Capitolo 28: Per chi lottare.

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Shiho attende in silenzio nella propria camera, il ticchettio degli orologi dei detective boys come unico sottofondo.

Fuori non si percepisce il minimo rumore.
Shinichi è corso di sotto con un altro paio di persone, lei ne aveva sentito i passi pesanti correre giù per le scale.

Ora, che nessuno era lì con lei per proteggere i bambini, tutto sembrava farsi più cupo.
L'aria nella stanza era soffocante, la luce più fioca, la paura per non riuscire a difendere quei cuccioli addormentati nel suo letto sempre più forte.
Erano venuti a cercare lei perché avevano paura.

Ma lei non è una salvatrice.
Non è un angelo.
Non è mai riuscita a proteggere nessuno di quelli che amava.
È solo un'assassina.

Abbassa lo sguardo verso il pavimento, allentando pian piano la presa delle dita sulla pistola.
Cosa poteva fare? Era un bersaglio, come tutti gli altri, e tenere i bambini vicino a sé era una delle cose più pericolose che potesse fare.

Qualcuno bussa alla porta.
<<Resti in camera signorina! Mi ha capito?>>
Shiho riconosce la voce pacata del maggiordomo, seria ed incuriosita, come se volesse sincerarsi che lei sia davvero nella stanza.

<<Ho capito...>>
Ribatte Shiho, udendo una leggera risatina dall'altra parte della porta. La ragazza si avvicina a lunghe falcate sul parquet senza fare rumore, poi, a bassissima voce, glielo chiede.
<<Signore... Lei sa chi non è nella propria camera in questo momento, non è vero...?>>

L'uomo sogghigna di nuovo, provocando una leggera paura nella scienziata, che corre dai bambini, li sveglia e li fa spostare sotto la scrivania, il luogo più lontano dalla porta.
<<Vuole saperlo?>>

Domanda il maggiordomo, come se avesse il potere di un Dio tra le mani.
Sherry si accosta guardinga al muro affianco all'entrata, in modo da essere protetta se qualcuno cominciasse a scarrellare colpi di arma da fuoco sulla porta.

<<Certo!>>
Risponde convinta, tendendo le orecchie al suo interlocutore. Da sotto la finestra sente le voci di Shinichi e Ash, che si stanno dirigendo dalla piscina verso le vetrate esterne del salotto.
<<Shinichi Kudo... Ash Makuro... E...>>

Shiho resta col fiato sospeso.
Ma dall'altra parte sente solo un tonfo.
<<Signore...?>>

Nulla.

Poi una richiesta d'aiuto.
La voce del maggiordomo si fa sempre più disperata e lontana lungo il corridoio, mentre l'uomo implora pietà.

"No... No! Dobbiamo sapere chi è..."
La mano scatta verso la maniglia, ma non l'abbassa.

"E se fosse solo un trucco...? Se fosse lui l'assassino..?"

I sensi di responsabilità calano di nuovo su Shiho come macigni, mentre le urla di un uomo innocente stavano per spegnersi.

Un solo pensiero la schioda da lì.

"Se è colpevole morirà. Se è innocente, morirà comunque."

Un'ultima occhiata ai detective boys, ai loro volti terrorizzati, mentre tremano schiacciati l'uno accanto all'altro avvolti in una coperta pesante in poco più di un metro e mezzo di spazio sotto il pesante tavolo in legno.

Poi abbassa in un sol colpo la maniglia ed esce, chiudendo subito la porta alle due spalle.

Nel buio più totale del corridoio nota solo due fonti di luce: quella che filtra dalla porta a vetri della terrazza, che spezza a metà il corridoio a una ventina di metri da lei, e il piccolo foro di proiettile nello specchio da cui si intravede il prato, dall'altra parte della villa.

Aguzzando la vista, Sherry nota delle dita sul tappeto scivolare via dal cono di luce della vetrata a metà corridoio.
"Lo ha ucciso... E lo sta trascinando via..."

Si inginocchia, avvicinandosi di soppiatto, l'arma carica in pugno e i sensi completamente attenti verso quella figura.
Punta la pistola, ma qualcuno spara prima di lei.

Un forte suono di vetri le fischia alle spalle, in corrispondenza del centro del secondo specchio.
"Mi ha mancato... Non sa dove sono"

Shiho punta in direzione del vuoto dall'altra parte del corridoio, da dove ha visto scoppiare il colpo.
Preme il grilletto, ma a sua volta lo manca, centrando lo specchio opposto ed aprendo un altro foro.

"Ora... Ora conosce la mia posizione"

La ragazza rotola per pochi centimetri e si schiaccia sul muro opposto, puntando di nuovo verso la figura che ora sta sparando a raffica contro di lei, ma sta colpendo solo lo specchio in diversi punti.

Quando sente che l'assassino sta togliendo il caricatore vuoto per poter ricaricare la pistola, Shiho si alza, punta di nuovo, e spara.

Uno, due, tre colpi, prima di sentire un boato nella sua direzione e una fitta di dolore al fianco sinistro.
"No... Non è possibile che abbia già ricaricato!"

Ma poteva benissimo avere una terza pistola, oltre a quella che lei era riuscita a recuperare.
Ora l'assassino non sbaglia un colpo.

Fianco, spalla, anca...

Shiho crolla a terra con un tonfo sordo, la canottiera azzurra del pigiama inzuppata di sangue, ansimante e senza più forze.
Volge gli occhi stremati allo specchio alle sue spalle, quel traditore che ora lascia filtrare diversi coni di luce lunare dai fori che quell'aggressore in nero ha creato.

"Ha sparato apposta al vetro per potermi vedere... Anche se lontana da esso, quando mi sarei spostata avrebbe visto i fori di luce sparire, disegnando la mia sagoma..."

Una leggera risata fa capolino dalle labbra della giovane, incredula di essersi fatta fregare così.

I passi della figura si avvicinano.

"Dicono che quando stai per morire ti compaia davanti agli occhi ciò che ami di più... Eppure... Perché a me non compare nulla..? Kudo... Akemi... Mamma... Ayumi... Mitsuiko... Genta... Il dottor Agasa..."

Shiho chiude lentamente gli occhi, spegnendo quegli smeraldi coperti di lacrime.
E finalmente la vede.

Vede ciò che ama di più.

E resta incredula.

Afferra saldamente la pistola, ruota il braccio ed esplode un colpo.
L'aggressore si inginocchia ferito, mentre lei si costringe ad alzarsi.

Sa per cosa lottare. Sa per chi lottare.

Il sangue le cola caldo lungo le gambe nude ed il fianco, ma a lei non importa.
Si volta, e inizia a correre.

Corre per Shinichi.
Corre per se stessa.
Corre perché deve farcela.

Spara altri colpi, ma in direzione dello specchio, quello specchio che l'aveva tradita, ma che ora potrebbe salvarle la vita.

Un ultimo passo verso un vicolo che sembrerebbe cieco alla fine del corridoio, e che invece si infrange contro la sua spalla.

Shinichi alza lo sguardo a quel suono di vetri infranti, vedendo Shiho che si getta dal corridoio del primo piano, e cade a peso morto verso il precipizio.

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora