Steven's pov
"Dateci ciò che vogliamo e vi lasceremo vivere" Liam imita malamente una risata malvagia.
Lo conosco talmente bene da dire che questo è uno dei modi che preferisce per divertirsi. Adora vedere come la gente rispetta I suoi ordini con gli occhi intrisi di paura.
"Piantala" Mimo da dietro uno scaffale pieno di jeans.
Quello che credo sia il capo del negozio alza le mani tremanti mentre Dynamite Blaze, comunemente chiamato Liam, gli mostra le mani fiammeggianti.
Molte volte ho invidiato il suo potere. Può creare il fuoco coi palmi delle mani con una facilità incredibilmente naturale sfregandole tra loro. E per di più può far esplodere qualunque cosa a suo piacimento, con un semplice movimento delle dita e un po' di concentrazione. Il rumore sordo del medio e del pollice che schioccano tra loro precede sempre la detonazione molto più forte dell'esplosione che provoca, piccola o grande che sia.
"Muoviti Ace" Mi intima mentre non smette di mettere paura alle povere commesse del negozio.
I clienti sono scappati appena ci hanno visti entrare con la maschera addosso, ma altri sono rimasti pietrificati dietro alcuni scaffali.Una parte della mia coscienza mi accusa sempre come farebbe un giudice con un ergastolano. Mi sento in colpa a fare questo alle persone. Ma a volte non si ha scelta.
Per di più ho fatto un patto a me stesso, molti anni fa.
Si uccide o si fa del male ad una persona solo per difendersi, per estrema necessità. Mai per attaccare.
Però questo le persone nel negozio non lo sanno. Secondo loro avrei potuto ucciderle tanto per il gusto di farlo.
"Mi scusi, dovrei prendere quella maglietta" Mormoro ad una donna tutta tremante presa a sussurrare una preghiera.
La donna terrorizzata appoggiata ad una mensola sviene ai miei piedi.
"E io che credevo di essere stato gentile"
Afferro la t-shirt blu che mi interessa e la metto nel mio zaino. Siamo a Chicago da ieri pomeriggio e oggi ho deciso di rifarmi l'armadio completamente gratis, data la mia valigia dispersa in stazione. Probabilmente ora un barbone gira per New York con dei jeans strappati sulle ginocchia e una t-shirt degli ACDC.
Mi sono già appropriato di qualche paio di jeans, tra cui un paio per mia sorella, giusto per farmi perdonare da lei per il trasferimento.
Ora sto arraffando qua e là tra gli scaffali magliette, felpe e biancheria intima. Anche se il negozio in questione sembra più di souvenir per turisti con tanta voglia di spendere in cianfrusaglie inutili.
Mentre cerco qualche felpa, si sente il rumore delle sirene delle polizia.
La polizia ci sta già cercando...qualcuno deve averla chiamata mentre Liam era distratto.
Dannazione! Cominciamo proprio bene la nostra nuova vita a Chicago.
Due auto parcheggiano con disattenzione davanti all'imbocco della via secondaria del negozio. Fra poco avremo l'uscita sbarrata.
"Ace! Credo che non ci sia più la tua taglia, dobbiamo andare!" Liam mi prende lo zaino dalle mani mentre lo seguo dirigendomi verso l'uscita.
È stato in quel momento che l'ho vista...Quegli occhi azzurri fatti di tanti piccoli diamanti, e le labbra rosee e carnose schiuse da cui si intravedono I primi due incisivi.
"Ace!" La voce del mio amico si fa sempre più lontana.
Ormai non posso seguirlo, nemmeno se lo volessi, non ho più il controllo sul mio corpo.
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Strangers or not?
Science FictionStoria d'amore/Fantascienza Completata il 02/03/18 Ace Master. Un nome che tappezza ogni angolo e muro della città sotto ad una foto segnaletica. Ace, crede di essere l'asso, il mastro dei criminali di tutti gli Stati Uniti, il supremo tra i catti...