"Ho trovato un amore per me
Il tuo cuore è tutto ciò
che possiedo
E nei tuoi occhi
stai abbracciando il mio
Combattendo contro
tutte le probabilità
lo so che andremo bene
questa volta
Sii la mia ragazza,
saró il tuo uomo
Vedo il mio futuro
nei tuoi occhi"
-Ed Sheeran, Perfect-Tre anni dopo
Syria
Questo giorno è arrivato davvero.
Avevo voluto aspettare ancora un bel po' prima di prendere e portare avanti questa decisione, ma adesso sentivo che era il momento perfetto.
Perciò, eccomi qui.
Trepidante e in attesa, che conto i secondi che mi separano da Ryan.
Dal mio futuro marito.
I punti li avevo rispettati tutti.
Sarebbe stato all'improvviso: più all'improvviso di così non si poteva proprio visto che stava per accadere e lui era all'oscuro di tutto.
Era la notte del trentuno Dicembre.
La sua famiglia era qui, mia complice.
Gli avrei giurato amore eterno e lo avrei messo per iscritto.
Sarebbe stato felice, certo che lo sarebbe stato.
Mi ero impegnata al massimo perchè questo giorno -questa serata, questa notte- lo ripagasse di tutte le cose brutte che gli erano capitate.
Dei periodi bui che aveva attraversato, che lo avevano tormentato.
Sarebbe stato più che felice.
Perchè se lo meritava. Se lo meritava come di pochi altri uomini su questa terra avrei potuto dire lo stesso.Ryan
Quella donna avrebbe mai smesso di tirar fuori dal nulla idee assurde?
Come passare la cena dell'ultimo dell'anno in un castello sperduto, ai confini della città?
Quella donna era Syria ovviamente.
A quanto pareva, due giorni fa, le era capitato fra le mani un volantino che pubblicizzava questa famosa cena di Capodanno. Cena a cui avrebbero servito buonissimi piatti dei migliori chef di Denver, e suonato musica dal vivo.
Così, senza chiedermi neppure cos'è che ne pensassi, aveva deciso che per una volta era in questa maniera che avrebbe voluto festeggiare l'arrivo del nuovo anno.
Era perfino riuscita a trascinarsi dietro la mia intera famiglia.
Non che mi dispiacesse passare una serata diversa ma, accidenti, dove diavolo ero finito?
Guidavo da un'ora ormai, destreggiandomi tra strade sterrate e poco illuminate, e un navigatore satellitare alquanto confuso.
Tra l'altro non capivo perché lei e la mia famiglia non potessero aspettare che finissi il turno a lavoro, in modo da raggiungere tutti insieme questo famigerato e sperduto castello, invece di essere partiti nel presto pomeriggio e avermi lasciato con un biglietto sul tavolo con su scritto 'ci vediamo stasera', l'indirizzo del posto e l'ordine di indossare qualcosa di molto elegante.
Da quando in qua le importava di come mi vestivo?
Era di Syria che parlavamo, e le cose a cui teneva si potevano contare sulle dita di una mano: me, la mia famiglia, la boxe e il cibo.
L'istinto mi suggeriva che qualcosa non quadrava, ma il resto di me era più che certo che si trattasse dell'ennesimo colpo di testa.
Non aveva mai smesso di averne per quanto avesse continuato a crescere.
E potevo tranquillamente aggiungere un 'grazie al cielo'.
Apprezzavo il modo in cui stesse maturando, nelle grandi e nelle piccole cose, ma non l'avrei mai voluta diversa da come l'avevo conosciuta. E in fin dei conti aveva pur sempre ventidue anni.
Era ancora la mia piccola donna. Lo sarebbe stata sempre.Quando finalmente intravedo in lontananza l'imponente struttura del castello, quasi non mi sembra vero di essere arrivato a destinazione.
La zona è stranamente tranquilla per una serata di festa, ci sono a malapena una decina di auto parcheggiate e in giro qui fuori non si vede nessuno.
Mi stranisco sempre di più quando un cameriere all'ingresso -che sembra aspettare proprio me- mi chiede di seguirlo, e mi guida su per le scale di marmo dell'antica dimora, fino ad una piccola area molto rustica e deserta.
Mi osservo intorno, incantato dalla bellezza delle mura antiche, dei dipinti appesi alle pareti e dai mobili classici che hanno l'aria di essere saltati fuori direttamente dall'Ottocento.
Questo posto somiglia tanto a uno di quelli che Syria mi faceva vedere nei suoi documentari italiani: quegli immensi castelli sicialiani pieni di affreschi, in cui avevano vissuto importanti famiglie reali.
Me ne ero innamorato subito. Amavo l'arte in generale, al contrario di Syria che restava ammaliata da ben poche cose che riguardassero quel mondo, ma la passione e l'ammirazione per i castelli era una cosa che avevamo scoperto di avere in comune.
Mi aveva perfino promesso che un giorno mi avrebbe portato nella sua terra per farmeli visitare dal vivo.
E intanto ha trovato questa meraviglia.
Non lo immaginavo così quando me ne aveva parlato, non credevo fosse una vera reggia.
Mi sorprendi sempre amore mio.
" Aspetti un momento signore" mi avvisa il cameriere.
Mi ero scordato di lui.
Apro la bocca per replicare, ma sparisce prima che abbia modo di chiedere spiegazioni.
D'accordo, deduco che nulla di ciò che Syria mi abbia raccontato su questa serata sia vero.
Cos'è che stai combinando davvero?
Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni, cerco il suo nome nella rubrica e faccio partire la chiamata.
Squilla a vuoto, ma una manciata di istanti dopo sento la sua voce alle mie spalle.
" Sono qui" la sento mormorare, con un tono di voce instabile.
Mi volto di scatto.
" Finalmente! Che significa tutto questo Syr..."
Le parole mi muoiono in gola.
Mi blocco.
Vacillo.
E così il mio respiro. E così il mio cuore.
Sento che neppure alle mie gambe è rimasta la forza necessaria per sostenermi, barcollo verso il muro per appoggiarmi ma Syria mi precede e mi avvolge le braccia sui fianchi.
Mi sostiene. Come ha promesso di fare molto tempo fa, e come ha fatto anche prima di quella promessa.
Non dice niente, del resto neanche io ne sono in grado.
Guardo i suoi occhi lucidi ed emozionati e trovo lì le risposte che cerco.
Trema quanto me, sorride più di me.
Io sono ancora troppo perso a osservare due dettagli troppo importanti per concentrarmi su qualsiasi altra cosa.
Il vestito.
Il vestito bianco, composto da un corpetto di pizzo semi trasparente tempestato di piccole perle, e da una gonna a sirena di raso lunga fino al pavimento.
Fino al pavimento e oltre, aggiungo mentalmente, notando lo strascico dietro di lei.
E il velo. C'è anche il velo.
Perchè quello che indossa è un abito da sposa.
Una volta metabolizzato questo, passo al secondo dettaglio che mi ha subito colpito.
I capelli.
Quei capelli.
Non appena ritrovo un briciolo di forza, alzo un braccio per accarezzarglieli.
Li sfioro con una delicatezza e un amore tali, che ricordo di aver riservato solo al suo splendido viso.
Dio quanto mi erano mancate, penso, sforzandomi di allontanare le mani.
Non ci riesco. E Syria mi lascia fare.
" Ciao Piccolo Re" mormora altri istanti dopo, interrompendo la trance in cui siamo caduti.
Si fa più vicina e accosta completamente il suo corpo al mio. Mi passa le mani sotto alla giacca dello smoking, mi accarezza la schiena.
" Ciao Treccine Rosse" replico con un filo di voce.
Prendo fra le dita una di quelle infinite treccine, e me la porto alle labbra per posarci un bacio.
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L'Altra Metà Della Mia Anima
ChickLit#2 { Volume 2 } { SEQUEL DI "MI ACCAREZZI L'ANIMA" } Non importa quanto tempo sia passato. I sentimenti che per un anno hanno legato Syria e Ryan, non sono morti. Hanno provato a seppellirli, a ignorarli, a trasformarli in qualcosa di meno travo...