"Alba, alba
Assomiglia al mattino
nei tuoi occhi
Ma le lancette
segnano le 9.15 da ore
Alba, alba
Non ha potuto tentarci
anche se ci ha provato"
-Norah Jones, Sunrise-Ryan
" Perchè un anno fa hai preso quel volo per l'Iraq con tuo padre? Dammi un motivo soltanto, se dovessi spiegarlo in una manciata di parole, che diresti?"
Era passato all'incirca un mese da quando avevo accettato di combattere i miei mostri, e ormai tutti i nostri discorsi giravano intorno a loro, niente più 'chiacchiere futili', come le definiva il dottor Allen.
Perchè avevo preso quel volo con mio padre?
Non me l'aveva già posta quella domanda? Non me lo ricordavo.
" Istinto. E perchè volevo smettere di avere paura"
E perchè avevo preso a dubitare troppo di me stesso, e per tenere lontana Syria, e per recuperare un pezzo della mia storia e magari sentirmi... completo?
Ne avevo un sacco di motivi in realtà.
" Smettere di avere paura? Mi sembra un piano impossibile, se teniamo a qualcosa o a qualcuno, è inevitabile averne" osserva saggio.
Ed è un tipo di saggezza la sua, che sono sicuro gli sia stata regalata dagli anni, e non dalla laurea appesa alle sue spalle.
" Si, forse è normale provarne un po'. Ma io ne provavo troppa. Mi impediva di vivere come avrei voluto, ho cominciato a credere che fosse un problema, che dovessi lavorare su di me per tenerla a bada" replico, faticando a trovare le parole giuste.
Dio, quanto è complicato tentare di spiegare se stessi agli altri?
" E?"
" E ho ancora paura. Ne ho più di prima" riconosco, con un pizzico di sarcasmo.
" Mmh. Scommetto che ti sei pentito. Scommetto che ti maledici tutti i giorni per non essere rimasto a casa e per aver intrapreso quel viaggio"
Già.
Abbasso gli occhi sulle mie mani e lascio che ci arrivi da sè.
" Fai male Ryan. Era un viaggio che andava fatto, soprattutto se è stato l'istinto a suggerirtelo. Sono convinto che qualsiasi cosa si scopra su se stessi, sul proprio passato, è sempre bene che venga alla luce, che ci si conosca a fondo. Neanche sentirsi incompleti sarebbe stato salutare, col passare dei giorni avresti visto quel buco nero nella tua mente allargarsi, le domande si sarebbero moltiplicate. Invece tu hai affrontato tutto non appena il seme di quel bisogno ha preso dimora dentro di te"
Gli lancio un'occhiata poco convinta.
" Non odiarti per essere tornato qui con più paure di quando sei partito, non vederlo come un fallimento. La paura non deve per forza essere qualcosa di negativo"
" Si, lo so, la paura fa parte degli istinti umani, è importante perchè ci salva dal pericolo..."
" Non parlo di quello. Sai cos'altro fa la paura? Ci permette di essere coraggiosi. 'Senza la paura non esiste il coraggio'. Purtroppo non è mia questa, ma trovo che sia una grande verità. Non soccombere alla paura, permettile di farti diventare migliore, coraggioso. Di farti crescere. Sfruttala a tuo vantaggio, ormai è li, non puoi fare altro che questo. Sbattici il muso, resta un momento a terra e poi rialzati"
Ci sa fare con le parole, e io ho sempre ritenuto questa capacità uno dei doni più belli che il mondo potesse fare a un uomo.
Ma ne sta usando così tante di belle parole, che comincio a perdermici in mezzo.
" Non la seguo più, sa? A grandi linee sono certo che abbia capito qual'è il mio problema principale, il suo discorso sul coraggio cosa c'entra? Stiamo divagando"
" Non stiamo divagando, stiamo procedendo per fasi Ryan. So qual'è il problema principale: l'accettazione. Accettare chi sei, chi sei stato, cosa hai fatto. Mettila come vuoi. Prima di quello però, devi addentrarti completamente nei ricordi. Devi essere coraggioso e non fuggire da loro. Non devi avere paura del tuo passato. Se ogni volta vedi quelle immagini come terribili mostri, se li temi, se gli permetti di trasformarsi in terribili incubi che ti svegliano la notte, non ne uscirai mai. Prima accoglili, poi accettali. Forse ti sembra impossibile conviverci, ma devi trovare l'ottica giusta"
Addentrarmi nei ricordi. Accoglierli. È questo quello a cui giriamo intorno da un mese a questa parte, parliamo di quel posto, parliamo di quello che ho iniziato a vedere con gli occhi e poi con la mente. Soprattutto con la mente.
" Per quanto resteremo fermi lì?"
" Sta tranquillo Ryan, stai procedendo bene. Non avere fretta, non c'è un modo per velocizzare il processo, non si può correre in questi casi. L'importante è davvero il semplice fatto che tu abbia trovato la forza di farti aiutare, che tu sia riuscito a smettere di aggirare l'ostacolo e che abbia voglia di tornare a vivere appieno. È molto più di quanto molti miei pazienti facciano, rendersi conto di aver bisogno di aiuto e voler stare meglio. Vedo un sacco di ragazzi trascinarsi sempre più a fondo con le loro stesse mani, ma tu invece vuoi risalire. E se vuoi ce la farai, stanne certo. Stai procedendo benissimo, ne usciremo"
Stavo procedendo benissimo. Non mi sembrava di aver fatto chissà quali passi avanti ma se lo diceva il dottor Allen, forse era vero.
Stavo procedendo benissimo. Erano parole incoraggianti, non l'avrei ammesso ma mi faceva bene sentirmele rivolgere, i miei pesi si alleggerivano per un attimo mentre le ascoltavo.
Stavo procedendo benissimo.
Purtroppo per me, le mie sedute dallo psicologo non erano l'unica cosa che procedeva bene. Almeno due sere a settimana, mentre me ne stavo seduto sul tetto, vedevo Syria tornare a casa da un appuntamento con Aiden. Non si baciavano, lei non lo faceva entrare, ma continuavano a vedersi e insieme sembravano più affiatati che mai. Mi chiedevo che diavolo stessero combinando quei due.
Di qualsiasi cosa si trattasse, qualsiasi tipo ri rapporto stessero portando avanti, era evidente che anche per loro procedeva benissimo.
E allora poteva anche non essere una gara, poteva anche non esserci alcuna fretta, ma non riuscivo a evitare di vederla in quel modo.
Dovevo vincere la mia battaglia e sconfiggere i mie demoni prima che quei due andassero oltre. Il mio procedere benissimo doveva necessariamente andare più veloce del loro.Syria
Aiden era fantastico. Meraviglioso, davvero, non c'era nulla che potessi recriminargli.
Era una persona buona, un uomo intelligente. Sapeva essere dolce, sapeva essere divertente, sapeva essere comprensivo. Sapeva rispettarmi, sapeva aspettare.
Quel ragazzo era la perfezione fatta persona, il sogno in carne ed ossa di qualsiasi ragazza vagasse sulla terra.
Che accidenti di problemi avevo io allora?
Mi attraeva fisicamente, ma non abbastanza da portare questa relazione oltre gli abbracci e i baci sulla guancia.
Adoravo le attenzioni che mi regalava, ma non abbastanza da pensare di volerle per sempre.
Mi piaceva il suo cuore gentile, ma non abbastanza da volerne diventare la custode.
Non abbastanza, non abbastanza, non abbastanza.
Com'era possibile che qualcuno senza difetti non fosse abbastanza?
Non c'erano spiegazioni logiche, non ce n'erano affatto di spiegazioni, restava soltanto un'evidente e cristallina verità da accettare, ecco cosa restava.
E quella verità era che Aiden, semplicemente, non era Ryan.
Non era le decine di notti passate l'una nelle braccia dell'altro a dormire insieme dopo aver fatto l'amore.
Non era le albe che ci avevano svegliato ogni mattina per quasi un anno, e che avremmo voluto ritardare in ogni modo per non doverci poi separare per tutto il giorno.
Non era quella sera di inizio anno passata sul tetto a scambiarci le nostre versioni di promesse di matrimonio.
Non era le sue mani che mi toccavano a volte incerte e a volte sicure, non era i suoi occhi azzurri che mi guardavano un po' con lussuria e un po' con amore, non era il suo corpo che mi avvolgeva in modo perfetto e che mi scaldava quando avevo freddo, non era quella voce calda che mi chiamava Treccine Rosse.
Non era i suoi sorrisi, non era le sue insicurezze, non era le sue fragilità, non era la sua forza, non era la sua dolcezza.
Non era il suo cuore, non era la sua anima, non era i momenti che avevamo condiviso, non era quell'amore che avevamo vissuto.
Non era il mio Piccolo Re.
E io non potevo diventare la sua Riccioli Rossi, se nel profondo mi consideravo ancora la Treccine Rosse di un altro uomo.
Le avevo tagliate quelle maledette trecce, e poi avevo sciolto quello che restava dei miei capelli. Non era servito a niente.
Forse addirittura, continuavo a sentirmi più la Treccine Rosse di Ryan di quanto mi sentissi Syria e basta.
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L'Altra Metà Della Mia Anima
ChickLit#2 { Volume 2 } { SEQUEL DI "MI ACCAREZZI L'ANIMA" } Non importa quanto tempo sia passato. I sentimenti che per un anno hanno legato Syria e Ryan, non sono morti. Hanno provato a seppellirli, a ignorarli, a trasformarli in qualcosa di meno travo...