41- Codardi

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Soraya's pov

Il sole filtra dalla finestra rendendo fin troppo caldo questa piccola stanza. Eppure Steven continua a russare come se avesse appena digerito due trattori e pure I contadini che li guidavano.

Io sono sveglia da quando il cielo ha cominciato a schiarirsi fino a sfumarsi di rosa per l'alba. Ma il biondo che sta usando la mia spalla come cuscino ha un sonno davvero pesante.

Mi sembra di stare in una sauna dal caldo che si è accumulato qui e in più non circola più sangue nel mio braccio destro per colpa del testone vuoto di Steven.

Sospiro per l'ennesima volta sperando di disturbare il suo sonno ma fallisco. I modi che mi vengono in mente per svegliarlo sono troppo brutali persino per me, insomma va bene prendere in giro o picchiare una persona da sveglia ma io ho grande rispetto per il sonno. Probabilmente il fatto che soffro di insonnia ha dato maggior valore alle ore di sonno mie e degli altri.

"Steven" Lo chiamo inutilmente per la decima volta. Le ho tentate tutte, persino chiamarlo coi nomi più improbabili non ha funzionato.

"Zuccone la pianti di russare?! Sembra che tu non dorma da una vita!" Niente nemmeno sbraitando lo sveglio.

"E menomale che dicevi di essere sempre all'erta, col sonno leggero. Scommetto che chiunque avrebbe potuto far esplodere una bomba in casa e tu avresti superato il rumore della detonazione russando" Ridacchio leggermente da sola.

Steven mugola qualcosa nel sonno e si muove stringendo maggiormente il mio braccio. Mi alzo per quanto possibile speranzosa ma lui continua imperturbabile a sognare. A sognare me per giunta.

Comincio ad avvertire dei rumori fuori dalla mia stanza e alcune voci che si sovrappongono. Stanno cominciando a svegliarsi ma la Signora Burch non ha ancora suonato la sua inseparabile trombetta rossa, perciò immagino che non mancherà molto allo scoccare delle sette e mezza.

"Okay ora basta" Mi alzo cauta e silenziosa. Sposto la testa di Steven appoggiandola malamente sopra uno dei miei guantoni da boxe e mi muovo quatta per uscire dalla stanza. Vorrei lasciargli un biglietto con su scritto 'Vattene dalla finestra' ma penso che lo capirà da solo. In fondo non è poi così tanto stupido.

Scendo I due scalini per arrivare di fronte alla porta- specchio, la spingo senza metterci troppa forza e sperando che se c'è qualcuno in bagno mi fermi.
Ma nessuno lancia un urletto stridulo spaventato, perciò con un balzo sono sul pavimento del bagno.

Il vociare aumenta man mano che mi avvicino alla porta, probabilmente Ebony sta chiaccherando simpatica con Lily già a quest'ora della mattina.

Apro la porta pronta o quasi a salutare le ragazze, ma appena entrata in camera da letto trovo mia sorella Keyla inginocchiata di fronte a Lily che piange a dirotto mentre Eb la ascolta paziente.

"Che è successo?" Blocco Lily che farnetica tra un singhiozzo e l'altro anche se già immagino chi l'abbia ridotta in questo stato.

Keyla mi guarda spaventata e spiega lei al posto di Lily che in ogni caso non riuscirebbe a dire un frase di senso compiuto in questo momento ed Ebony ci metterebbe troppo tempo a cercare le parole giuste e gentili per descrivere la situazione.

"Io ero venuta per prendere le mie ultime cose da qui e ho visto Lily in lacrime mentre Eb la consolava" Mi spiega avvicinandosi impaurita. La mia faccia deve fare paura di mattina già arrabbiata.

Mi inginocchio davanti a Lily come mia sorella poco fa per cercare di capire come mai è ridotta in questo stato. Roy deve solo pregare che non sia colpa sua.

"Lily-" Ebony mi ammonisce con lo sguardo per farmi ammorbidire il tono della voce. È che quando vedo Lily o Eb o uno dei ragazzi stare male per qualcosa dentro di me monta una rabbia troppo forte per mascherarla con un tono di voce gentile.

Strangers or not?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora