cercando la verità...

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Pov's Brianna

È passata ormai una settimana, ma io certo me la sto godendo alla grande: vengo trattata da vera e propria principessa.

Quando scuoto la magica campanella ecco che spunta Edgar, il mio maggiordomo, accontentando ogni richiesta.

Ecco la mia giornata tipica adesso che sono Beatrice Marchetti: mi alzo alle 12:30, pranzo in compagnia della domestica Caroline ed infine esco nell'enorme giardino sottostante.

Non posso o meglio non riesco ad avere la minima idea di quanto esso sia esteso.

Guardando dall'enorme balcone, che si trova dietro l'enorme finestra della mia stanza, i miei occhi giungono sino alle montagne dove la sera va a calare il sole.

Passeggio nel prato sulla groppa di un bellissimo purosangue bianco.

Sono su una sterrata e ai lati individuo un sacco di alberi da frutto: meli, peri, banani, aranci e così via dicendo...

Sono sempre scortata dalle guardie del corpo, poiché i genitori di Bea credono che qualcuno possa farmi del male.

Ma in questi giorni ho una vera e propria crisi.

Non so più come devo comportarmi: la testa mi suggerisce di continuare a fingere mentre il cuore di tornare a casa dai miei veri genitori e dagli amici.

Sono convinta che seguirò cosa mi suggerisce il cuore, come ho sempre fatto, ma di sicuro prima avrei cercato delle risposte alle domande che mi assillano continuamente.

Così mi invento una scusa e quel giorno al posto di seguire la solita routine che andava avanti ormai da tempo resto in casa.

I miei (o meglio i genitori di Beatrice) sono usciti ed io posso iniziare le mie indagini.

Ho una domanda che mi tormenta più delle altre e voglio assolutamente trovare una risposta plausibile: perché io e Beatrice ci assomigliamo così tanto?

La casa è talmente grande che non so nemmeno da dove iniziare le ricerche...

Così decido di chiedere un piccolo aiutino ad Edgar.

Faccio suonare la campanella.

Ecco che dopo un minuto sento bussare alla porta:
"Signorina,posso entrare?"

Rispondo prontamente:
"Certo Edgar, entra pure."

Ed ecco che me lo trovo a pochi centimetri dal letto:
"Cosa desidera signorina?"

Inizialmente esito e penso a come poter formulare la domanda senza metterlo sull'attenti.

Provo a fare un sorriso e con la voce strozzata gli domando:
"Sai mica dove possono trovarsi i vecchi album e ricordi di famiglia?"

Edgar mi guarda perplesso e mi domanda con aria interrogativa:
"Sì signorina, ma a lei non le è mai importato. Posso sapere perché ci tiene così tanto a vederli?"

Rimango zitta per un secondo: devo trovare una risposta convincente in pochissimo.

Così mi avvicino a lui e fingendo di piangere gli dico:
"Perché sono cresciuta e vorrei ricordare tutto. Edgar vi supplico!"

Edgar alla fine molla e acconsente...

Finalmente sarei riuscita a levarmi ogni dubbio.

Mi prende per mano, come se fossi una bambina di 3 anni e mi sussurra all'orecchio:
" si prepari signorina a rivivere il suo passato."

Mi conduce abilmente tra numerosi corridoi, senza mai esitare, sino a giungere davanti ad una piccola porta nei pressi delle cantine.

Che stupida...Come ho fatto a non pensarci prima?

you are my bad boy I #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora