36- Berserkir

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Appartamento di Steven, Chicago.
2.43 A.M

Steven's pov

La corteccia ruvida dell'albero irrita la mia pelle anche da sopra la maglietta bianca sporca d'erba e di vernice.
Soraya guarda ancora una volta soddisfatta la casa dei suoi genitori completamente rimessa a nuovo. Ci abbiamo lavorato per mesi, ma ne è valsa la pena.

Quella vecchia villa mezza distrutta e più storta della Torre di Pisa ora è tornata al suo splendore originale. Oggi abbiamo dato l'ultima mano di bianco tutto intorno alla casa e sono completamente prosciugato delle mie energie vitali.

"Il mio povero imbianchino è già stanco?"

Sorrido con gli occhi socchiusi e piego le gambe prima appoggiate sul prato per far posto a Soraya tra di esse.
Lei si accovaccia a terra e appoggia la sua schiena al mio petto.

Ignoro il fastidio del tronco dell'albero sui muscoli esausti della mia schiena perchè la sensazione di benessere che provo ogni volta che la pelle della mia ragazza entra in contatto con la mia lo supera di gran lunga.

"Primo: Ho lavorato tanto per ristrutturare una casa nonostante io non sia nemmeno un muratore.Ho a mala pena uno straccio di diploma!" Lei sorride al suono della mia risata nell'aria "E secondo: Non ho fatto solo l'imbianchino, ho fatto qualunque cosa tu volessi al pari di una marionetta nelle tue mani"

"Tu ti sei fatto giostrare senza problemi" ridacchia lei punzecchiandomi la coscia destra con le unghie macchiate di vernice bianca. Il bianco del colore artificiale si confonde col bianco rosato della sua pelle. Ho sempre pensato che perfino Venere stessa la invidiasse per quella pelle candida e pura come un fiocco di neve appena caduto dal cielo e non ancora macchiato dallo sporco del mondo. Per quegli occhi di ghiaccio, in grado di accendere un fuoco dentro di me. E per quei lunghi capelli neri, lucidi e morbidi al pari del manto di una pantera.

"E poi non ti ho trattato certo da schiavetto"

"No, per quello c'era Roy, hai ragione" rido beccandomi uno schiaffo scherzoso sulla coscia.

"Okay, retifico. Sei stata un'ottima Leader"

Immagino I suoi occhi azzurri luccicare ancora di più al suono di quella parola. Se c'è una cosa che voleva Soraya era assomigliare a suo padre. E Stone Dimmer era stato senz'altro un perfetto Leader. Un perfetto eroe.

"Ti ho mai parlato dei Berserkir?" Due occhi fatti di neve e gelo mi guardano impazienti mentre una ciocca nera mi solletica il collo. La sposto prima di non riuscire a trattenere una risata.

"Parlamene ancora" Non mi stancherò mai di sentirla ricordare le antiche leggende raccontatele da suo padre.

"Fedeli a Odino, il dio della guerra, e coraggiosi in battaglia, i Berserkir erano uomini possenti dotati di una forza fuori dall'ordinario.

Quei guerrieri-belva scandinavi combattevano senza alcuna corazza a proteggerli, coperti soltanto da una semplice pelle d'orso o di lupo che loro stessi avevano cacciato, ucciso e del quale avevano bevuto il sangue e mangiata la carne per farne propria la forza. Grazie a quella furia acquisita, durante le battaglie entravano in uno stato mentale di ferocia che li rendeva indomiti, privi di paura, spietati, brutali e insensibili al dolore.

La loro fama di guerrieri bestiali li precedeva in ogni battaglia vichinga che combattevano. Ben presto quegli uomini divennero sinonimo di distruzione e terrore.

Mio padre raccontava di alcuni gruppi di berserkir, chiamati 'Mantelli di lupo' in cui coloro che desideravano farne parte dovevano sostenere un combattimento per dimostrare la loro ferocia e la loro dedizione al gruppo.

Strangers or not?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora