Quaranta

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Lettera #25

-Ehy Treccine Rosse.
Qui da noi è piena notte in questo momento, saranno le due.
Sto scrivendo con l'aiuto di una piccola lampada che ho accanto, i miei occhi stanno facendo una fatica immensa per concentrarsi su queste righe.
Avrei potuto aspettare domani, starai pensando.
E invece non potevo.
A zittire i pensieri non sono bravo, lo sai. A rimettermi a dormire neanche ci provo.
Perciò eccomi qui.
Avevo bisogno di tenermi occupato, di scrivere, di instaurare questo bizzarro contatto con te, l'unico che potrò permettermi per un bel po' di tempo.
Ti stai chiedendo qual'é il problema?
Ho avuto un incubo.
Stai pensando che non sembra poi questo gran problema?
Be' sappi che non era un incubo normale. Non era uno di quei brutti sogni che fanno tutti, di quelli che ti fanno svegliare col batticuore e il fiato corto, che sai già essere solo un breve film frutto della tua immaginazione, che l'avrai già scordato il giorno dopo.
Nel mio sogno non c'erano spaventosi mostri dalla facce deformate né moriva nessuno che mi stesse a cuore. Non c'erano nemmeno cattivi che mi inseguivano e da cui non riuscivo a scappare, hai presente? Quando per quanto corri resti sempre fermo nello stesso punto finchè il tuo inseguitore non ti raggiunge e allora ti svegli di botto?
Nella mia visione onirica non c'era niente del genere.
Al contrario, ogni cosa era pervasa da una strana immobilità, tutto era statico e strano, e faceva paura lo stesso.
Era un incubo anche peggiore rispetto ai soliti.
E pensare che fino a qualche notte fa a farmi compagnia in sogno c'eri tu.
Adesso mi manchi anche lì.
Non è che potresti tornare? Soltanto in quelle ore più buie, quando cala l'oscurità, quando la mia mente viaggia verso mondi che non posso controllare?
Tu che sei capace di far quasi tutto, non è che sapresti trovare anche il modo di raggiungermi? Come nel mito di Amore e Psiche?
Puoi essere il mio Cupido?
Perchè io mi sento tanto Psiche in questo momento sai?
Lei, portata sulla cima di una rupe e lasciata da sola finchè Eros non la condusse al suo palazzo. Io, nascosto in questo posto dimenticato dalla civiltà... consapevole di come per me non ci sia nessuna Venere che giochi col destino e che ti faccia finire fra le mie braccia.

Mio Dio, si vede che è tardi eh? Sto delirando.
È meglio che torni al punto. Il mio incubo.

Non te l'ho ancora detto cos'è che ho sognato.
Un bambino Syria. Un bambino con un'arma.
Non c'era guerra intorno a lui, ma sapevo che era da lì che veniva. Sapevo che era in mezzo a quell'inferno che viveva.
Era tutto sporco, e piccolo, e i suoi vestiti erano strappati. E mi guardava.
Mi guardava, mi guardava, mi guardava.
A un certo punto c'erano solo questi enormi occhioni neri che mi fissavano. E non erano dolci, non erano spaventati, non erano spaesati.
Erano freddi. Erano vuoti. Erano spietati.
Ti giuro Syria, che quegli occhi sono la cosa più spaventosa che abbia mai visto.
Poi la visuale si è allargata di nuovo, ancora una volta sul corpo magro e denutrito di quel bambino.
Non sopportavo di sapere che quegli occhi gli appartenevano.
Quegli occhi mi giuravano odio. Il suo corpo mi chiedeva aiuto.

Non so quanto sia durato.
Quanto durano i sogni? Istanti? Minuti? Ore?
Anche quando non succede niente, anche quando c'è solo questa immagine impressa nella tua testa?
Mi sembra di averla osservata per un tempo infinito.
E poi all'improvviso, proprio un attimo prima che spalancassi gli occhi, quel bimbo ha preso le mie sembianze.
I miei occhi. I miei lineamenti. Le mie mani. Che continuavano a stringere un'arma. E che ora erano sporche di sangue.
Ho sollevato le palpebre ma quel bambino non è svanito subito. Intorno a me c'era il buio e quindi i miei occhi continuavano a vedere quello che mi mostrava la testa. Ho continuato a vederlo per un secondo di troppo, quanto basta per darmi la certezza che non lo scorderò più.
Si, forse tutti i sogni si dimenticano prima o poi. Ma che ne è di quelli che ti seguono nella vita reale? La vita che conduci alla luce del sole, la vita che vivi con gli occhi aperti.
I miei occhi sono aperti Treccine Rosse. E quel bambino è ancora qui.

Che diavolo significa questo?
Secondo te che diavolo significa Syria?
Si dice che quello che sogni rispecchi o ciò che desideriamo, o ciò che temiamo, o ciò su cui rimuginiamo troppo a lungo durante il giorno... o aspetti della nostra infanzia che sono finiti nel nostro inconscio e che risalgono a galla soltanto attraverso gli incubi.
Nel mio caso non è nessuna delle prime tre. Non può essere nessuna delle prime tre perciò che diavolo significa? E perchè quel sogno non è rimasto nelle mia testa, perchè mi ha lasciato una sensazione prepotente dentro, perchè sento quel sogno come uno stupido sogno non si dovrebbe sentire?
Dio Syria, l'unica cosa altrettanto forte che ho sentito è stato il tuo amore, il tuo amore dentro la mia anima.
Quell'incubo temo di sentirlo nello stesso posto.
Che vuol dire, che vuol dire, che vuol dire?
Non voglio che contamini quello spazio nostro, non voglio che contamini me... ma io mi sento già contaminato eccome. Ti giuro che non ci capisco niente ma sto sentendo ovunque emozioni che non sono in grado di decifrare.
So di averlo già detto altre volte ma stanotte mi sa che sto impazzendo davvero.
Magari è solo un momento. Magari, domani alla luce del sole passa. Magari non resterà più niente di questa notte se non questa lettera confusa.

Adesso credo che prenderò un sonnifero però. Perchè non sono neanche le tre e io ho bisogno di arrivare al più presto a domani. Di aprire gli occhi e vedere un po' di luce.
Vado.
Se vuoi venire a trovarmi, ti aspetto lo stesso. A te ti aspetto sempre.
Lo sai che fu proprio Eros a risvegliare Psiche quando cadde in un sonno profondo?
Magari fossi davvero tu la prima cosa che vedrò quando riaprirò gli occhi.

L'Altra Metà Della Mia Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora