Capitolo 52

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[Lexa POV]

Dopo più di otto ore di volo atterriamo all'aeroporto di Parigi, il Charles de Gaulle. Siamo ancora sull'aeromobile sedute composte nei nostri posti. Ascoltiamo con pazienza le informazioni del capitano. Il quale ci dà il benvenuto nella capitale francese, informandoci del tempo a terra e delle ore di fuso orario. Controllo l'orologio e a Chicago sono le sette e venti di sera, mentre qui sono le due e venti di notte.

Il volo è stato tranquillo anche se non sono riuscita a chiudere occhio. Fortunatamente Maggie si è addormentata quasi subito, almeno lei si è riposata un po' ed io mi sono risparmiata altre domande a cui, probabilmente, non avrei saputo rispondere.

Una volta recuperato i bagagli, ci dirigiamo verso l'uscita. Agli arrivi troviamo ad attenderci Costia che, quando vede la piccola, si illumina. Maggie ci mette un po' ad individuarla, ma appena lo fa il suo sorriso si allarga e le corre incontro abbracciandola. Sorrido vendendole così affiatate.

Io e Costia abbiamo avuto diversi problemi. Il nostro divorzio non è stato semplice e neanche tanto amichevole, ma in qualche modo - forse per il bene di Maggie - abbiamo risolto tutti i nostri dissapori, riuscendo quasi ad essere amiche.

"Ehi straniere... bienvenue à Paris", ci dice abbracciando anche me.

"Grazie...", sussurro.

Stranamente, mi sento a disagio e non so neanche io il motivo. Forse sarà la stanchezza.

"Ragazze andiamo, Alfred ci aspetta. Poi immagino che sarete stanche...".

"Io no mamy ho dormito per tutto il viaggio", interviene nostra figlia con il suo solito entusiasmo.

Ma dove cavolo la prende tutta questa energia? Io sono a pezzi. Mi sa proprio che sto diventando vecchia!

"Tesoro, è notte fonda. Sono contenta che tu ti sia riposata durante il volo, ma fidati di me... è meglio se adesso vi porto a casa e andiamo tutte a nanna. Credo che qualcuno ne abbia veramente bisogno", dice Costia posando lo sguardo su di me.

Maggie segue lo sguardo di sua madre arrivando direttamente al mio. Il suo sorriso si spegne di colpo, facendomi sentire in colpa.

"Ha ragione mamy sai Maggie? Io sono stanca, lo sai che non riesco a riposare bene quando prendo l'aereo. E poi... dobbiamo fare i conti con il jet-lag, quando ci sveglieremo sarà un disastro... oddio, almeno per me", cerco di farle tornare il sorriso sfoderando la mia ironia.

"Io non avrò problemi io sono giovane, mica come voi...", esclama con un finto tono di superiorità che ci fa scoppiare in una fragorosa risata.

Una volta uscite dall'aeroporto ci mettiamo circa mezzora ad arrivare alla casa francese dei Green.

Essendo notte fonda a parte noi e Alfred non c'è nessuno in piedi, così silenziosamente Costia fa gli onori di casa mostrandoci le nostre stanze.

Maggie ci dà la buonanotte con un bacio ed un abbraccio e poi sparisce nella sua stanza lasciando me e Costia da sole. Prima che la situazione diventi, oltremodo, imbarazzante decido di parlare.

"Costia, grazie di tutto...".

"Lex, è un piacere. Lo sai che per me passare un po' di tempo con Maggie è il massimo...", replica con un sorriso.

"Lo so, però così, all'improvviso, senza neanche una spiegazione...", tento di spiegarle tutto, ma le parole mi muoiono in gola.

"Ascolta, per me è ok e anche per la tua ex suocera, che continua a stravedere per te...", alza gli occhi al cielo sull'ultima frase facendomi sorridere.

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