Diciassette

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Jordan

Da adolescente ne avevo fatti a centinaia di sogni sulle ragazze che mi piacevano.
La sera, prima di andare a letto, fantasticavo così tanto su di loro che finivo inevitabilmente per trascinarle con me nelle mie visioni oniriche, e la mattina mi svegliavo sempre con un gran sorriso sulle labbra.
Era una bella spinta per iniziare bene la giornata.
Da quando avevo finito la scuola e iniziato a lavorare, di energie me ne restavano poche perfino per sognare però. A meno che quei sogni non li scordassi, c'era solo buio e io che dormivo profondamente, troppo esausto perfino per vivere una seconda vita nel regno di Morfeo.
Poi sette giorni fa avevo incontrato Miky.
E una sola notte di reale passione, mi era costata un'intera settimana di sogni vividi, intensi.
Quella ragazza era sparita dalla mia vista ma non lasciava in pace i miei pensieri, sia che avessi gli occhi aperti sia che li avessi chiusi.
Peccato che questi sogni non mi facessero svegliare affatto col sorriso, ma piuttosto con un fastidioso nodo alla gola, un vuoto allo stomaco, tanta nostalgia e un senso di mancanza che fino ad ora avevo cercato in tutti i modi di sopprimere.
Ricordavo quella manciata di ore trascorse con lei più di quanto fosse lecito.
E stavo imparando che un ricordo, se all'inizio può essere piacevole, col passare del tempo può anche cominciare a darti il tormento.
Accidenti a te Miky. Dovevi proprio finire sulla mia di macchina? Dovevi proprio farmi sapere quant'è meraviglioso stringere una donna fra le braccia per tutta la notte?
Perché ora che so com'è, è davvero maledettamente difficile farne a meno.

☆☆☆

"Sei libero questo pomeriggio? Scegli un posto, vediamoci e ti restituirò i soldi. Miky"

Freddo. Impersonale. Essenziale.
Neanche ci speravo più di rivederla. I soldi poi, erano l'ultimo dei miei problemi.
L'avrei incontrata volentieri per mille ragioni diverse, tranne che per riavere quegli stupidi soldi.
Quel giorno esco dal lavoro euforico. Prima di mettermi in macchina tolgo la divisa e indosso i miei jeans e la mia camicia bianca migliori.
Guido impaziente verso il locale in cui ci siamo dati appuntamento, e mi fermo sul marciapiede ad aspettarla.
Spero che abbia tempo almeno per un caffè.
" Jordan?"
La sua voce mi arriva alle spalle, incerta e dolce come la ricordavo.
Mi volto con un sorriso enorme, sorriso che vacilla e poi si spegne appena registro la scena che ho davanti.
Miky è splendida avvolta in un vestito aderente e in un cappotto lungo, porta i capelli raccolti in una treccia laterale e un paio di occhiali che le stanno niente male.
Potrei dire che preferisco questa versione di lei a quella in abito da sposa, ma la verità é che dopo averla vista senza niente addosso, difficilmente qualcos'altro potrà superare quella di versione.
Sarebbe un quadretto fantastico questo se non fosse per l'uomo in giacca e cravatta che le tiene un braccio intorno alla vita, con fare possessivo.
E io credo anche di sapere benissimo di chi si tratta.
É l'uomo che ha mollato all'altare.
La possibilità che se lo sia ripreso... è dura da digerire.
" Ciao Miky" la saluto, cercando di sembrare tranquillo.
Il tipo allunga una mano e si presenta.
" Logan"
Lo sapevo già.
Non rispondo neanche, accenno soltanto un mezzo sorriso e ricambio la stretta.
Questo comportamento non mi appartiene, ma in questo momento sono incazzato.
Con lei per esserci tornata insieme, per non essere venuta da sola, con lui perchè emana arroganza da tutti i pori, con me per aver fantasticato troppo su un noi due che neppure esisteva, come uno stupido adolescente.
Torno a guardare Miky, che al contrario tiene lo sguardo basso.
E Logan che riprende la parola.
" Non so come ringraziarti per esserti preso cura della mia ragazza, e scusa per tutto quel disturbo. Miky mi ha raccontato come sono andate le cose, é troppo spericolata e impulsiva a volte. Per nostra fortuna sei un bravo ragazzo, qualsiasi uomo si sarebbe potuto approfittare di lei"
Dio che voglia di scoppiare a ridergli in faccia.
Scommetto che non gli ha raccontato proprio tutto.
Scommetto che non gli ha raccontato quanto la sua spericolata e impulsiva ragazza avesse bisogno che mi approfittassi di lei.
" Non devi ringraziarmi" ribatto, schiarendomi la voce.
" Comunque ecco i tuoi soldi, c'è qualcosa in più per il disturbo che ti sei preso"
" Non voglio il denaro in più"
Conto il resto e glielo restituisco, non avrei accettato neppure un centesimo se fosse venuta da sola, in quella camera ci avevo dormito pure io in fin dei conti.
Però non so cos'è che ha raccontato a Logan, per cui cerco di comportarmi come ci si aspetterebbe che mi comportassi.
" Bene, non ti rubiamo altro tempo, buona fortuna amico"
Allunga ancora la mano, la stringo chiedendomi perché abbia completamente manipolato la conversazione.
Non sono sicuro che mi piaccia questa versione remissiva della ragazza che ho di fronte, e Logan mi da l'impressione di uno di quegli uomini che in casa fanno i padroni piuttosto che i mariti o i fidanzati.
Come diavolo ci sei finita con uno del genere?
" Ciao Jordan, e grazie. Davvero" mi dice alla fine, mentre lui cerca già di trascinarla via.
" Figurati" replico.
Vorrei dire di più, vorrei fermarla, vorrei chiederle di prendere quel caffè. Non posso fare niente invece.
Sta davvero finendo tutto così?
Addio caffè, addio possibilità, addio a quello che è successo?
Ingenuo io ad aspettarmi qualcosa di diverso.
Quando mai ho avuto fortuna con le ragazze?

☆☆☆

Più provavo a distogliere l'attenzione dal fatto che non avessi una ragazza, più questa storia mi perseguitava.
Nate, un mio collega, mi aveva pregato di accompagnarlo al centro commerciale per aiutarlo a scegliere un anello per la sua fidanzata.
E così adesso mi ritrovavo a dover guardare decine di pietre luccicanti, e a stringere i pugni per evitare di alzare le mani al cielo e urlare: "Quando sarà abbastanza?"
Evidentemente non tanto presto visto che Nate, dopo essere usciti dalla migliore gioielleria della città, prova a trascinarmi in un negozio di intimo per comprare un completino alla sua ragazza.
Stavolta mi rifiuto categoricamente.
Preferisco passeggiare davanti alle vetrine controllando l'orologio ogni cinque minuti piuttosto.
Ed è proprio quando sollevo lo sguardo dal polso che la vedo.
Miky. Appena uscita da un negozio di scarpe. Da sola.
Sta controllando il cellulare, per cui non mi nota.
Non mi fermo neanche un secondo a riflettere: annullo in due falcate la distanza che ci divide, la prendo per un braccio e la trascino nel corridoio meno affollato che porta ai bagni.
I suoi occhi si spalancano sorpresi quando ci fermiamo e mi riconosce.
" Jordan!" esclama felice.
E mi si butta addosso. Mi avvolge le braccia intorno al collo e mi abbraccia, lasciandomi perplesso. Ci metto un po' a ricambiare infatti.
Non era certo la reazione che mi sarei aspettato.
Quando allenta la presa, devo ancora riprendermi del tutto.
" L'altro giorno non ho potuto salutarti come volevo" spiega, alzando una spalla.
" Perchè no? Il tuo fidanzato è un tipo geloso?" ribatto sarcastico. Non riesco ad evitarlo.
Mi risponde con uno sguardo ferito.
" Non ci posso credere che ci sei tornata insieme. L'hai lasciato all'altare, non dopo un litigio andato a finire male" continuo, scrutandola. Vorrei essere dentro la sua testa in questo momento, per capire.
Gesù, sembro un amante che aspetta che la donna che ama divorzi una volta per tutte dal marito.
" Si, l'ho lasciato all'altare, me lo ricordo sai? Ho avuto paura, tutto qui"
Tutto qui?
Se ne sta troppo sulla difensiva per i miei gusti.
" Non ti credo. Dopo quello che mi hai detto in hotel... avevo capito che non ti piacesse più l'uomo che avevi accanto"
'Dov'eri tu prima che incontrassi Logan?' Quella frase ormai è un eco nella mia testa.
" Perchè mi stai facendo il terzo grado?"
" Non lo so! Tu... non ci pensi mai al tempo che hai passato con me? A quello che è successo fra noi?"
Ti prego non dirmi che è stata soltanto una notte di sesso, non dirmi che è quello che fanno tutti e che non vuol dire niente.
Non farmi sentire più stupido di quanto già non mi senta.
" Si che ci penso" ammette in un sussurro, osservandosi intorno e abbracciandosi da sola.
I suoi occhi sono più luminosi di una stella ora.
Non ci sto capendo nulla, non so cos'è che sto facendo, com'è che dovrei comportarmi.
Le sto facendo vedere ciò che sento e non sicuro sia una mossa intelligente.
Del resto, non sono neppure il tipo che fa giochetti.
Ok, sincero e istintivo fino in fondo quindi.
Reclamo la sua attenzione prendendola per mano.
" Chi sei Miky? La ragazza che mi si è buttata fra le braccia perchè voleva fare l'amore con me, o quella che a stento mi rivolgeva la parola davanti al suo fidanzato? Sei quella che prende il controllo o quella che permette che glielo tolgano?"
Sospira, si passa le mani sul viso e fra i capelli, fatica a sostenere il mio sguardo.
" Ti prego smettila. Non posso darti più niente Jordan" e mi implora con gli occhi nel dirmelo.
" Però puoi darlo a lui? Vuoi darlo a lui?"
" Lo faccio già da sei anni" bisbiglia, voltandomi le spalle.
Muove tre passi, ci ripensa, torna indietro.
Mi da un altro abbraccio e avvicina la sua bocca al mio orecchio.
" Perdonami se ti sto facendo male. Ti giuro che non avrei mai voluto, sei un ragazzo fantastico, non te lo meritavi. Non ti avrei mai chiesto di andare così oltre se avessi saputo che sarebbe finita in questo modo"
Preme le labbra sulla mia guancia ma indugia almeno due secondi di troppo perchè sia un semplice bacio che non significa nulla.
É triste quando va via, non so se per lei o per me.
E allora perchè te ne vai?

L'Altra Metà Della Mia Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora