17- Agenti segreti

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Steven's pov

E così, per la terza volta in quattro giorni mi ritrovo nel salotto di Soraya. La casa è stranamente silenziosa, forse perchè tutti quelli che abitano qui sono a scuola o al lavoro. Dopotutto sono appena le quattro del pomeriggio.

"Ho solo un paio di domande" Comincia Liam appena seduto sul divano coperto da un grosso lenzuolo arancione.
Soraya ci ha severamente proibito di fare domande durante il tragitto dal carcere a casa sua, e per assicurarsi il nostro silenzio ha alzato la musica a palla nell'abitacolo del pulmino. Io e Liam ci siamo sorbiti un intera playlist di canzoni rock che varia da Pink fino ai Queen per poi terminare in bellezza con gli ACDC , tutta sparata al massimo volume.

"Anche io ho una domanda" dice lei sedendosi su una delle poltrone protette anch'esse, ma da teli da spiaggia.

"Questa voglio proprio sentirla" appoggio I gomiti sulle ginocchia per avvinarmi di più a lei e al suo sguardo indagatore.
Con quegli occhi contornati di nero sembra cercare continuamente dei particolari nascosti del mio viso o di quello degli altri. Come se non le basti mai una semplice occhiata. È decisa a leggerti dentro, intenta sempre a scovare qualcosa di nuovo che meriti la sua attenzione.
La trovo assolutamente affascinante.

"Quale strano essere venuto da Marte vi ha convinto a fare una rapina in banca in pieno giorno?!"

"È stata un'idea sua!" Liam mi punta il dito contro la spalla, come farebbe un bambino colto dalla madre con le mani dentro la nutella che da la colpa di averla finita al gatto.

"E tu mi hai seguito a ruota. Potevi anche protestare prima" incrocio le braccia al petto scuotendo la testa.

"Oh, adesso è tutto chiaro" Soraya attira nuovamente la nostra attenzione e ci voltiamo entrambi verso di lei "Voi ragazzi, siete due metà di un idiota intero"
E io che speravo stesse per dire qualcosa di serio! Ma la cosa che più mi infastidisce è che Liam ride ad ogni sua battuta o insulto che sia.

"E questa come ti è venuta in mente?" Chiede Liam tra le risate.

"L'ispirazione per le mie frasi ad effetto va e viene in continuazione" Gli risponde Soraya atteggiandosi da diva per qualche istante. Distolgo lo sguardo per evitare di ridere anche io.

"Okay, sentite. Tornando alle cose serie.." Entrambi mi guardano strabuzzando gli occhi ma faccio finta di niente "Perchè ci hai tirati fuori da quella specie di prigione? E soprattutto che cos'era quel posto?"

"Ve l'ho detto, vi ho tirati fuori perchè dovrete lavorare per me" Eppure sento che c'è dell'altro sotto.." E siete finiti in una delle prigioni di massima sicurezza controllate dallo S.H.I.E.L.D"

"Aspetta, frena un attimo" Liam sta senz'altro per dire qualcosa di infinitamente stupido "Parli dell'agenzia di spionaggio di Nick Fury? Il capo degli Avengers e di tutti quei supereroi fighi?"

"Quanti S.H.I.E.L.D conosci, genio?" Domando io con fare ovvio. Stranamente sono io quello sveglio tra I due oggi, mi sento in gran forma.

Sveglio? Chi si è appena fatto salvare il culo dalla prigione per una rapina in pieno giorno?

Non cominciare a litigare da solo Stev.

"Mi sorprendi ogni tanto Steven" Soraya fa una finta espressione colpita con tanto di mano sul cuore e bocca aperta "Comunque sì, parliamo della stessa agenzia di spionaggio, anche se, da qualche anno non è più diretta da Nicholas Fury. Lui è morto" Ora mi sembra di notare una punta di tristezza in quegli occhi di ghiaccio.

"In ogni caso lo ricordo in gran forma. Come ha fatto quell'uomo a vivere così tanto? Non era nato tipo nel 1920?" Liam è parecchio interessato all'argomento a quanto vedo mentre io spero solo che Soraya arrivi al dunque. Fremo dalla voglia di sapere qualcosa in più su di lei o sulle motivazioni che l'hanno spinta a tirarci fuori da un carcere dello S.H.I.E.L.D.

Strangers or not?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora