il ricordo del passato

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Pov's Margaret

La detesto, la detesto, la detesto!

Non può pensare di contare veramente qualcosa per lui solamente dopo due volte che si sono visti.

Però ho notato che tra loro un feeling si è già creato.

Questo pensiero mi fa morire dentro: è vero che sono stata io la stronza di turno ad averlo lasciato per quel coglione del suo migliore amico Luke, che era solo un donnaiolo.

Invece Dustin...sarà il mio primo amore, il mio primo ragazzo, colui che ho amato e sempre amerò.

Spero proprio di aver messo una pulce nell'orecchio a quella Bria... qualcosa,la novellina che crede di conoscere la persona che ha davanti ma non è affatto così.

Sono io che lo conosco nel profondo, io che ho visto i suoi pregi e i suoi difetti, sono io che sono stata sempre al suo fianco quando ne aveva bisogno.

Insomma lui era tutti per me e sino a che non ci siamo lasciati era la stessa cosa per lui.

Ma adesso cosa ho io da dare? Non ho più nessuno al mio fianco che mi capisca.

Ho deciso di combattere per riaverlo anche perché da quando non l'ho più accanto mi sento completamente trasformata.

Indosso dei vestiti che detesto, sono un'ochetta ai vertici della piramide, lecchina, falsa...

Quello che detesto di più però è che comportandomi in questo modo tutti i ragazzi cadono ai miei piedi e mi desiderano tutti mentre l'unico che vorrei avere io no.

Tra tutto questo turbinio di pensieri che invadono la mia mente come degli uccelli neri, sbatto la porta e me vado via.

Dopo quel momento sento il mio corpo cedere: le gambe molli come gelatina, il busto perde i pezzi e il mio cervello è letteralmente in tilt.

Cerco in tutti i modi di ristabilirmi, di riprendermi... ma niente, nulla da fare.

Mi accascio a terra nel bel mezzo della strada, respirando a fondo cercando di non peggiorare le cose.

Un ragazzo che mi ha visto accorre in mio aiuto.

Arriva e si china affianco a me, mi prende il polso e sente se il mio battito cardiaco fosse regolare.

"Ciao. Io sono Thomas, uno di quinta liceo. Tu chi sei?"

Io lì per lì non rispondo ma poi le lacrime cominciano nuovamente a rigarmi il volto.

"Sono Margaret Baily di terza"

Lui mi guarda preoccupato e al contempo con l'aria indagatrice.
"Posso esserti di aiuto?" Mi chiede.

Inizialmente penso che stia scherzando ma poi mi rendo conto che non è così allora gli dico:

"Ho bisogno di sfogarmi ma non c'è mai nessuno che mi ascolta. Tu potresti?" Nel chiederglielo faccio gli occhi dolci nella speranza che accetti.

Lui è pensieroso inizialmente ma poi vedo comparire un enorme sorriso sulle sue labbra e risponde:
"Certo che mi va. Sicuramente deve esserci qualcuno che ti ha ferita veramente nel profondo per suscitare una reazione del genere."

Se solo sapesse quanto ha ragione...e non lo dico così tanto per dire.

Ci sediamo in un prato sotto ad un salice piangente ed inizio a raccontare tutto ciò a cui tenevo di più e che improvvisamente mi è stato portato via.

Inizio flashback
Ero solamente in terza media quando successe. Qualcosa che cambiò radicalmente la mia vita degli anni avvenire.
Era un venerdì di inizio primavera. Me lo ricordo ancora come se fosse ieri. Tutti eravamo attorno al tavolo a fare colazione: Mia e Jhoey, le mie sorelline, i miei ed io.
Quella mattina a tavola stavamo progettando le vacanze estive di quell'estate: eravamo indecisi se andate in Brasile o in Russia.  Quel giorno mia madre ci accompagnò tutte e tre a scuola e non né capì la motivazione anche perché non lo faceva mai.
Sapevo che sotto doveva esserci qualcosa... ma non così macabro da segnarmi a vita.
Portò prima le ragazze o meglio le bimbe alle elementari: all'epoca Mia era in seconda mentre Jhoey era in quinta e l'anno successivo sarebbe andata alle medie.
Poi fu il mio turno.
Durante il tragitto non riuscì a dire una parola anche perché le vedevo gli occhi velati di una tristezza incredibile.
Mi portò sino al cancello e lì mi abbracciò stringendomi forte a se e scandendo molto bene queste parole:
"Devi essere forte figlia mia. Devi prenderti cura di tuo padre e delle tue sorelle. Ti voglio un mondo di bene tesoro mio non lo dimenticare mai."
Terminato questo discorso se ne andò e io ovviamente non avendo capito entro tranquilla e beata.
Trascorsi la mattinata tra compiti ed interrogazioni, oltre al chiacchiericcio continuo con i miei due migliori amici: Sam e Kevin.
Ma da quel giorno purtroppo persi tutto il mio carattere e la mia vitalità.
Mio padre venne a prendermi a scuola con le lacrime agli occhi.
Così gli chiedo:
"Papà cosa è successo?"
Inizialmente non risponde perché le lacrime erano troppe e la disperazione di quel momento era letteralmente all'apice.
Poi ripresa la calma in tono sommesso disse:
" tua madre è morta".
Io gli chiesi dell'accaduto e lui cominciò a raccontare.
Appena è tornato a casa da lavoro ha trovato una lettera piena di scuse e un indirizzo misterioso.
Lo ha raggiunto e ha visto una scena che solo al pensiero mi viene la pelle d'oca: un uomo stava strangolando la mamma!
Le ragioni di questo ignobile atto per noi erano sconosciute. Dopo aver finito il racconto si rimise alla guida silenzioso.
Io ripensai a quel discorso insensato che la mamma mi fece quella mattina stessa e tutto ebbe un senso.
Da lì allora cambiai: diventai menefreghista, cominciai a prendere dei brutti voti a scuola, a farmi le canne solo per colmare quel vuoto che mia madre ha lasciato in me.
Chiusi i rapporti con la mia famiglia a 18 anni.
Fine flashback

Quando ho finito di raccontare mi sentì sia sollevata che triste contemporaneamente.

Lui mi ha ascoltata attentamente, senza mai fiatare, solo a fine racconto mi dice:

"Grazie per avermi raccontato tutto questo. In qualche modo voglio aiutarti. Tieni, prendi il mio numero e scrivimi questa stessa sera."

Dopo aver detto ciò mi saluta con un sorriso a trentadue denti e  se ne va.

Io rimango lì imbambolata ad ossservarlo mentre si allontana, poi giro i tacchi e torno a casa.

you are my bad boy I #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora