La libertà desiderata

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Pov's Brianna

La notte la passai insonne.

La sera precedente nel rapporto tra quello sconosciuto e me medesima qualcosa era cambiato.

Proprio non saprei dire che cosa sia successo precisamente...ma è accaduto e basta.

Continuo a camminare su e giù, avanti e indietro per quella stanzetta che sembrava una topaia, mi percorrendo con la mente alcuni tratti della serata precedente per metterli meglio a fuoco e sapere cosa accadesse.

Sino quel momento questo sconosciuto mi era sembrato proprio un mostro: cinico, sadico, una persona senza cuore.

Invece, ripensandoci bene, con me la scorsa notte si era comportato esattamente al contrario: dolce, premuroso, impaurito e persino scherzoso.

La mia testa stava letteralmente andando in tilt.

Non so bene cosa fare: da una parte quello sconosciuto mi attraeva e perciò ero veramente curiosa di scoprire il suo passato e anche scoprire le ragioni del reventino comportamento nei miei confronti.

Dall'altra invece, volevo solamente avere Dustin tra le mie braccia: sembra passato più di un anno dall'accaduto ma in realtà sono passato solamente due mesi.

Mi sono dimenticata ormai la sensazione di averlo accanto, giorno dopo giorno, abbracciarlo in continuazione e persino il sapore del suo bacio.

Come mio solito volegevo lo sguardo proprio al cortile dove Dustin era quasi venuto a mancare.

Nel frattempo mi domandavo come mai il mio atteggiamento nei confronti dello sconosciuto fosse cambiato a tal punto da farmi apparire schizofrenica.

Sarò sincera e coerente: quando le persone cambiano in meglio riescono in un certo senso a prendermi e a coinvolgermi a tal punto da stravolgere il mio atteggiamento nei loro confronti.

Questa ne è la prova.

Ero talmente presa dai miei pensieri che appena bussarono alla porta sussultai.

Prima di andare ad aprire Guarda il ora: erano soltanto le cinque del mattino.

"Chi diamine può essere a quest'ora?"mi domandai tra me e me mentre a passi felpati mi avvicinavo alla porta.

Mi chinai per vedere chi fosse e dovetti piegarmi a tal punto da giungere a vedere dal solo spioncino: si trattava dello sconosciuto.

Cercai di aprire la porta facendo il meno rumore possibile ma invano purtroppo.

Non mi pettino pure il tempo di aprire del tutta la porta che come un uragano irruppe nella mia stanza.

Era piuttosto nervoso: continuava a fare avanti indietro con enormi falcate, si toccava continuamente il mento con la mano e ogni tanto qualche percettibile brivido attraversava il suo corpo.

In risposta a quella reazione mi agitai e rimasi ferma immobile, proprio come un sasso.

Ad un tratto finalmente si calmò, prese un bel respiro e si mise a sedere sul letto.

Il tempo all'improvviso sembrava che si fosse arrestato.

Lui mi guardò e mi domandò:
" Va tutto bene?"

Era la prima volta che mi chiedeva ciò, Eppure Erano passati due mesi.

Io gli risposi:
"Certo."

Veramente sta bene dopo aver passato orribile giornate autonome e uguali proprio come se fossi stata una macchina.

Lui abbozza un sorriso e questo semplice gesto mi fece capire qualcosa di più sul suo conto.

you are my bad boy I #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora