Capitolo 62

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[Clarke POV]

Vedo solo buio, sento solo silenzio. Non so bene dove mi trovo e cosa mi sia successo, non riesco neanche a capire quanto tempo sia passato. Un dolore lancinante alla testa mi tiene compagnia, ricordandomi che tutto questo non è solo un brutto incubo. Provo a muovermi, ma non ci riesco. Il corpo si rifiuta di rispondere ai miei comandi, come se non ne avessi più controllo.

Non so da quando sono in questo stato catatonico, non riesco a valutarlo so solo che tutto questo silenzio comincia a farmi impazzire. La sua intensità è quasi assordante il ché, a pensarci, è ironico.

Ogni tanto mi sembra di sentire una voce, ma è talmente lontana, quasi impercettibile, che penso sia solo frutto della mia immaginazione. Eppure quando non la sento mi manca, come se quella voce fosse la mia ancora di salvezza ed io ne avessi bisogno per uscire da questo buco nero in cui mi trovo.

Ultimamente però qualcosa è cambiato. Sento la voce più nitidamente, quasi fosse più vicina, tal volta riesco persino a capire qualche parola. Quasi io mi stessi aggrappando ad essa, con le unghie e con i denti, per uscire da questo luogo freddo e spaventoso che sembra non voglia farmi andare da nessuna parte. Eppure quella via di fuga sembra così irraggiungibile anche se, apparentemente, così vicina.

Oggi però c'è qualcosa di diverso. Tutto intorno sembra diverso, le voci che ho sentito sono state di più, non ho compreso appieno il loro significato, ma sembrava quasi che mi stessero dicendo addio. Ma perché lo stanno facendo? Forse per me non c'è più speranza e sarò costretta a questo stato per sempre?

A dire il vero, tutto questo non mi importa più di tanto. È bizzarro solo a pensarci, ma quello che mi interessa veramente è sentire la sua voce. La cosa strana è che in tutte quelle di oggi non l'ho ancora sentita, quella di colei che mi ha fatto compagnia tutto questo tempo, quel timbro caldo e rassicurante che ho imparato ad apprezzare.

Mi chiedo come mai non sia venuta. Forse si è semplicemente stancata di fare monologhi con me, visto che io mi ostino a rimanere qui, immobile, senza muovere un muscolo, senza emettere un suono. Non posso certo biasimarla.

In tutto questo mio rimuginare vengo distratta da qualcosa. Ho una sensazione strana... come se qualcuno mi stesse sfiorando la mano per poi stringerla nella propria. E subito dopo sento una lieve carezza sul mio viso. Mi abbandono a quel tocco così caldo e rassicurante. Sono scombussolata, fino ad ora non avevo mai percepito nulla del genere. Il mio corpo sembra risvegliarsi dal lungo letargo, anche se con estrema lentezza. Poi finalmente la sento, quella voce, la sua voce, che tanto mancava all'appello. Non so chi sia, so solo che la sua voce è quella che mi tiene ancora legata a questo mondo.

Le sue parole sono disperate, sta cercando di dirmi qualcosa, di spronarmi a fare qualcosa, ma non riesco a capirne il senso. Come se il mio cervello non riuscisse a connettere bene. Solo alcune frasi riesco a mettere insieme.

"Non ce la faccio! Senza di te non ha più senso niente! Lo so, sono egoista... ma ho bisogno di te come l'aria. Ti amo Clarke, ti amo talmente tanto che il solo pensare di dirti addio mi uccide...", lei mi ama, chiunque sia, lei ama me, ma com'è possibile che io non mi ricordi di lei?

Poi come in un puzzle che costruisco pezzo per pezzo, riesco ad afferrare il senso di ogni sua frase.

"Tu sei la mia parte migliore, tu mi hai insegnato ad amare, con la 'A' maiuscola, tu mi hai insegnato a vivere, tu sei la mia gioia e la mia felicità, tu mi completi amore mio... insieme a te siamo noi. E se tu non ci sei più, tutto questo non avrebbe più senso. Non riuscirei più a vivere, non riuscirei più ad amare, non sarei più felice, perché solo tu lo rendevi possibile".

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