THE COLOURS QUESTION

Thoughts

È un po' di tempo ormai che ho aperto gli occhi.
Non ho idea ovviamente né da quanto sono sveglia, né di quanto ho dormito, perché non ho un orologio. So solamente che ho un mal di testa atroce: il che mi disturba non poco, dato che non pensavo possibile che in questo posto si potesse provare dolore fisico.
Il dolore mi impedisce di essere lucida nel riflettere, ma dall'altra parte mi fa sentire viva.

Credo di essere uno straccio, sia per il mio aspetto fisico, che non riesco a togliermi dalla testa dopo aver visto il riflesso del pavimento, sia per quello mentale. Ci metto la mano sul fuoco: avrò un esaurimento a breve.
Mi costringo a non pensarci e ritorno alle riflessioni iniziate al mio risveglio.

Dunque, sono morta, il che alla fine è l'ultimo dei miei problemi; sono morta perché la mia aura ha dato i numeri, questo si che mi preoccupa...
Il mio cruccio però è che devo lavorare sodo per portare a termine una qualche missione segreta.
Non riesco a smettere di chiedere a me stessa perché: perché proprio io? Perché non mi sono accorta di nulla?
Domande a cui però nessuno sa dare risposta...

Prendo la decisione di allontanare momentaneamente queste preoccupazioni e mi concedo un attimo per pensare ai miei cari...
Chissà perché mi vengono in mente solo ora; sicuramente perché ho avuto argomenti più pesanti su cui riflettere.
Penso a mia madre Cristina, al suo sorriso e a tutte le volte in cui mi ha rimproverata; penso a mio padre Giorgio e a tutte le sue stranezze...
Un'improvvisa stretta al cuore mi ricorda chi ho lasciato e chi non potrò più vedere.

Con un sorriso di sconfitta, mi ricordo di Tata Mina, dei nonni...
Nate!
La rabbia mi assale: è tutto sbagliato, non ho potuto neanche baciarlo, stringerlo o parlargli della mia vita.
Ogni ricordo mi fa male... nella mia testa vige il caos.
Spero che ogni cosa torni al suo posto.

Con questa convinzione, mi convinco a raggiungere Kalei e Rachele pronta a conoscere il mio destino.