrivo!>>

Risponde fingendosi annoiato e ancora addormentato.
Sonoko si trova fuori dalla porta, altrettanto irritata dal freddo di quella mattinata primaverile.
Freddo che è calato velocemente anche nel cuore di Shinichi.

<<Che insistenza! Non c'è mica un aereo da prendere..>>

Il cuore gli sobbalza, sorpreso dalle proprie parole.

Perché ho detto proprio "aereo"..?! Piantala Kudo! Finiscila!

Carica la valigia e lo zaino nel baule, notando ancora la tutina verde sbucare da una delle tasche con la zip.

Lui abbassa lo sguardo, in cerca del cellulare, quando in tasca le sue dita sfiorano tutt'altro. Una stoffa morbida, lana forse, che ricorda la forma di un uovo.
La sfila dalle tasche, e i suoi occhi si fanno lucidi.

Una delle minuscole scarpine verdi che lui stesso aveva fatto a maglia.

Erano... Erano rimaste nei miei pantaloni quando Maraschino aveva attaccato Shiho con la scarica del teaser...

<<Allora Ragazzo che aspetti?! Siamo in ritardo!>>
Urla Kogoro dall'abitacolo, trangugiando un lungo sorso di caffè dal termos.

Nasconde di nuovo la babbuccia in tasca, chiude il bagagliaio e si avvia verso la portiera dei sedili posteriori.

Una mano si agita nel giardino del Dottor Agasa.
L'inventore lo saluta, appoggiato al suo maggiolino.

Maggiolino che Shinichi ha imparato a guidare.
Maggiolino che Doc gli lascerebbe senza indugio, se il motivo fosse quello di volare da Shiho e partire con lei per l'America.

Maggiolino che vede farsi sempre più piccolo e lontano, quando sale in auto e Goro preme l'acceleratore.

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Buon giorno a tutti! Nonostante questo non sia proprio un buon giorno per il nostro tonno spiaggiato    :(
Mi sono presa un paio di giorni in più per scrivere questo capitolo perché, ragazzi miei, ci stiamo dirigendo verso la fine.

Il numero 100 sarà il capitolo finale di questa storia!

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora