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Credo di sentirmi abbastanza soddisfatta delle informazioni ricevute, anche perché non voglio rovinarmi troppo la famosa "prima impressione".
Decido, quindi, di cambiare discorso affermando:
<<Mi siete state entrambe molto d'aiuto, lo apprezzo molto... ma ora vorrei chiedervi, se non vi disturba, qualche consiglio per affrontare al meglio le prove>>.

Leila e Diana si guardano per un attimo, comunicando silenziosamente qualcosa che non riesco a cogliere. Ad un certo punto, tuttavia, Diana richiama la mia attenzione su di lei e comincia a raccontare:
<<Vedi, Olli, consigli non ne ho, a parte forse di non "partire" pensando male>>
<<Già, non partire prevenuta, fidati del LIFELOAD>>, interviene Leila.
<<Sembra stupido ma la macchina sa cosa fare... è un po' il contrario di cosa fa la tua aura... Lui ti spinge verso il bene! Il consiglio migliore, quindi, che possiamo darti è di osservare tutto con la massima attenzione! >>, aggiunge Diana.

Sono un po' stranita dal loro consiglio, dato che è lo stesso di Kalei; insomma non hanno aggiunto niente a ciò che già sapevo.
A quanto pare, quindi, l'unica cosa che mi può spaventare è chi incontrerò nelle mie prove, ma soprattutto come reagirò al fatto che non posso comunicare.
In effetti, se non mi hanno dato consigli extra è perché, evidentemente, non è così difficile come credevo.
Dopo questo ragionamento contorto, mi sento più tranquilla e fiduciosa, anche se non completamente.
Sorrido spontaneamente alle mie compagne e dico:
<<Grazie, ora mi sento molto più tranquilla... una domanda però: possiamo raccontare le nostre prove agli altri compagni? Oppure c'è qualche tipo di segreto professionale?>>

Diana assume un'espressione dubbiosa, che Leila però nota subito:
<<Didi, il segreto professionale è un segreto che un medico deve mantenere verso il paziente. Per esempio se dici al dottore che hai mal di pancia, lui non può dirlo a nessuno,hai capito?>>
Cavolo, mi sono dimenticata che in fondo Diana ha solo 10 anni! Devo imparare a parlare un po' più come mangio.

Mi scuso con lei e le rifaccio la domanda con dei termini più semplici.
Diana annuisce, comprendendo la mia domanda, e risponde:
<<No no, tranquilla! Ognuno può raccontare cosa vuole... A volte è utile, visto che gli altri possono darti opinioni diverse! Pensa che la mia prima prova mi ha portato in un parco giochi, mi sono divertita a guardare gli altri bimbi sulle giostre. Poi, quando sono tornata indietro, ne ho parlato con Leila e lei mi ha detto che se ci ritornavo, dovevo fare attenzione se vedevo qualcuno che conoscevo. La volta dopo mi sono accorta che c'era mia madre!>
<<Wow>>, dico sopraffatta dal racconto.
Il pensiero di sua madre che va al parco giochi senza la figlia mi spacca il cuore...

<<Già! Punti di vista diversi possono aiutare...>>, rompe il ghiaccio Leila.
<<Bene -affermo- tutto sarà più semplice!>>.

Almeno spero!

THE COLOURS QUESTIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora