Ventidue ~ #Ricordi

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"Quando ho bisogno di lottare
sii il mio scudo e la mia spada
Quando perdo il mio cuore
riportamelo
Per favore riportamelo"
-Martin Luke Brown,
Bring It Back To Me-

Un anno e mezzo prima

Syria

Io e Ryan avevamo litigato.
Non era la prima volta, non sarebbe stata l'ultima, non si trattava di qualcosa di grave e durava a malapena da qualche ora -da quel pomeriggio. Non c'era motivo di preoccuparsi e infatti non era quello il problema, ero convinta che avremmo risolto al massimo l'indomani visto che, c'era poco da fare, a restare lontani per più di un giorno non ne eravamo capaci.
Il punto al momento, era che sarei dovuta andare a dormire, ma sapevo già che senza di lui avrei riposato da schifo.
Se aveva i turni di notte in ospedale mi rassegnavo, ma saperlo nella casa accanto, da solo come me, non mi andava giù.
Si, avrei potuto chiamarlo e scusarmi -secondo Ryan in questa faccenda dalla parte del torto ci stavo io tra l'altro- però quel maledetto orgoglio non me lo permetteva.
E poi non volevo pensasse che avessi paura del temporale che c'era fuori e del quartiere rimasto completamente al buio, e che quindi l'avessi chiamato per convenienza.
Ok, di paura un po' ne avevo, ma avrei tremato tutta la notte piuttosto che chiedere aiuto per una cosa così stupida.
Perchè alla fine era una cosa stupida, no?
Sono al sicuro qui in casa, non c'è nulla da temere e non sono più una bambina.
Davvero, non c'è nessun problema.
Adesso mi metto a letto, al caldo sotto alle coperte, e aspetto che arrivi domattina.
E comunque sia chiaro, in questa storia io non ho propio nessuna colpa.
Oggi uscita da palestra ho deciso di passare in ospedale da Ryan e portargli il pranzo, ma quello che ho visto non mi è piaciuto affatto.
Lo so, è un bel ragazzo e chissà quante donne fanno le gatte morte con lui e bla bla bla, ma quella dottoressa stava esagerando. E Ryan non sembrava avere alcuna intenzione di fermarla.
Se ne stava seduto davanti ad un computer mentre lei stava appiccicata al suo braccio, gli teneva una mano sulla spalla e intanto gli spiegava chissà cosa. Ero rimasta sulla soglia di quella stanza per un minuto, studiando la situazione.
Poi la dottoressa aveva posato la mano su quella di Ryan per muovere il mouse, senza dargli la possibilità di evitare il contatto.
Poi l'aveva spintonato scherzosamente con il gomito, poi con uno sguardo e un sorriso oltremodo indecente, aveva sussurrato: "Quindi sei anche bravo oltre che molto carino".
Molto carino.
Cos'era, uno di quei gattini pelosi che ti fanno gli occhi dolci su Youtube?
Lì non ci avevo visto più. Avevo varcato la soglia e mi ero avvicinata a loro come una furia.
" Si, è molto carino vero? Sai cos'altro é? Impegnato. Perciò evita di accarezzarlo come se fosse un cagnolino da borsetta e mettiti in fila"
Forse ero stata un filino aggressiva.
Entrambi avevano sollevato di scatto la testa dallo schermo, lei perplessa e lui con uno sguardo per nulla colpevole.
Prima di girare i tacchi l'avevo fulminato con gli occhi.
" Syria"
Non aveva esitato un attimo a rincorrermi nel parcheggio.
Ero rimasta di spalle, non mi ero fermata fino a che non mi aveva preso per i fianchi e mi aveva fatta schiantare contro il suo petto.
Che colpo basso.
E lì era partito il mio solito mantra.
Non chiudere gli occhi per sentire meglio i muscoli contro di te, non portare le mani alle sue braccia, non prestare attenzione al suo respiro sul tuo orecchio, allontanati dal suo viso accostato al tuo, non respirare inalando il suo buonissimo profumo...
Be' questa diventava difficile dopo un po'.
" Non trarre conclusioni affrettate"
" Ah no? C'è mezzo ospedale che non vede l'ora di metterti le zampe addosso a quanto pare, e io stupida che credevo di dovermi preoccupare solo di Amy. Perchè non fai pagare un biglietto già che ci sei?"
" Perchè ne venderei uno soltanto, a te" aveva replicato, con la massima serietà.
" Perchè diavolo non la allontanavi Ryan?"
" Perchè è un mio superiore e se non fa nulla di sconveniente non posso dirle nulla, vuoi che me la metta contro e che mi ostacoli nel mio percorso? Sarei rovinato"
" Oh, quindi ti lascerai toccare sempre così"
" Era la prima volta che succedeva te lo giuro, da ora in poi non gliene darò più modo, eviterò di trovarmi in una stanza da solo con lei. Perchè fai così Syria? Lo sai che non mi interessa nessuna all'infuori di te"
" Lo so ma non voglio comunque vedere quello che ho appena visto"
Si era passato le mani sul viso, frustrato.
" Sei testarda"
" Sono arrabbiata" avevo tenuto a precisare.
Dopo di che me ne sono andata.
Lui non si è fatto sentire e io neppure.
Certo che a volte siamo proprio un casino.
Con un sospiro rassegnato sto per infilarmi sotto le coperte quando sulla porta della mia camera compare la figura di una persona.
Perdo dieci anni di vita prima di riconoscere Ryan, che si sfila svelto più indumenti possibili perchè inzuppati d'acqua.
" Sei uscito di casa con questo tempo?"
" Ero preoccupato per te. Non c'è luce, non c'è segnale, magari eri spaventata" spiega.
Non hai idea di quanto ti stia amando in questo momento Piccolo Re.
Rimasto solo con i boxer e tremando dal freddo, viene a stendersi sul letto accanto a me.
" Stai bene?" insiste, senza avermi ancora toccata.
" Io sto sempre bene" ironizzo, alzando le spalle.
" Sono corso sotto al diluvio per te, ho fatto il primo passo nonostante credo toccasse a te, puoi almeno non fare la sostenuta per una volta?"
Percepisco i suoi muscoli irrigidirsi e il suo rimanerci male anche se è buio e non riesco a leggere la sua faccia. Mi fiondo su di lui a braccia aperte e lo stringo, il suo corpo è gelido.
E morbido, e profumato, e mio.
" Non puoi capire quanto detesti l'idea che un'altra donna ti tocchi, anche se sopra il camice, anche se semplicemente una mano" bisbiglio contro la sua pelle.
" Si che lo capisco, impazzisco ogni volta che penso a Jax che lavora in palestra con te" ribatte, ricambiando la stretta.
" Sai cosa proprio non sopporto io? Che pensi che possa tradirti o rompere la tua fiducia. Vorrebbe dire che non mi credi quando ti dico che ti amo più di quanto abbia mai amato, o che forse non te lo dimostro, o che..."
" Shhh, basta, sono solo gelosa perchè ti amo troppo, non starci male su questa cosa ti prego"
Non volevo che tornasse ad avere nuovi dubbi su stesso.
E temendo che le parole non siano sufficienti a cancellare quelle paranoie dalla sua testa, le mie mani corrono sul suo corpo per aiutarlo a dimenticare.
Per dargli sollievo, per fargli sfuggire un sospiro, per strappargli un gemito, per far nascere sul suo splendido volto un sorriso.

Fuori c'è un frastuono tale che è impossibile addormentarsi.
E così io e Ryan facciamo l'amore tantissime volte. Lo facciamo piano, forte, con dolcezza, con passione. Lo facciamo finchè i nostri polmoni hanno respiro, finchè il corpo ne ha la forza, finchè il cuore non rischia di esplodere.
Poi esausti, cadiamo distesi l'una fra le braccia dell'altro.
" Grazie per essere corso da me. Sei venuto qui nonostante non avessi davvero idea di quanto fosse importante per me il fatto che tu non mi abbia lasciata da sola stanotte" mormoro una volta ritrovata la voce.
" Spiegamelo"
Lo accontento.
" Una volta quando ero bambina, è scoppiato un temporale anche peggiore di questo nella mia città. I miei genitori non c'erano, ero a casa con la babysitter di turno che passava la notte nella stanza in fondo al corridoio. Probabilmente se i miei fossero stati in casa avrei dormito nel loro letto per non avere paura. E invece ero sola nella mia camera, me ne stavo nascosta sotto alle coperte. Mi sono sentita male quella notte, non riuscivo ad alzarmi dal letto, chiamavo la mia babysitter ma fra la pioggia e i tuoni c'era troppo rumore perché mi sentisse. Sono rimasta lì da sola fino al mattino, finché non mi ha trovata con la febbre altissima. E lo so che ora sono cresciuta ma ogni tanto un po' ci ripenso a quella notte orribile e..."
E niente, la mia voce si spegne.
Ryan non mi costringe a dire altro.
" Mio Dio, amore mio. Ti giuro che non resterai più sola quando avrai paura. Mai più. Che si tratti di un temporale, di un incubo o che tu stia male, non resterai più da sola. Te lo giuro" mi sussurra all'orecchio accarezzandomi i capelli.
E ogni volta che credo sia impossibile innamorarmi un po' più di lui, puntualmente succede il contrario.

L'Altra Metà Della Mia Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora