"Se mi dai una possibilità
la prenderò
Quando sono con te
non c'è nessun posto
dove preferirei essere"
-Clean Bandit, Rather Be-Ryan
Quel giorno era l'ansia a controllarmi.
Mi faceva tremare le mani, mi bloccava il respiro, mi impediva di concentrarmi quanto avrei dovuto sui pazienti e di sorridergli come facevo sempre.
Avevo un unico pensiero per la testa sin da quando mi ero svegliato: una volta tornato a casa sarei andato da Syria e le avrei parlato.
Le avrei raccontato tutto, tutto, e non avevo idea di cosa potesse aspettarmi dopo.
Una parte di me in fondo ci credeva che non mi avrebbe mandato via, che forse mi avrebbe persino tenuto ancora più stretto a sé.
Insomma, se c'era una cosa che avevo imparato su quella ragazza, era che si impegnava ad amare poche persone, ma quell'amore era talmente intenso e resistente da essere raro su questa terra, e rientrando in quella cerchia delle poche persone a cui lo donava, era un'affermazione che potevo fare con certezza.
Chi ti ha insegnato ad amare così Syria? Perché quando sei arrivata qui nessuno te lo aveva dimostrato un sentimento simile, eppure tu ti sei avvicinata a me e mi hai amato in un modo che ancora oggi mi fa sentire fin troppo fortunato.
Adesso, probabilmente per la prima volta, mi rendo conto di come gli sbagli commessi spariscano in mezzo a quel mare d'amore. Ci sono, non si possono ignorare, ma rispetto al resto...
Forse un altro ci sarebbe passato sopra. Ma quegli sbagli avevano colpito tutti i miei punti più deboli e io non avevo saputo reagire altrimenti.
Si era ribaltato tutto dopo le decisioni che avevo preso allora.
Stasera sarebbe potuto succedere di nuovo.Avrei voluto correre subito da lei una volta finito di lavorare, più aspettavo e più mi agitavo, più rimandavo e più sarei stato un disastro con le parole. Ma Lucy mi aveva chiesto di vederci, e quando avevo provato a rimandare mi aveva scritto che ne aveva bisogno.
E io dovevo imparare a dire di no accidenti.
Sapevo che nonostante l'università fosse iniziata non aveva trovato molti amici a Denver, per cui cercavo di colmare quel vuoto, per quanto una sola persona potesse fare.
Lo facevo con piacere, lei non era un peso per me, solo... non oggi.
Ad ogni modo, con Lucy cerco di non darlo a vedere, appena metto piede nel locale in cui ci siamo dati appuntamento noto subito il suo umore nero e la preoccupazione che le aleggia intorno. Non mi allerterei tanto se non fosse che è di Lucy che stiamo parlando: la stessa ragazza iperattiva che di solito non riesce a tenere la bocca chiusa per un minuto di fila e non fa che sorridere a chiunque in una maniera tanto spontanea da farti venir voglia di sorridere anche tu così per tutto il giorno.
In fin dei conti era soprattutto per quello che l'avevo lasciata avvicinare a me, sprizzava allegria e ingenuità da tutti i pori, e anche se non riusciva mai a contagiarmi fino in fondo, almeno mi alleggeriva un po' la giornata. Era il meglio che potessi sperare prima che tornasse Syria.
Per settimane non avevo avuto altro che incubi, occhiatacce da parte di mio fratello e le uscite con Lucy.
Poi era tornata quella che ero sempre più convinto fosse l'altra metà della mia anima, e la mia vita era tornata a girare intorno a lei anche quando all'inizio non mi dava niente.
Prima intorno alle sue risposte taglienti e alla sua finta indifferenza, poi intorno a quegli occhi che erano tornati a guardami come una volta, alle sue parole che pian piano tornavano ad addolcirsi, ai baci che ci trattenevamo dallo scambiarci, agli abbracci che sostituivano tutto quello che avremmo voluto fare ma che io non potevo permettermi, a quella notte in cui non mi sembrava vero riavere le sue mani addosso e le mie su di lei.
" Sembra che entrambi abbiamo la testa da un'altra parte oggi" mormora Lucy, scuotendomi un braccio.
Mi stampo in fretta un sorriso finto sulle labbra e le stringo una mano, scusandomi.
Mi sento in colpa, quante volte lei mi ha tirato su quando il mio umore era molto più che nero? Per una sera avrei dovuto cercare di ricambiare invece di starmene a fantasticare su una ragazza che non era nemmeno qui.
" Magari si tratta della stessa cosa" continua, con un cambio di luce negli occhi che non riesco a decifrare.
" Io credo di no"
" Già, credo anch'io" concorda.
E quella luce si spegne.
" Guarda che se hai un problema puoi parlarmene" replico, sostenendo il suo sguardo abbattuto.
Non so risolvere i miei di problemi ma magari sono bravo con quegli degli altri.
Lucy tentenna, mi scruta come se si stesse chiedendo se può davvero farlo e mi conferma che sotto sotto qualcosa deve esserci per forza. Non riesco neppure a immaginare cos'è che la stia tormentando.
" Non mi va di stare in mezzo a tutto questo casino, possiamo andare a casa tua?" sbotta nervosa, alzandosi all'improvviso dalla sedia e attirando l'attenzione di un paio di uomini.
" Certo, come vuoi"
Nei successivi dieci minuti che passo in macchina, non faccio che domandarmi come andrà a finire questa serata.
Guardo l'orologio e capisco che non riuscirò a parlare con Syria. Mi rendo conto che mi manca vederla, che al di là di quello che avrei voluto confessarle -nonostate quello che avrei duvuto confessarle e la paura- non c'era nessun altro posto dove avrei voluto essere se non insieme a lei.Mi fermo davanti al mio vialetto, l'auto di Lucy accosta accanto alla mia.
Scendo e faccio per prendere le chiavi di casa dalla tasca quando lei mi raggiunge e mi blocca.
" Aspetta, non entriamo adesso, si sta così bene qui fuori..."
È titubante, e ancora nervosa considerato il suo dondolarsi sul posto.
Ha difficoltà con le parole, lei che non ha mai avuto nessun problema del genere.
E per la cronaca, qui fuori non si sta affatto bene, si gela.
" Lucy..."
" Senti, vado a casa" borbotta.
Ma che le prende?
Le afferro il braccio e le impedisco di rientrare in macchina.
" Ehi! Stasera non te ne vai da qui finché non mi dici quello per cui sono sicuro hai voluto vedermi"
Annuisce, a sé stessa, non a me.
" Ok. Lo hai voluto tu" mi avverte.
La fisso confuso, la osservo avvicinarsi e prendermi le mani fra le sue, stringerle, avvicinare il viso, le labbra... e posarle sulle mie.
Mi bacia.
Chudo gli occhi per istinto e penso subito di doverla allontanare, il mio stesso corpo lo sente che c'è quacosa di sbagliato, il mio corpo lo sente che quella non è la bocca per cui tremo di solito, la sola bocca che ho baciato da quando l'ho conosciuta, il mio corpo lo sente che quella non è la ragazza per cui mi accendo. Perfino il mio cuore, che aveva lievemente accelerato i battiti, torna a calmarsi.
Solo la mia testa prova a concentrarsi su cosa sta accadendo, cercando di capire come sarebbe stare con una come Lucy.
La verità è che la risposta non mi interessa neanche.
La allontano.
" Lucy, no..." è tutto ciò che riesco a mormorare. Ma tanto basta per farle venire le lacrime agli occhi e farle sussurrare un 'lo sapevo' prima di correre via verso la sua macchina.
L'ho lasciata avvicinare troppo, sono stato un egoista, e Jordan aveva ragione...
Un suono che fatico a identificare mi sorprende alle spalle.
Mani che applaudono?
Mi volto.
Syria.**************
**************Ho pubblicato il prologo di una nuova storia, Anche se fa male, che scriverò appena finirò questa. La trovate sul mio profilo per chi volesse dare un'occhiata. 🙄😙
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L'Altra Metà Della Mia Anima
ChickLit#2 { Volume 2 } { SEQUEL DI "MI ACCAREZZI L'ANIMA" } Non importa quanto tempo sia passato. I sentimenti che per un anno hanno legato Syria e Ryan, non sono morti. Hanno provato a seppellirli, a ignorarli, a trasformarli in qualcosa di meno travo...