Capitolo 6

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[Lexa POV]

Rimango un po' interdetta quando i suoi occhi incontrano i miei, ciò nonostante la maschera da comandante - come la definita mille volte Anya - funziona e riesco a parlare senza balbettare con un tono freddo e distaccato... almeno così pare.

"Innanzitutto mi volevo scusa per il mio comportamento dell'altro giorno, avevo un impegno e non ho potuto fare diversamente. Poi volevo scusarmi per mia figlia... a volte il suo entusiasmo la rende un po' iperattiva e non si rende conto di quello che fa...", inizio giustificando me stessa e il terremotino di mia figlia.

Questa volta sembra lei ad essere in difficoltà, quasi non si aspettasse questo genere di approccio, ma la sua risposta non tarda ad arrivare.

"Signora Woods, ci mancherebbe... non si deve scusare, né per lei né tantomeno per sua figlia. Anzi, se me lo consente, volevo farle i complimenti...", il suo tono ribatte il mio, anche se sembra incerta sulla scelta della parole.

"Per cosa?", la interrompo evitandole l'imbarazzo.

"Per l'educazione di Maggie, è una bambina molto dolce e adorabile. Per me è stato veramente un piacere incontrarla e poterla aiutare", sospira distogliendo subito lo sguardo, quasi si sentisse a disagio.

"Grazie... a questo proposito spero non le abbia arrecato troppo disturbo... e la ringrazio, a volte sa essere molto testarda. Credo che questa caratteristica l'abbia presa da me", replico e senza volerlo le sorrido timidamente, mettendomi poi a sedere nella sedia vicino alla sua.

Accidenti a me e accidenti a te Griffin, perché sei così gentile ed accomandante, per non parlare della tua bellezza, perché mi scateni queste reazioni incontrollate? Perché?

Non avrei voluto che la conversazione prendesse una simile piega, adesso ho il cuore a mille e non riesco a farlo desistere dalla sua corsa, devo riprendere la mia freddezza, subito... se no non riuscirò a portare a termine questo incontro. Sospiro, cercando di concentrarmi e dopo un paio di secondi mi nascondo di nuovo dietro la mia maschera.

"Ma torniamo allo scopo di questa riunione. Lei non mi conosce, non sono una persona che dispensa complimenti ed elogi così gratuitamente, ma con lei devo fare uno strappo alla regola. Quando ho visto i suoi disegni, la prima cosa a cui ho pensato è stata: abbiamo la collezione primavera/estate 2018...", dico tutto d'un fiato per evitare di balbettare.

La sua espressione rimane indecifrabile, così ne approfitto per continuare il discorso.

"Naturalmente ci sono alcune cose che vorrei sistemare, prima di autorizzarne la realizzazione", concludo passando a lei la palla.

Il suo sguardo spaesato mi fa quasi tenerezza e se non mi nascondessi dietro a questa maschera probabilmente sarei già fuggita a gambe levate. Prima di aprir bocca ci mette un secolo, almeno questo è la mia percezione, in quella frustrante attesa.

"Signora Woods...", comincia titubante.

Odio quando mi chiamano così! Probabilmente sto facendo un errore, ma tutto questo formalismo mi mette ancora più ansia.

"La prego può chiamarmi Lexa, ho sempre odiato le formalità".

"Come vuole, a patto che lei mi chiami Clarke...", annuisco alla sua richiesta abbozzando un timido sorriso.

"Come le stavo dicendo, sono veramente lusingata e la ringrazio moltissimo per la fiducia che ha riposto in me. Detto questo sono aperta a qualsiasi modifica lei voglia apportare a questi modelli, anzi per me sarà un onore lavorare con lei per sistemarli...", mi dice con estremo entusiasmo e con un sorriso splendido sulle labbra.

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