confidarsi con un'amica

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Pov's Margaret

La mattina seguente mi alzo alle sei di mattina nonostante fosse sabato.

Ho bisogno di sapere come sta... Quindi più faccio veloce, prima arrivo in ospedale, prima lo posso vedere.

Sono stata veramente stronzissima a dare quel consiglio a Jake.

Sinceramente non pensavo che mi avrebbe ascoltato seriamente: generalmente lascia perdere ciò che dico, questa volta invece...

Cerco di scacciare via questi pensieri dalla testa.

Mi sento un vero e proprio assassino, un essere schifoso che non merita di vivere.

Nonostante mi fossi fatta un programma mentale da seguire, faccio fatica ad alzarmi dal letto.

Sento di avere le gambe pesanti come il piombo è un macigno sullo stomaco.

Vado in bagno a vedere in quali condizioni fossi: una versione orribile di me si riflette a su quella superficie.

Corro immediatamente ai ritocchi: un po' di fard qua e un po' là... Ed ecco fatto.

Mi guardo nuovamente allo specchio: decisamente meglio.

Vado in cucina a fare colazione.

Ovviamente mi ha preceduto mio padre che in braccio ha la piccola Roxanne, la sorellina più bella del mondo.

Mi domando cosa ci faccia già sveglio a quest'ora del sabato.

Come se mi avesse letto nel pensiero risponde alla domanda e me ne rivolge un'altra:
"La piccola non è riuscita a dormire stanotte. Ha la febbre molto alta e tra poco l'accompagnamento dal dottore. Tu piuttosto... Come mai sei già in piedi?"

Così gli rispondo:
" Vorrei andare a trovare quel mio amico che ieri è stato investito."

Mio padre annuisce lasciandomi da sola.

Faccio tutto con molta calma.

Faccio colazione: 4 pancakes con la Nutella e il succo, dopo di che vado a vestirmi.

Ovviamente non posso indossare niente di troppo elegante perché vado in un ospedale pubblico, ma che debbano lasciare il segno sì.

Opto allora per qualcosa di semplice ma contemporaneamente raffinato: un vestito azzurro con degli strass, una giacca bianca e Delle comode scarpe.

Quando finisco di fare tutto ciò sono solamente le 7:30.

Decido quindi di andare a fare un giro per poi dirigermi in ospedale.

"A che ora sarebbe aperto il passo? E in quale ospedale si trova di preciso?" Penso a voce alta andando sempre più nel panico.

Comincio allora a fare delle ricerche.

Subito dopo che ho acceso il computer mi arriva un messaggio da un anonimo:
" Io so dove si trova mia cara. Su internet non riuscirai a trovare proprio nulla."

Divento pallida e sento che le forze mi stanno abbandonando.

"Chi è? Cosa vuole da me? Come da a sapere i miei pensieri?"

Trovo il coraggio di rispondergli e di porgli le prime due domande.

La risposta arriva ma in un modo alquanto inaspettato: infatti davanti a me cade un vecchio e polveroso libro che si trova nella libreria sulla...sulla...

Mi volto di scatto alla mia destra: la libreria infatti si trova lì, ma un piano più su.

La analizzo attentamente: ogni libro si trova al suo posto meno quello che mi è stato lanciato.

you are my bad boy I #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora