Trentanove

3.4K 231 67
                                    

Lettera #22

-Ciao Treccine Rosse.
Temo che non ti piacerà quello che sto per scriverti.
L'argomento del giorno che voglio condividere con te.
Se questa lettera te la inviassi sul serio, se avessimo ancora una storia, queste parole ti farebbero davvero incazzare, ma incazzare di brutto.
Sei sempre stata gelosa tu. Gelosa da non farmene passare mai nessuna, gelosa da perdere quel contegno che per il novanta percento della giornata non abbandonavi mai, gelosa da non riuscire a nascondere quanto qualcosa ti infastidisse. Gelosa da averci perfino fatto litigare un paio di volte.
Ti ricordi come ti si increspava la faccia ogni volta che eravamo per strada e sorprendevi una donna a guardarmi? Notavo chiaramente i tuoi occhi ridursi a fessura, la tua mascella irrigidirsi, i denti che si stringevano gli uni con gli altri, le sopracciglia che si aggrottavano, i lampi che scagliavano le tue iridi di ghiaccio.
Sembra che stia descrivendo un mostro eh?
E invece per me eri bellissima.
In quel viso non ci vedevo un'espressione esageratamente deformata ma tutto l'amore che provavi per me e la paura che avevi di perdermi. Certo, in buona parte la cosa ti dava fastidio e basta, non sopportavi l'idea che qualcun altro avesse anche solo una briciola di ciò che era tuo, anche un'occhiata di troppo per te era inaccettabile e riusciva a mandarti in bestia.
Era reciproco, sai? Anch'io dentro mi riducevo così quando un ragazzo ti squadrava o ti sorrideva. Stringevo la presa su di te, lo guardavo male e cercavo di farmela passare in fretta perchè la realtà dei fatti era che tu eri stupenda, e che fosse impossibile distogliere lo sguardo da tanta bellezza me ne rendevo conto io per primo.
L'importante alla fine era che non ti sfiorassero con le loro mani, con la loro pelle. Mai dita che non fossero le mie, mai nessuno che non fossi io.
Tu, al contrario, non sapevi affatto frenarti e ti rivelavi impulsiva come sempre.
Mi riferisco a tutte le volte che ci trovavamo in un luogo pubblico -centri commerciali, ristoranti, cinema, strade affollate- e tu, vedendo una donna interessata posare gli occhi sul mio corpo, mi prendevi per i fianchi e mi costringevi a indietreggiare verso la prima parete libera. Dopodichè ti fiondavi con quelle labbra sulla mia bocca, e iniziavi a baciarmi come se non lo facessi da un mucchio di tempo, come se ci trovassimo in camera da letto e non circondati da una marea di gente, come se andando giusto un filo oltre non rischiassimo di essere arrrestati per atti osceni in luogo pubblico.
Te lo lasciavo fare però. Te lo lasciavo fare lo stesso.
Primo perchè mi piaceva vederti marcare il territorio, e secondo perchè si trattava pur sempre dei tuoi baci.
Il problema era che poi non facevo altro che pensare per il resto della serata a quando saremmo tornati finalmente a casa e ti avrei avuta tutta, questo devo ammetterlo.
Dio, eri assurda certe volte. Quei lati da ragazzina li facevi uscire proprio quando serviva, proprio quando mi facevano impazzire di più.
E io ho scoperto che non c'è niente di male certe volte nell'essere piccola.

Scusa mi sono perso nei ricordi.
Ecco quello che volevo dire.

Sai già che non ci occupiamo soltanto dei nostri soldati ma anche dei civili no?
Un paio di giorni fa abbiamo salvato delle donne. Bambine, ragazzine, giovani madri. La guerra è arrivata anche nel loro quartiere.
Al momento le stiamo tenendo con noi, aspettiamo che gli trovino una sistemazione, che chi è ferita guarisca, per quanto possibile.
Sai cosa fanno quelle stesse donne per ringraziarci una volta iniziato a stare meglio?
Si offrono di scaldarci il letto la notte.
Già, hai capito bene.
Sono rimasto spiacevolmente sorpreso quando la prima donna -che non avrà avuto neppure diciotto anni- mi si è avvicinata. Poi i miei colleghi mi hanno spiegato che è normale, che molti ne approfittano. Capita spesso.
E se non capita se le vanno a cercare altrove perchè hanno bisogno di quel tipo di sfogo.
Be' lo dicono per lo più i giovani e un po' posso anche capirli.
Un po'. Se mi sforzo.
Perchè nella mia testa invece c'è un'enorme insegna che lampeggia e con su scritto 'sbagliato'. Anche a me manca quel tipo di sfogo sai? Ma a me manca farlo con te. E non so quanto potrei risolvere questo problema sfruttando una donna a caso.
Il modo in cui si offrono non ci farebbe neppure sentire in colpa. Se le rifiuti la prima volta loro non si perdono d'animo.
Avranno i nostri stessi bisogni? Sono come gli uomini, gli basta fare un giro su un bel corpo?
Forse è gratitudine, forse un modo per non pensare, forse sperano che le portiamo via con noi in un posto migliore. Non lo so.
Non so cosa le spinga ad arrivare a tanto. Non so cosa passi per la testa di certi uomini che corrono qui per salvare vite e poi non ci pensano due volte a rovinarle.
Però è triste. Ogni cosa che vedo è triste.

Ti stai chiedendo se sono fra quegli uomini Syria? Se l'idea mi ha mai sfiorato la testa?
Sta tranquilla tesoro. Io non potrei mai.
E ne ho avuto la certezza quando una ragazzina mi si è seduta accanto e mi ha accarezzato il braccio. Mi si è schiacciata addosso, ha provato a toccarmi di più. Non parlavo la sua lingua, ci ho messo un po' a respingerla, non volevo essere brusco. Alla fine mi sono alzato e mi sono allontanato.
Non aveva nessun effetto sul mio corpo, nessun potere, niente.
È stato allora che mi sono chiesto se avrei mai provato un briciolo di quello che avevo con te, se avrei mai potuto ricominciare con un'altra. E ho avuto paura.
La vita dice sia normale, che innamorarsi ancora è inevitabile. Ma io non ne sono per niente sicuro sai?
Insomma, con te è stata una cosa fortissima, me ne rendo conto perfettamente.
E insieme abbiamo costruito un sentimento più unico che raro. Un po' perché tu eri fantastica, un po' perché avevo avuto la fortuna di essere quel corpo che custodiva l'altra metà della tua anima.
E poi dove mai potrei trovare un'altra come te? Tanto folle, impulsiva, raggazzina ma donna, forte, determinata, bellissima, capace di amarmi come sai amare tu?
Dove ritrovo quelle trecce, quegli occhi, quella bocca?
La conosciamo entrambi la risposta.

E quella risposta mi ha tormentato per ore.
Tanto che questa notte è stata quella in cui la tua mancanza ha fatto più male.
Mi è mancato il respiro. Per un po' sono rimasto in quel letto con le mani intorno alla gola, convinto che quell'ossigeno di cui necessitavo avresti potuto ridarmelo solo tu.
Qualche tempo dopo ne sono uscito. Da solo.
Resisto per te Syria. Anche se non ci sei io resisto per te.
Vorrei che sapessi che stai salvando una vita anche a distanza.

L'Altra Metà Della Mia Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora