nelle sue mani

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Pov's Brianna

Ormai sono passati molti giorni dall'ultima in cui ho visto Cloy.

Mi manca da morire!

Mi mancano quella semplicità e accoglienza che tutti i giorni ricevevo dalla mia migliore amica e in fondo ... Mi manca anche quella disgraziata di Margaret.

Adesso sono o meglio mi sento proprio come un automa: vuota, priva di sentimenti ed emozioni.

Non mangio, non bevo, non dormo.

Tutte queste condizioni fisiche mi stanno portando verso il cielo.

Il corpo sta perdendo tutta la propria forza vitale e si sta lasciando andare verso il baratro.

Questa è una mia decisione nonostante contrariamente alle mie aspettative sia
tratta da principessa vera e propria.

Lui mi fa avere tutto, senza farmi mancare mai nulla...tutto però secondo i suoi criteri decisionali.

L'unica cosa di cui o meglio qualcuno di cui avrei veramente bisogno me l'ha sottratta quel fatidico giorno.

Non lo vedo più da allora...

Però riesco a sentirlo gridare, urlare dal dolore per tutto ciò che gli fa fare.

Tutte le volte penso a quanto sarebbe bello essere altrove, in un mondo tutto nostro dove nel nostro piccolo possiamo essere padroni di noi stessi.

Me ne sto tutto il santo giorno rannicchiata, in questa umida stanza ( se così si può definire ) a pregare e implorare qualcuno con silenziose lacrime che colpite dalla luce del sole fanno risplendere il mio volto.

Sono cambiata molto.

Per far capire la mia situazione sono diventata come uno scheletro, il bianco si è impossessato completamente del mio corpo.

Madida di sudore sento la testa scoppiare, bruciare, martellare.

Ma niente...rimango in silenzio.

Viene tre volte al giorno per provare a dialogare o fare qualcosa di carino assieme ma tutte le volte va a finire allo stesso modo: sbatte furente la porta maledicendomi ed intimandomi di stare attenta perché prima o poi si sarebbe stancato di questo rifiuto e quindi vendicato.

Io non mi scompongo mai rimanendo immobile, taciturna, continuando a guardare al di fuori di questa maledetta finestra, una prigione impalpabile.

Ma un giorno, più precisamente un mercoledì mattina sentivo che qualcosa nell'aria stava cambiando.

Infatti non furono i soliti raggi del sole a svegliarmi ma un grido.

Mi alzai di scatto correndo alla finestra a vedere cosa diamine stesse succedendo.

Lo spettacolo che si mostrava dinanzi ai miei occhi era orribile : Dustin era stato legato ad un palo e sopportava al meglio le frustrate.

Mi voltai dalla parte opposta ma gli urli stavano diventando sempre più lancinanti e strazianti.

Così reagì di istinto: aprì la finestra e cominciai ad implorare di smetterla.

Quando la persona che stava massacrando Dustin udí il mio grido , si voltò facendomi un ghigno riprovevole.

"Cazzo non è quel lurido bastardo...ma allora lui dove diamine si è cacciato?"

Mentre questa domanda si faceva strada nella mia mente uno scricchiolio mi distrasse.

Così realizzai ciò che avevo appena fatto.

Lui appena mi vide fece un sorriso a trentadue denti.

you are my bad boy I #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora