32- Routine

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Talia's pov

Sbarro gli occhi come tutte le mattine a causa del suono assordante della trombetta da stadio della Signora Burch, tornata ieri dalla missione. Come sempre mi ritrovo a fissare inerme distesa a pancia in su nel mio letto, le doghe in legno del letto sopra il mio. Grace, una delle mie compagne di stanza, fa scricchiolare la rete in legno e noto il materasso abbassarsi e alzarsi in base ad ogni sua mossa. Solita routine ogni mattina.

Di solito Liza Burch, non stacca il dito da quell'odiosa trombetta rossa per almeno trenta secondi, dopo di che passa in ogni stanza svegliando i dormiglioni, evidentemente sordi, con uno spruzzino d'acqua fredda in mano.
Ma arrivata a contare il ventisettesimo secondo, la trombetta smette di trapanarmi il cervello attraverso i timpani e le mie compagne di stanza balzano giù dai loro letti. Io faccio lo stesso prima che Liza passi in camera nostra.

"Ciao ragazze" saluto con uno sbadiglio, stropicciandomi gli occhi.

"Buongiorno" Grace si gratta il fondoschiena come ogni mattina e slega la treccia che tiene fermi i suoi capelli color cioccolato durante la notte.

"Ehilà" Eden mi stordisce col megafono di Soraya in mano. Ovviamente Eden Loyal e Gravity Thomas rispettivamente di dieci e dodici anni , meglio conosciute come 'le nerd' di casa, sono già sveglie, probabilmente per ripassare o studiare qualcosa.

"Perchè il megafono sta mattina?" Domando cercando di far riprendere al mio cuore un battito normale.

"Abbiamo letto ieri sera che i rumori forti aiutano a svegliare il cervello" inizia Gravity.

"Così abbiamo pensato di salutare tutti a gran voce sta mattina" finisce Eden col megafono ovviamente acceso.

"Okay, okay. Afferrato il concetto" Grace spegne il megafono alla velocità della luce intanto con l'altra mano si tappa un orecchio.

Mi stiracchio e intanto osservo Gravity cercare una maglietta nella cassettiera dietro la porta. Proprio in quel momento Liza Burch spalanca la porta. Gravity la prende di schiena e cade in avanti perdendo gli occhiali dal naso.
La signora Burch, ignara del casino che ha appena combinato se ne va ridacchiando furba alla ricerca di una vittima per il suo spruzzino.

"Ravi sta bene?" Eden accorre in suo aiuto, io le seguo mentre Grace ne approfitta per uscire e occupare il bagno.

"Avete visto i miei occhiali?" Chiede sbattendo gli occhi qualche volta.

Mi affretto a cercarli sotto il mio letto, l'unico posto in cui potrebbero essere scivolati ma è buio e pieno di polvere perciò tossisco tirando indietro la testa. Ma nel farlo prendo in pieno Eden e Ravi dietro di me che cadono per terra.

"Scusate ragazze" le aiuto ad alzarsi.

"Ora non ci vedo più nemmeno io" si lamenta Eden. Per colpa mia ha perso gli occhiali anche lei, ora dovrò cercarne due paia in stanza.

"Ciao" Page Lane, già vestita e spettinata, entra nella nostra stanza e chiude subito la porta "Dovete aiutarmi" dice con un sorriso pieno di denti ancora mancanti. Dietro la porta qualcuno batte dei forti pugni sulla porta.

"Page!" Due voci ovattate si sovrappongono mentre continuano a battere i pugni contro la porta.

"Ian e Dean vogliono indietro la palla da basket" mi spiega Page puntando i piedi contro il pavimento appoggiata alla porta per fermarla. Solo adesso noto la palla da basket che tiene sotto la sua maglietta da maschio.

Adrian Lopez e Dean Hudson, che insieme a Page compongono la nostra piccola squadra di basket, non si danno per vinti, fra poco sfasceranno la porta della mia stanza se vanno avanti così. Eden guarda nella mia direzione preoccupata, o almeno così sembra. È difficile decifrare il suo sguardo dato che lo assottiglia per mettermi più o meno a fuoco.

Strangers or not?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora