Trentuno ~ #Ricordi

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Un anno e mezzo prima

Syria

Questi pomeriggi erano i migliori per me.
Semplici, rilassanti, rari.
C'erano momenti in cui pensavo addirittura che avrei potuto costruirci la mia vita intera con pomeriggi simili, e lo so, strano detto da una che non riesce a starsene tutto il giorno a far niente e che ha bisogno di caricare il suo corpo con l'adrenalina e di metterlo in movimento.
Ma ancora una volta era merito suo, del mio Piccolo Re.
Ryan mi aveva stravolta, era stato capace di farmi apprezzare cose che fino a mesi prima era impensabile apprezzassi.
Non avrei mai passato tutto questo tempo a sonnecchiare a letto se non ci fosse stato lui in quel letto con me.
Mi bastava percepirne la presenza perchè andasse tutto a meraviglia.
E guardarlo riposare in quegli inconsueti pomeriggi in cui, troppo esausto, si permetteva una pausa e veniva a rifugiarsi fra le mie lenzuola, era proprio diventato uno di quegli appuntamenti che si aspettavano come il Natale.
Non facevamo niente di che, Ryan saliva nella mia stanza dopo pranzo, si infilava sotto alle coperte e provava a recuperare qualche ora di sonno. Io mi stendevo al suo fianco e lo osservavo, spesso accarezzandogli le braccia o i capelli.
Poi quando si svegliava cominciava a ricambiare le mie attenzioni, o restavamo a parlare fino all'ora di cena.
Perfetto.
Non era perfetto?
Insomma, per quanto mi piacesse essere attiva, chi si sarebbe mai lamentato di ritrovarsi un bel ragazzo da poter ammirare e toccare nel proprio letto?
Ecco, appunto.
Io no di certo.
Cinque dita bollenti si insinuano sotto alla mia maglietta e mi sfiorano la pancia nuda, facendomi trasalire.
Ero sovrappensiero e con le cuffie alle orecchie, non mi ero accorta che si fosse svegliato.
" Cosa stai ascoltando?" mormora con la voce impastata e gli occhi che ancora cercano di abituarsi alla luce non troppo forte di metà giornata.
Gli passo l'auricolare.
" È un cantante italiano" spiego, quando vedo la sua faccia farsi perplessa perchè non capisce una sola parola della canzone che sta trasmettendo il mio iPod.
" Oh. Mi piace la melodia però"
" Certo che ti piace, sono i Negramaro!"
" Dovrei conoscerli?" replica, sollevando un sopracciglio divertito.
" Ok, è ovvio che tu non li conosca ma rimedieremo" lo avverto.
Volevo fargli conoscere tante cose della mia terra, e la musica era senz'altro in cima alla lista.
" Fammi ascoltare qualche canzone italiana che più ti piace o ti rappresenta"
" Ma non le capiresti"
" E tu traducimele. Potresti anche insegnarmi qualche parola in questo modo" propone, sollevadosi sul gomito e con gli occhi che luccicano.
Mi piace l'idea, mi piace la sua voglia di scoprire e di imparare sempre qualcosa di nuovo, il suo non accontentarsi mai di ciò che sa già.
E adoro l'interesse che mostra per la mia lingua: non è la prima volta che mi chiede una cosa del genere, é capitato altre volte che gli insegnassi qualche parola attraverso le canzoni che mi ha sorpreso ad ascoltare.
Sfoglio la playlist del lettore alla ricerca di un brano.
L'opzione 'uno che mi rappresenti' è troppo complicata, perciò ne cerco uno che abbia un bel significato e delle belle parole.
Siamo bravi noi italiani con le parole quando si tratta di comporre un testo.
Il mio dito si ferma su un brano che adoro.
Battiato, La Cura.
È sdolcinato da morire ma trovo che il testo sia poesia.
Sistemo meglio un auricolare nel suo orecchio e riporto l'altro nel mio, mi stringo al suo petto e gli avvicino le labbra all'orecchio libero per potergli sussurrare la traduzione.
Faccio partire la canzone, mi schiarisco la voce.
È una cosa stupida ma non sono abituata a tante smancerie, quelle poche volte che con Ryan ho fatto o detto qualcosa di carino è stato per tenermelo stretto quando rischiava di scivolare via, o dettato dall'istinto.
" Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te"
Le sue dita viaggiano leggere sulla mia schiena, sempre sotto alla maglietta, mi sfiora in modo da farmi il solletico e lasciarmi i brividi, come sa che piace a me.
" Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te"
La canzone finisce.
Ryan mi guarda con i suoi occhioni lucidi, gli basta così poco per emozionarsi quando si tratta di me.
" È bellissima. Sei bellissima"
Sorrido.
" Fammene sentire un'altra" ordina.
" Dì la verità, stai cercando di estorcermi confessioni d'amore sotto forma di zuccherose canzoni"
" Mi hai scoperto" ammette, sollevando una spalla.
" Sei romantico da far schifo" lo prendo in giro. Ma poi lo accontento.
Perché so che ha bisogno di questo, ha bisogno di sentirsi amato, ha bisogno che glielo dimostri e che glielo dica.
E se lo amo davvero non posso ignorarli i suoi bisogni.
Il mio dito stavolta si ferma su De Gregori.
" E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non avrò paura se non sarò bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
non torneremo più..."
Passiamo le ore così, tra le voci e le note di Jovanotti, Elisa, Battisti, i Coldplay, i Radiohead, i R.E.M.
Io, lui, un letto e un po' di musica. Basta davvero così poco per essere felici, per sorridere, per amare?
Forse basta semplicemente la persona giusta.
" Sto ancora aspettando quella canzone che ti rappresenta" mi ricorda, prima di alzarci per cena.
" Non ti arrendi eh?"
So che non lo farà.
Perciò mi rassegno e con quel poco di batteria rimasta faccio partire la prossima traccia.
Le Tasche Piene Di Sassi, Jovanotti.
" Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi"
Non sono nemmeno sicura che mi senta tanto mi si è abbassato il tono di voce, ma più di così non so fare. Le emozioni hanno preso il sopravvento, e non sono di quelle piacevoli stavolta.
Questa canzone esprime esattamente come mi sono sentita spesso quando ero più piccola. Mi ha accompagnata per troppi anni e dovrei odiarla ma è poesia, è stata scritta da uno dei miei cantanti preferiti e non ho mai avuto il coraggio di eliminarla dalla mia playlist.
" Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te"
La melodia si arresta e io mi affretto a togliere gli auricolari e a metterli via prima che Ryan mi chieda altro.
Quando provo a scappare con la scusa di voler preparare qualcosa da mangiare, lui non me lo permette e mi ritira contro il suo petto per abbracciarmi.
" Ti fa pensare a quando eri bambina vero?" mormora fra i miei capelli.
Come ha fatto a capirlo?
Come fa a capirmi quasi sempre, anche quando non dico niente?
E io continuo a non dire niente e lui continua a capirmi lo stesso.
" Forse ormai hai imparato a fare a meno della tua famiglia, ma è normale che da bambina ne desiderassi una migliore. Era normale che aspettassi di vedere tua madre o tuo padre all'uscita da scuola o ai tuoi incotri di boxe. Ed era altrettanto normale che ci restassi male e ci soffrissi quando capivi che non sarebbero arrivati"
" Basta Ryan, sai quanto odio parlarne"
Ogni tanto ci prova a estorcermi qualche confessione in proposito, ma a parte ciò che gli ho detto all'inizio della nostra conoscenza e una manciata di altre informazioni, non ho mai parlato di quella bambina che era tutto meno che forte come adesso.
" Lo so, lo so. Vorrei solo che parlassimo di tutto io e te, anche delle cose che fanno male. Vorrei conoscere tutti i tuoi punti deboli così se la vita dovesse colpirti propio lì, dove è più facile, saprei di dover intervenire. Ma va bene così. Grazie per aver condiviso questo brano con me"
" Non che tu mi abbia lasciato scelta" sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
Ryan ignora il mio atteggiamento, fa finta di niente e continua ad accarezzarmi, ormai lo sa che è il mio modo di non far vedere quanto qualcosa mi abbia turbata.
" Sei tu la mia famiglia ora" gli dico seria.
E la mia non è una dichiarazione romantica, ma più una preghiera, un avvertimento.
Sei tu la mia famiglia ora, non lasciarmi da sola e non lasciarmi ad aspettarti, non lasciarmi ad aspettare una persona che non arriverà mai.
" Ti amo così tanto Syria. Così tanto..." sussurra sulle mie labbra.
E mentre mi stringo a quel corpo caldo e accarezzo la sua pelle scura, quella bambina torna ad essere un ricordo lontano nella mia testa.
Mi sento stramaledettamente fortunata oggi.

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