Lettera #10
-Buongiorno Treccine Rosse.
Be' buongiorno un accidenti per quanto mi riguarda, ma magari per te lo è.
Come ti senti quando ti alzi dal letto al mattino Syria? Ancora da schifo per colpa di quello che ti ho fatto? O inizi a stare meglio?
Me lo meriterei proprio se tu che sei stata lasciata non avessi problemi a ricominciare, mentre io che ti ho lasciato nella speranza di stare meglio, stessi solo peggio. Peggio di un mese fa , peggio di te.Ti ho sognata stanotte. Pochi istanti fa. Adesso è l'alba e mi sono svegliato con il ricordo del tuo viso per la testa, con il ricordo del tuo sapore sulle labbra, con la sensazione che fossi proprio qui, su questo letto scomodo accanto a me, con l'illusione che una volta aperti gli occhi saresti stata la prima cosa che avrei visto.
E invece niente di tutto questo era nè sarebbe stato reale. Perchè tu sei rimasta in quel sogno. E di te in questa realtà continuo a non avere niente.Jordan non mi parla. Non riesco nemmeno ad immaginare fino a che punto ce l'abbia con me se ogni volta che papà prova a passarmelo per telefono la linea cade all'improvviso.
Non mi risponde ai messaggi. Non vuole sentire la mia voce. Non vuole avere niente a che fare con me.
Senza volerlo ho perso un'altra delle persone che amavo più di me stesso. Ho perso il mio fratellino. Ho fatto del male anche a lui.
I sensi di colpa mi divorano. Quelli e gli incubi. Quelli, gli incubi e la paura. E un mucchio di altre cose per la verità.
La mia testa non trova pace, non trova riposo, e di conseguenza neanche il mio corpo ci riesce.
Se non sto correndo da un ferito a un altro, se non sto mangiando, se non sto chiacchierando con papà, me ne sto disteso con i sensi in allerta e i pensieri in rivolta, i muscoli rigidi, tutto teso.
Mi sembra di star perdendo dieci anni di vita.
E le mie parole continuano a saltare da un discorso all'altro senza finirne mai nessuno.
A quanto pare è un segno della gran confusione che mi annebbia il cervello e delle mille cose che avrei bisogno di dire ma che mi tengo dentro.
Le sto dicendo a te però. A questo foglio bianco. Vale? Un po' mi fa bene e questo mi basta.
Se fossimo rimasti in contatto avrei un cellulare fra le mani invece di una penna e starei ascoltando la tua voce, la mia anima si starebbe confidando direttamente con la tua.
Ma le cose sono andate diversamente perciò immagino di poterti parlare solo così. Come se fossimo tornati indietro di un secolo. Come se esistessero soltanto le lettere per comunicare e perciò devo farmele andar bene e sforzarmi per far si che riesca a riversarci nel modo giusto tutto l'amore e tutti i sentimenti che provo, sperando che ti arrivino anche senza potermi scrutare in faccia, anche senza sentire il tono della mia voce -che sia spezzata, che sia sollevata, che sia preoccupata.Ho sviato per l'ennesima volta.
Ho saputo da papà che Jordan è in Italia con te.
Quindi alla fine te ne sei andata. Sei tornata nel tuo mondo. Non sei più ad un passo da casa mia, e molto probabilmente non ti ci ritroverò al mio ritorno.
Ti prego dimmi che vi siete fatti soltanto una vacanza. Dimmi che siete partiti per un piccolo viaggio post diploma, che tu volevi rivedere la tua terrà per qualche giorno, che ti mancavano il mare e il caldo, che mio fratello ti ha accompagnato e che quando ripartirà risalirai su quell'aereo con lui.
Dimmi che ho ragione e che non hai lasciato la nostra città -la nostra casa, la nostra vita- per sempre. Dimmi che è così Syria.
O ti ho persa? Ti ho toccata, ti ho parlato, ti ho baciata e ho posato gli occhi su di te per l'ultima volta quella notte? L'ultima volta in assoluto?
Non può essere. Lo sai anche tu che non può essere tesoro.
Ok, ok. Ti ho lasciato intendere che era questo ciò che desideravo. Volevo troncare, volevo stare da solo, volevo una nuova vita dove tu non ci fossi.
Ma ero ferito, ero spaventato, ero preoccupato, ero deluso... ero diventato così tante cose da averci smarrito nel mezzo quell'uomo che viveva per te. Perchè la vita era più bella con te. Perché la vita era proprio vita con te. Perchè avevo preso a girare intorno a te come se fossi un pianeta. Non era quello che volevi? Essere il centro del mio universo.
Lo eri.
Lo sei.Ad ogni modo, mentre ti dicevo quelle cose terribili tu eri comunque lì, vicina, e non ci siamo rivolti la parola che per pochi giorni.
Adesso invece quei giorni sono tanti. Sono troppi. E non possono trasformarsi in 'per sempre'.
Io non posso non rivederti più per cinquanta o sessant'anni, lo capisci?
Mi manchi come non avrei mai potuto immaginare quando ti ho lasciata.
Come potevo sapere che sarei stato così? Che non solo non sarei stato in grado di voltare pagina, ma che ogni cosa intorno a me avrebbe perso luce e colore?
E so che non dipende soltanto dal luogo in cui mi trovo quella mancanza di luce e colore.
Praticamente sei tu che mi stai tenendo in vita in questo posto. Ma se dovessi restare dove sei volata tanto in fretta, se una volta atterrato a Denver dovessi non trovarti in quella casa...
È una possibilità, lo so.
Mi sembra di toccarla con mano tanto può essere reale.
Insomma, io sono qui, non ho distrazioni o occasioni che possano stravolgermi l'esistenza, e alla fine questo davvero era il posto meno adatto per dimenticarti.
Ma tu... tu stai vivendo. Fai esperienze, incontri gente, cresci.
Ti innamori di qualcun altro?No, non posso pensare a questo adesso.
È meglio che chiuda questo foglio prima di ricominciare con le paranoie. È meglio che mi alzi da questo materasso e cominci questa giornata.
Adesso smetto davvero. Tanto ti porto lo stesso con me.
Sei nel mio cuore, sei nella mia anima. Sei ovunque.
Buona giornata tesoro.
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L'Altra Metà Della Mia Anima
Chick-Lit#2 { Volume 2 } { SEQUEL DI "MI ACCAREZZI L'ANIMA" } Non importa quanto tempo sia passato. I sentimenti che per un anno hanno legato Syria e Ryan, non sono morti. Hanno provato a seppellirli, a ignorarli, a trasformarli in qualcosa di meno travo...