Capitolo 19

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[Raven POV]

Mentre aspetto che Anya e Octavia escano dai camerini mi faccio aiutare da Nylah per sistemare tutta l'attrezzatura.

A molti sembrerà una cavolata fare un photoshoot, invece serve moltissima attrezzatura oltre la macchina fotografica - che tra parentesi non ne basta solo una - ci vogliono i faretti, i teloni per la scenografia e a volte è utile avere anche della buona musica in sottofondo.

Mentre Nylah sistema le luci, io dispongo sul tavolo i miei gioielli: la mia reflex, la Diana Mini e La Sardina, non si sa mai.

Per chi non lo sapesse la Diana Mini è una macchina fotografica ultra compatta che permette di fare foto soft-focused, immagini a bassa risoluzione in 35mm e vi permette di cambiare dal mezzo formato al formato quadrato con una semplice levetta. Mentre La Sardina mi ha salvato la vita molte volte, la Diana è molto potente ma è delicata e a volte si rompe lo sprocket, ma La Sardina - nonostante il nome veramente ridicolo - è un fenomeno. Permette di scattare con qualsiasi tipo di pellicola 35 mm, ha un obiettivo grandangolare e un tasto per il riavvolgimento che ti permette di realizzare suggestive esposizioni multiple.

Scuoto la testa, pensando alla mia passione/ossessione per la fotografia. Molti mi definirebbero malata... e forse lo sono davvero.

Quando alzo gli occhi dal bancone vedo uscire Anya da dietro il telo che ha sistemato Nylah.

Il mio cuore si ferma per un attimo, rimanendo letteralmente senza fiato. È veramente mozzafiato. Non riesco a controllare le reazioni del mio corpo, ritrovandomi così a bocca aperta e con lo sguardo fisso su di lei, quasi fossi una pervertita.

"Ti consiglio di chiudere la bocca Rae... e poi prendi questo... stai letteralmente sbavando...", mi sussurra all'orecchio Nylah passandomi una salvietta.

"Ma che dici? Io non sto sbavando. Io sono una professionista. E di donne bellissime ne ho viste moltissime...", mormoro seccata, cercando di farmi sentire dalle altre.

"Se lo dici tu...", ribatte scettica con un sorriso sardonico sul volto.

"Nylah, piantala e vatti a cambiare che dopo dobbiamo fare delle altre foto!", le ordino alzando la voce.

"Agli ordini signora... signorsì signora", mi fa il saluto da militare prendendomi in giro.

La fulmino con lo sguardo prima di tornare alle due ragazze appena entrate in studio.

"O, ti prego non fiatare", alzo il braccio e interrompo i pensieri della mia amica ancor prima che potesse aprir bocca.

Per un attimo incrocio lo sguardo di Anya, sembra divertita dal mio disagio. E come darle torto mi sto comportando come una ragazzina alla prima cotta.

Ahhh... piantala e riprendi la redini Reyes... e anche in fretta...

"Octavia, mentre spiego brevemente ad Anya cosa mi aspetto da lei, puoi mettere della musica...", affermo ritrovando la mia determinazione.

"Sissignora!", ribatte ridendo.

"Ahhh, ma che cavolo avete oggi?", sbuffo.

Mi avvicino ad Anya e, senza pensarci, le afferro la mano. Proprio come quella dannata sera, quando io ho mandato a puttane il nostro appuntamento. Dio, quella sera sono stata una completa imbecille. Lei aveva bevuto, forse un po' troppo, ma ciononostante è riuscita ad aprirsi, facendomi chiaramente capire che voleva qualcosa di più di un rapporto di amicizia... ed io, come una stupida, mi sono rifugiata dietro la mia corazza, facendo la stronza, stuzzicandola con frecciatine assurde, senza mai darle una vera risposta fino a fine serata, quando ho veramente toccato il fondo, mentendole mentre la guardavo negli occhi. Ricordo ancora parola per parola di quello che le ho detto e da quel momento non ho fatto altro che rimpiangerle.

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