Capitolo 5

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[Lexa POV]

Un'altra settimana è passata e non ho mosso un dito per cercar di sbrogliare il casino che ho in testa. Ho rimandato giorno dopo giorno facendo finta di niente e, ovviamente, ho soltanto peggiorato la cosa. Il mio pensiero fisso è su di lei, Clarke Griffin, e sul perché mi spaventa così tanto la sua presenza. Ammesso e non concesso che le reazioni del mio corpo siano dettate dalla paura.

Questo groviglio confuso di pensieri è frustrante, ed onestamente non posso più andare avanti in questo modo. Adesso ho un'unica certezza: mi sono stancata di tutto ciò. Devo prendere di petto la situazione, non sono mai stata codarda in vita mia e non ho certo intenzione di diventarlo.

"Anya, per favore, puoi venire nel mio ufficio?", le chiedo all'interfono.

"Agli ordini capo", replica con un tono ironico.

"Anya, quante volte te lo devo dire di non chiamarmi 'capo'?"

"Sì, capo", mi risponde continuando a prendermi in giro.

"Entro la giornata Anya...", le chiedo seccata scuotendo la testa.

"Arrivo, arrivo", brontola chiudendo la conversazione.

L'instante dopo la vedo entrare nella stanza con il tablet in mano.

"Mi voleva vedere... capo?", mi chiede sfoggiando tutta la sua retorica ed un sorriso beffardo stampato sul viso.

"Anya, non è giornata... ti prego, piantala!", rispondo secca.

"Ok, ok, la smetto. Volevo solo farti ridere un po'. Negli ultimi tempi non ti riesce molto bene la cosa".

"Ti ringrazio per la premura, ma sto bene così", taglio corto sperando che molli la presa.

"Come vuoi, il capo sei tu...", la fulmino con lo sguardo prima di ritornare al vero motivo per cui l'ho chiamata.

"Anya, ho visionato i bozzetti, anche gli ultimi che mi lasciato sulla scrivania l'altro giorno... e...", la lascio in sospeso, divertendomi un po' io questa volta.

"E? Cavolo Lexa, te l'hanno mai detto che la vendetta è un piatto che va servito freddo?", mi incita a continuare, frustrata dalla mia pausa.

"E, sono bellissimi, innovativi e potrebbero diventare la nostra collezione di primavera/estate 2018... avevi ragione la Griffin ha talento".

"Beh, non per vantarmi, ma sono io che l'ho assunta", si pavoneggia, lucidando le unghie sulla maglia per poi soffiarle l'istante dopo, come gesto di superiorità.

"Ok, miss so-tutto-io, questa volta sei sta brava, ma...".

"Ma che cosa? Certo che per una volta potresti farmi un complimento senza ma o però!", ribatte fingendo di essere offesa.

Sorrido della sua espressione.

"Anya sei una grande... batti cinque. Missione far ridere Lexa: ultimata!", esclama la mia migliore amica complimentandosi con se stessa.

Scoppio a ridere trascinando l'istante dopo anche lei. 'È una pazza scatenata...', penso.

"Dicevo... occorre sistemare solo qualche dettaglio e, a questo proposito... mi potresti organizzare subito una riunione con la Griffin?".

È già la seconda volta che pronuncio il suo nome e il mio corpo non reagisce, forse sto migliorando.

"Hai delle preferenze?".

"Il prima possibile, magari questo pomeriggio..".

"Sarà fatto capo...", la guardo storta per l'epiteto con cui si ostina a chiamarmi, nonostante io non lo sopporti.

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