Cinquantadue

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"Ho giocato tutte le mie carte
Ed è quello che hai fatto anche tu
Non c'è più niente da dire
Non c'è più alcun asso da giocare
Chi vince prende tutto
Chi perde si sente piccolo
accanto alla vittoria"
-Abba, The Winner Takes It All-

Jordan

Ho quasi paura a pensarlo.
Ma sembra che finalmente, nella mia vita, ogni cosa stia andando per il verso giusto.
Lavoro. Famiglia. Amici.
Amore.
Ero giunto in quel rarissimo momento in cui, se mi avessero chiesto di esprimere un desiderio, non avrei avuto proprio un bel niente da desiderare.
Forse semplicemente, che tutto restasse esattamente così.
Con me che mi svegliavo la mattina con una bellissima donna accanto, mi preparavo per un lavoro che mi faceva sentire bene con me stesso, e tornavo a casa la sera da quella stessa donna e dalla famiglia migliore che potesse esistere.
Anche per Miky le cose si erano aggiustate.
Be' quasi tutte.
La madre ce l'aveva a morte con lei: si rifiutava di parlarci, di vederla, di averci a che fare in generale.
Non avevano mai avuto un bel rapporto ma intuivo che la mia ragazza ci fosse rimasta comunque male, anche solo per il semplice fatto che quella donna senza cuore, rappresentava l'unico elemento di una famiglia spezzatata che non l'aveva mai amata come avrebbe meritato.
Grazie al cielo, c'era la mia di famiglia che era sempre disposta a colmare ogni vuoto e ad accogliere i nuovi arrivati come fossero un dono dal cielo.
Credo che mio padre dopotutto la considerasse davvero così, proprio come aveva considerato Syria un dono per Ryan.
Queste due ragazze avevano dato un sorriso nuovo ai volti dei suoi figli, e sapevo che per papà era una ragione più che valida per amarle incondizionatamente.
Ero fortunato. Dopo anni in cui mi ero sentito fortunato a metà, spesso sbagliato, altrettante volte con un'enorme mancanza nel cuore, adesso mi sentivo fortunato e basta.
Felice. Innamorato. E quando hai tutto, la parola amore non si limita più a valere solo per le persone, ma vale anche per la vita stessa.
Avevo imparato ad amare la vita, e amarla era ben diverso dall'apprezzarla soltanto. 
Era quello che avevo cercato di insegnare anche a Miky. Aveva capito in fretta.
Specie quando i pesi sulle sue spalle si erano alleggeriti di colpo.
E tutto ciò era successo una volta denunciato quel bastardo di Logan. Avevamo passato un paio di giorni difficili quella settimana, ma alla fine avevamo ottenuto un ordine restrittivo.
Purtroppo niente di più, e ce lo aspettavamo considerata la posizione sociale che Logan occupava in questa città.
Ce lo saremmo fatto andare bene lo stesso, in fondo tutto ciò che mi importava era sapere Miky al sicuro con me, pronta a ricostruire la sua vita da capo.
Si era trovata un lavoro come cameriera, sostenendo di voler mettere dei soldi da parte e poi magari chissà, tornare a studiare.
Per una che negli ultimi anni si è ritrovata a vivere di agi, si è saputa rimboccare le maniche per bene, e io non posso che essere fiero di lei.
La amo. E ormai posso dirlo con certezza.
A diciannove anni ho finito per avere molto più di quanto abbiano molti ragazzi della mia età.
Voglio vederla come una specie di ricompensa per non aver mai smesso di sperare.
Per non essermi abbassato al livello degli altri.
Per aver sempre creduto -seppur con molta fatica- di essere giusto anche se diverso.
Tutto ciò che ho ottenuto ha molto più valore in questo modo. Perchè l'ho ottenuto seguendo la mia strada.
Non ho preso scorciatoie. Non ho seguito la massa per paura di imboccare la via sbagliata.
E oggi mi ritrovo con qualcosa di meraviglioso fra le braccia. Nel cuore. Nell'anima.

Miky

Mi sento una sorta di Cenerentola.
Prima sfruttata e poi abbandonata dalla famiglia, alla fine salvata da un principe azzurro.
Dio, cosa sei Jordan.
Nemmeno nei miei sogni di bambina avrei mai potuto sperare in un uomo del genere.
Insomma, i principi esistevano nelle favole. Nella realtà c'erano solo uomini che se eri fortunata a sufficienza, ti amavano e ti trattavano abbastanza bene da far valere qualcosa la tua esistenza.
Ma tu Jordan, tu sei un principe azzurro a tutti gli effetti. E io che ormai credevo di non meritare niente, mi sono ritrovata ad essere maledettamente e meravigliosamente fortunata. Felice. Innamorata. Viva.
Già, viva.
Piena di quella vita che di punto in bianco capisci di voler vivere secondo per secondo, che senti scorrere nelle vene come una continua scarica di energia, che non ti fa versare più neppure una lacrima e che al contrario, ti dipinge sulle labbra un sorriso permanente.
Che cosa sono stati tutti questi anni che ho trascorso al buio in confronto? Sento di aver sprecato troppo tempo, ma d'altra parte nessuno mi aveva mai inseganto quanto di prezioso ci fosse in ogni attimo di ogni giornata. Nessuno mi aveva fatto riflettere su quanto ogni vita fosse unica, nessuno mi aveva ricordato che una volta finita, non ne avrei avuto un'altra più bella, un'altra dove rimediare agli sbagli, un'altra dove essere più coraggiosa, un'altra che fosse degna di essere vissuta.
Questi anni sono tutto ciò che avrò, devo tenermeli stretti.
E non solo quelli.
Dovrò tenermi stretto tutto ciò che pian piano mi sarò guadagnata, dovrò tenermi stretto Jordan, dovrò essere forte e coraggiosa, dovrò faticare, dovrò essere vigile, perchè basta distrarsi un secondo e quanto hai di più bello rischia di esserti portato via, come una conchiglia lasciata sulla riva e poi trascinata in mezzo all'oceano dalla marea.
Non voglio più dover toccare la riva per capire di star facendo uno sbaglio.
Il destino mi ha suggerito da sempre che sarei stata una ragazza destinata a perdere.
Ma l'amore le ha infrante le regole di quel destino, e oggi sono una che vince.
Finalmente sono serena.
Lo so, mi attendono ancora tanti ostacoli, perchè in fondo chi non ne affronta?
Ma non importa.
Adesso vale la pena di giocare ogni partita.
A casa mi aspetta una ricompensa più che valida.

L'Altra Metà Della Mia Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora