l'ospitalità ricevuta

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Pov's Dustin

Passano diversi giorni prima che mi lascino.

Ogni giorno, alla solita ora, arriva il dottore che come un amico mi saluta e mi fa le solite domande giornaliere: come mi sentissi, come stessi e se per caso avessi iniziato a ricordare qualche cosa di più.

Ma ogni volta la mia risposta è negativa e tutte le volte mi dice che il giorno dopo la situazione sarebbe cambiata in meglio.

Ma niente da fare...

Una mattina però, qualcosa finalmente cambia e durante la settimana mi dimettono.

"Finalmente" penso tra me e me.

Non ce la facevo più a stare in questo posto, isolato da tutto e da tutti.

Ed ecco che oggi, sabato 23 marzo mi dimettono da questo posto.

Ovviamente prima di andarmene devo compilare moduli su moduli che non leggo neanche attentamente.

Finalmente sarei tornato alla luce del sole, avrei respirato aria pura, percorso la strada per rientrare a casa.

Mi blocco istintivamente prima di riuscire a prendere quell'ascensore.

Ma dove diamine poteva essere casa mia?

Se non ricordo niente di niente è proprio un problema...

Il dottore se ne accorge e mi domanda se stessi bene.

Io, fingendo al massimo, gli dico di sì.

Lui mi guarda con aria interrogativa, cercando di capire se stessi o meno mentendo.

Poi quando si convince della mia sincerità mi lascia andare, finalmente libero.

Tra me e me penso: " sapore di libertà. Per un pelo. Meno male che sono bravo a recitare."

Prendo l'ascensore e scendo.

Provo una strana sensazione: il battito  accelera e sento lo stomaco in subbuglio.

Ed eccomi arrivato sulla porta d'uscita, esitate come non mai.

Ovviamente le persone mi guardano malissimo ed io mi faccio piccolo piccolo.

Faccio un profondo respiro, facendomi coraggio ed esco.

Vengo subito investito da un debole odore di vaniglia.

Quell'odore... È così familiare che mi volto.

Non posso credere ai miei occhi...di nuovo quella ragazza.

Oggi è molto più bella della volta scorsa: indossa una maglietta azzurra scollata, degli shorts e Delle scarpe con un tacco vertiginoso.

Sta parlando con un medico.

Credo che mi stia cercando.

"Ottima deduzione genio" penso tra me e me schernendomi.

Quasi quasi me la porto a letto... No! Ma che cazzo sto dicendo?

Però quella ragazza è talmente bella che il mio coso proprio non vuole saperne di starsene giù.

Si volta all'improvviso, mi vede e mi saluta timidamente.

Poi comincia ad avvicinarsi.

Logicamente rimango fermo a fissarla sino a che non arriva ad un metro di distanza da me.

La saluto sorridendole e facendola arrossire:
" Ciao"

Lei ricambia quel saluto poi mi domanda dove fossi diretto.

you are my bad boy I #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora