Capitolo 25: Gesti.

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Flashback

Giro la chiave della porta del mio appartamento, poco dopo che un'auto dell'organizzazione mi ha riportato quì.

La serratura scatta, e all'interno la luce del lampadario è già accesa. Impugno le chiavi in modo che la punta di una di esse esca tra le fessure tra le dita del mio pugno chiuso, pronta a cavare l'occhio a chiunque sia entrato in casa mia.

Sento dei rumori provenienti dalla cucina. Prendo un profondo respiro, e poi attacco.
Akemi urla di fronte a me, mentre inciampo nel tappeto e mi sfracello al suolo, ferendomi il palmo della mano con la mia stessa arma.

<<Mi hai fatto venire un colpo! Da quando ti diverti a fare Wolverine?>>
Chiede mia sorella, mentre mi fascia la mano sanguinante.
<<Cosa ci fai quì..?>>

Lei si blocca, abbassando gli occhi azzurri sul parquet del salotto, e trattenendo dolcemente la mia mano tra le sue.
<<Shiho-chan... Dimmi la verità...>>
La domanda che seguì quella frase, fu la più terribile che una persona potesse mai farmi.
                             ****

Shinichi si sveglia alle 9.00, giusto in tempo per prepararsi e scendere per la colazione.
Guarda alla sua sinistra, il cuore colmo di gioia.
Ma Shiho non è più al suo fianco.

Recupera i pochi vestiti rimasti per terra, notando che la ragazza aveva dimenticato lì i suoi calzoncini di raso, forse non riuscendo a trovarli.

Il giovane li tiene con dolcezza tra le mani, come se stesse sorreggendo una stoffa fragile e soprannaturale.
Li osserva in ogni dettaglio, ogni minima sfumatura che muta sotto il tocco delicato delle sue dita.

Se li porta al petto, piegandoli e riponendoli nella tasca dei pantaloni,  intenzionato a ridarglieli più tardi, appena si fossero visti.

Qualcuno bussa alla sua porta.
Il giovane recupera un nuovo paio di boxer e si infila in tutta fretta la tuta, restando a torso nudo per poter impressionare alla luce del sole la bella scienziata.

<<Avanti!>>
Risponde con voce profonda, appoggiando la mano al muro per sorreggersi ed incrociando i polpacci, una rosa strappata dai vasi posti fuori dalla finestra stretta tra i denti.

<<Ehm... A dire il vero la porta è chiusa>>

"...Oh... Dannazione!"

Il detective ripone la rosa sul comodino, aprendo alla ragazzina di nove anni che lo aspetta davanti all'uscio.
<<Senti fratellone... Noi non... Non riusciamo a svegliare Shiho-san..>>

Lui scatta dalla parte opposta del corridoio, trovando la camera vuota,  con una dea addormenta sul proprio letto.
"Avvelenamento...? No... Dio no, ti prego..."

Si avvicina al materasso, a quelle labbra che solo la sera prima lo avevano fatto più felice di un bambino la mattina di Natale.

Non c'era nessun odore di mandole e cianuro, e solo quando sente Ayumi bisbigliare fuori dalla porta Shinichi deduce cosa sta succedendo.

Il suo sguardo si fa dolce, e le guance più rosse, mentre si china a baciare quella fanciulla addormentata.

Ayumi, tra i bambini, era quella che più si era rassegnata a perdere Conan. Ai era rimasta sua amica, la trattava esattamente come prima.
Ma dopo la loro trasformazione capiva come mai Haibara fosse attratta da Conan, e perché Conan non sarebbe mai potuto stare con lei.

"Ancora poco più di dieci anni, e questo problema non ci sarà più!"

Si era detta all'inizio. Ma la tenerezza che notava tra i due ragazzi che ora avevano nella squadra dei giovani detective la fece ricredere, spingendo Shinichi tra le braccia della sua migliore amica.

Shiho apre gli occhi, arrossendo di botto, e spostando lo sguardo imbronciato altrove, evitando il sorriso soddisfatto del partner.

<<Ayumi ci teneva tanto>>
Ribatte in modo scorbutico la ragazza, incrociando le braccia sul petto.

Di sotto i piatti cominciavano a tintinnare, mentre un ospite tardava a scendere dalle brande.

<<Kudo... Siamo preoccupati..>>
Spiega Ina, mentre la piccola Ayumi gioca col suo cagnolino.
<<La signora Jimifune non è ancora scesa... Abbiamo paura che... Che...>>

La giovane donna si  porta le mani sul petto, spaventata dall'idea che prima o poi tutti avrebbero fatto quella fine, compresi lei e Ido.

Il giovane fa un cenno a Tetsuo e al maggiordomo, che lo seguono al piano superiore fino alla stanza della vecchia signora.

<<Dove l'hai messo?!>>
Chiede Genta, spargendo i cuscini della stanza per aria e guardando sotto il materasso.
<<Era quì, me lo ricordo bene! Ma ora... È sparito...>>
Risponde Mitsuiko, guardando per la quinta volta nei cassetti e nell'armadio, senza risultato. Shiho esce dal bagno, incuriosita dalla stanza messa a soqquadro dai due bambini.
<<Mh? Ma che cosa state facendo?>>

Chiede ai piccoli, mentre finisce di sistemarsi la maglia viola a collo largo e i corti pantaloncini di Jeans.
<<Il soprammobile con l'orso che Ash stava per far cadere! Non lo troviamo più!>>

<<So io dov'è...>>
Shinichi fa capolino dalla porta aperta con il fiatone, indicando a Shiho di seguirlo e ai due detective boys di scendere in fretta e stare con Ayumi.

La biochimica cammina a lunghi passi in corridoio, fino a raggiungere una delle stanze dedicate alle donne, oltre la porta a vetri che dà sulla terrazza; quella terrazza che ora, a Shinichi, sembra così maledettamente vuota.

Raggiungono l'ingresso, presidiato da Tetsuo e dal maggiordomo, ed entrano.

<<Kudo...>>
Sibila la ragazza, notando il volto pallido e sudato dei due, scossi da tremori.
All'interno, sdraiata sul letto, c'è la vecchia signora Jimifune.
Il viso è macchiato di sangue, la pelle più bianca del lenzuolo su cui è morta.

Una statuetta bianca è rotolata per terra, la piccola e pesante figura dell'orso in frantumi.

Shiho! {Coai, Shinshi}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora