33-S.H.I.E.L.D

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Steven's pov

Avevo sempre pensato che l'edificio del mio vecchio orfanotrofio a New York fosse uno dei più grandi del mondo. Io e Lana ci divertivamo a rincorrerci nei corridoi, e a esplorare nuove stanze, nonostante la Signorina Howard ce lo proibiva severamente. Secondo lei gli unici posti che potevamo occupare erano i letti dei dormitori, i posti in mensa e i banchi di scuola a scaldare la sedia. Ma io e Delaney possedevano qualcosa che nessun altro aveva: dei poteri speciali.

Ogni qual volta la Signorina, così si ostinava a farsi chiamare la ormai vedova e anziana Juliette Howard, stava per beccarci in una delle nostre passeggiate abusive nei corridoi. Io prendevo il volo con in braccio la piccola Delaney, e fluttuavamo insieme per un po' attaccati al soffitto.

Ma adesso, guardando gli immensi e chilometrici corridoi della sede dello S.H.I.E.L.D penso che il mio orfanotrofio in confronto sarebbe un minuscolo e insignificante puntino di mattoni.

"Cosa avevi detto prima? Ah sì" Soraya si schiarisce la voce "Mi aspettavo qualcosa di gigantesco, plateale, enorme, da rimanerci secchi" prova ad imitare la mia voce, ma sembra solo un ragazzo adolescente in piena crescita con il viso da bambino e una vociona da uomo vissuto. Non è proprio un ottimo connubio " Cosa ne dici ora Steven?"

Deglutisco, osservando ancora una volta le pareti intorno a me. Muri grigi con luci blu, probabilmente a led, in ogni angolo e fessura che creano un atmosfera molto suggestiva. Man mano che avanziamo aumentano le stanze con le pareti in vetro, grazie alle quali possiamo vedere allenarsi alcuni tra i più famosi agenti S.H.I.E.L.D, o vedere scienziati che lavorano a strane scoperte fantascientifiche. Tutto questo è straordinario.

"Okay, lo confesso. Ho giudicato troppo in fretta il posto" ammetto, facendo spuntare un sorrisetto compiaciuto sul viso angelico di Soraya.

"Tipico" ribatte lei con un alzata di spalle.

Avanziamo di qualche metro ancora per poi fermarci di fronte ad un enorme stanza per gli allenamenti. Peccato che sia vuota. Al suo interno ha attrezzi di ogni genere e alcuni degli androidi LMD creati dallo S.H.I.E.L.D per sostituire persone reali in un allenamento.

"Ragazzi, voi starete qui. Talen è un buon agente di primo livello" Il ragazzo si illumina al commento di Soraya "Vi spiegherà come funziona" Soraya fa l'occhiolino a Talen che fiero di sè prende il comando del gruppo.

Impossibile non notare lo sguardo adorante con cui lo fissa Delaney. Per poco non vedo anche dei cuoricini rosa scoppiettare intorno alla dolce coppietta.

"Muovi le chiappe Steven, non ho tutta la sera"

"Ah, no? Hai impegni?" Chiedo recuperando terreno.

Soraya mi osserva sprezzante "E anche fosse?"

"Scommetto che ritieni i tuoi impegni più segreti di alcuni affari di stato. Per orgoglio non li condivideresti con nessuno"

"Il punto è che non sono affari tuoi" mi sorride forse per l'ennesima volta in questo strano pomeriggio.
Ma la cosa che ho notato in ogni suo sorriso è che non arriva mai fino agli occhi. I suoi occhi celano sempre un velo di lacrime che non verranno mai piante, celano sempre quel sottile velo di profonda tristezza che lei si ostina a nascondere.

Ma non sa che nascondendola non farà altro che alimentarla. Forse Soraya si ostina a non capire che anche l'algida regina delle nevi ha bisogno di aiuto di tanto in tanto.

"Lo stai facendo di nuovo"

"Cosa?"

"Fissare Steven. Tu fissi le persone e le cose. Ti incanti. Evidentemente pensi sempre al senso della vita e all'immensità dell'universo" ridacchia alla sua pessima battuta.

Strangers or not?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora