Capitolo 33

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[Lexa POV]

Se penso a stanotte mi vengono ancora i brividi. Sono ancora in balia di tutte quelle emozioni intense da cui sono stata travolta la scorsa notte. Amare Clarke ed essere amata da lei mi rende felice, come da tempo non mi succedeva. Mi rende viva, ottimista, ma soprattutto completa.

Non ho dormito molto, forse un paio d'ore, ciò nonostante mi sono svegliata presto, e trovando Clarke ancora tra le mie braccia ho cominciato a sorridere e non ho più smesso. È da allora che la sto guardando dormire. La sua espressione serena mi mette serenità, a volte fa delle espressioni buffissime che mi fanno ridere ancora di più. È veramente adorabile. 

Continuo a pensare che sia la donna più bella e meravigliosa di questo mondo e a quanto io sia fortunata ad averla incontrata.

Forse Anya aveva ragione: gli incontri della tua vita non sono mai casuali, succedono per un motivo. E il mio motivo è l'amore.

Guardo l'orologio e mi accorgo che sono già le nove. Mi piacerebbe lasciarla dormire ancora un po', ma dobbiamo alzarci. Oggi, contrariamente ai miei piani, dobbiamo tornare al Palace, sono sorti dei problemi con i montatori e non abbiamo molto tempo per risolverli... domani abbiamo la sfilata. Poi, come se non bastasse, io non le ho ancora chiesto se è disposta a fare da modella.

Le accarezzo la guancia con dolcezza prima di posare le mie labbra sulle sue.

La sento mugolare contro la mia bocca, prima di rispondere rapita al mio bacio. La morbidezza delle sue labbra mi stupisce tutte le volte. Adoro sentirle a contatto con le mie, assaggiare il suo sapore che mi inebria i sensi. Vorrei poter rimane qui, in questo letto, a baciarla tutto il giorno, ma non possiamo.

"Buongiorno dormigliona", sussurro rubandole un altro bacio.

"'Giorno...", borbotta ancora assonnata stiracchiandosi.

"Dormito bene?".

"Divinamente...", replica aprendo gli occhi strappandomi un altro sorriso.

La guardo per un altro momento prima di sorriderle ancora.

"E tu? Come hai dormito?".

"Benissimo... anche se a dire il vero sono già sveglia da un paio d'ore".

"Come mai ti sei svegliata così presto? Non stai bene?", mi chiede alzandosi subito a sedere preoccupata.

"No, Clarke, sto benissimo. È solo che mi piace guardarti dormire, sembri un angelo quando dormi...".

"Lexa, non ti azzardare mai più a farmi venire un colpo del genere, mi stavi facendo morire di paura...", mi dice tirandomi uno schiaffetto sul braccio.

"E poi io non sembro... sono un angelo...", continua fingendo un broncio adorabile.

"Vieni qui", l'abbraccio e la tiro su di me per un altro bacio.

"Ti amo, sai?", sussurro sulle sue labbra.

"Beh, il sospetto mi era venuto...", replica cominciando a ridere trascinando poi anche me.

"Anche se non ne ho voglia... dobbiamo alzarci. È già tardi...".

"Tu sì che sai come ammazzare il romanticismo!", esclama corrucciata.

"Clarke...", cerco di farla ragionare con il mio richiamo.

"Hai ragione capo!", esclama mettendosi sull'attenti.

"Ti prego, non ti ci mettere pure tu a chiamarmi così, basta Anya".

"Ok, sarà fatto capo", continua mettendosi a ridere.

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