Capitolo 100: Epilogo

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<<Se tiri con l'esterno destro del piede la palla prende un giro circolare e arriva lì!>>
È la precisa descrizione che un bambino di cinque anni fa ad un gruppo di tre giovani detective su un campo da calcio improvvisato in un anonimo parco giochi di Beika.

I capelli leggermente mossi e scuri, il visino chiaro e morbido con le guance vellutate e rosee. Tratti che ricordano l'Inghilterra della nonna, e l'inglese americano imparato nell'FBI.
L'America. Il paese lontano in cui sarebbe dovuto nascere. La vita che Shiho aveva progettato per lui laggiù.

Paese che forse un giorno visiterà, alla ricerca di quella figura che sarebbe dovuta essere al suo fianco nella crescita, e di cui ora resta solo una lapide bianca.

"Perché?" continua a chiedermi.

Ma io non lo so. Lo vedo correre dietro un vecchio pallone autografato da Higo, con indosso una maglia dei BIG Osaka troppo grande per lui.
Ma lui voleva quella, ad ogni costo.

"Era la maglia della mamma quando aveva la mia età?"

Mi chiese quando la trovammo in soffitta della casa di Doc durante una caccia al tesoro.
Nonostante io, il mio tesoro, lo avessi di fronte, continuai a rovistare tra gli scatoloni cercando di evitare il discorso.
Ma Chris ha ereditato la mia testardaggine, e non si arrese.
"Mi basterà chiederlo alla nonna!"

Elena e mia madre sono le nonne perfette per Chris. La prima, dolce e comprensiva, non perde occasione per istruire il piccolo genio e rispondere a tutte le sue curiosità; Yukiko d'altro canto non gli fa mancare nulla: libri, abbracci, storie della buona notte interpretate personalmente da lei...

L'unica cosa che Chris ancora non sapeva erano i nostri trascorsi con l'organizzazione degli uomini in nero,il gruppo Karasuma. Nessuno ne parlava. Nessuno approfondiva il discorso quando si chiedeva perché avevo scelto per lui il nome "Chris".

Ma più si cerca di nascondere una verità, e più i bambini ne sono attratti.

Chris tira un calcio al pallone, che per poco non colpisce la faccia del detective.
<<Guarda che la porta è più in là!>>
Sogghigna scherzosamente, recuperando la sfera rotolata sulla panchina con una mano. Chris corre verso di lui, i capelli e la maglia incollati alla pelle per via del sudore, e le guance ancora più rosse per la fatica.

Shinichi poggia delicatamente la propria mano sulla testa del figlio, costringendolo a guardarlo negli occhi.

<<Hai gli occhi della tua mamma...>>

<<Coooosa? Che immagine macabra, io non ho cavato gli occhi alla mamma!>>

Ribatte il piccolo con un sorrisino da furbetto.

<<...E hai anche il suo fastidioso sarcasmo.>>

Una giovane si siede all'altro lato della panchina. Kudo si volta a guardarla, senza riuscire a scollarle lo sguardo di dosso neanche quando lei lo nota.

<<Che fai? Usi tuo figlio per addescare le fanciulle nei parchi?>>
Scherza lei, indicando il piccolo Chris con un cenno della testa.
Shinichi si appoggia allo schienale allargando le braccia in segno di resa.

<<Mi hai beccato! È assolutamente vero, altrimenti non mi scomoderei a portarlo fuori.>>

<<Ti offro un caffè, paparino?>>
Propone lei, osservando il giovane venticinquenne rilanciare il pallone al gruppo di ragazzini che occupa il campo da calcetto.

<<Significa che usare mio figlio ha funzionato?>>
Ribatte Shinichi, mentre Chris gli tira una manica della leggera felpa di cotone nel vedere passare una famiglia con un piccolo volpino di pomerania al guinzaglio.

La ragazza gli regala un sorriso ironico, per poi allontanarsi in direzione del bar.

<<Papà... guarda che carino quel cagnolino! Me ne prendi dodici?? Ti prego poi li porto fuori io e li pulisco e ci dormo insieme!>>

Shinichi si volta di nuovo verso la giovane. I jeans chiari leggermente corti a scoprire le caviglie, un paio di scarpe basse scamosciate, la camicia rosa semitrasparente che lasciava intravedere una cicatrice ormai quasi svanita, ora invisibile mentre cammina di spalle verso il chiosco.

<<Aspetta!>>

Urla Shinichi al vento, nella speranza che il suo richiamo raggiunga la sua preda  -o la sua predatrice-. La ragazza si volta, incrociando gli occhi blu del detective per un tempo che a quest'ultimo sembra eterno.

<<Guarda se al bar hanno anche una dozzina di cuccioli, Shiho!>>

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Dopo poco più di due anni dall'aver iniziato a scrivere questa fanfiction, siamo arrivati al finale tanto atteso. La stessa parola all'inizio, alla fine, e nel titolo della storia: "Shiho!" {Coai, Shinshi} si conclude così.
Grazie per aver vissuto questo viaggio nella storia della nostra scienziata e del nostro tonno preferito con me! Spero di avervi fatto emozionare, in positivo e in negativo, e che questa storia sia rimasta nei vostri cuori (anche se la minaccia del finale tragico ha continuato ad incombere sugli ultimi capitoli 😏).

Grazie di cuore a te, che sei arrivato fino alla fine 💝

-SherryMasterKeyblade

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora