Capitolo 34

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[Clarke POV]

Una tenera carezza mi sveglia, seguita da due morbide labbra che cercano timidamente le mie. Dei lamenti sconnessi mi escono dalla bocca, fatico a connettere, ma poi mi lascio conquistare dalle sue carezze e mi faccio rapire dal suo bacio. Assaporo le sue labbra, sono dolci, succose, mi fanno impazzire. Continuano a muoversi sulle mie ed io mi rendo conto di non poterne più fare a meno. Stanno diventando la mie droga.

Sospiro beandomi di quel dolce contatto finché non sento la sua voce mormorare tra un bacio e l'altro.

"Buongiorno dormigliona".

"'Giorno...", borbotto ancora con la voce impastata.

Mi stiracchio leggermente emettendo suoni buffi.

"Dormito bene?".

"Divinamente...", dico aprendo finalmente gli occhi per perdermi nel suo stupendo sorriso.

Credo che sia il buongiorno migliore di sempre.

"E tu? Come hai dormito?", le chiedo curiosa.

"Benissimo, anche se a dire il vero sono già sveglia  da un paio d'ore".

"Come mai ti sei svegliata così presto? Non stai bene?".

Mi metto a sedere inchiodando il mio sguardo al suo. Il mio tono è preoccupato e come non potrebbe esserlo. Mi sono sempre preoccupata per lei, figuriamoci adesso.

"No, Clarke, sto benissimo, è solo che mi piace guardarti dormire, sembri un angelo quando dormi...".

Oh cavolo, mi farà venire un infarto una di queste volte.

"Lexa, non ti azzardare mai più a farmi venire un colpo del genere, mi stavi facendo morire di paura...", le dico colpendola su un braccio.

"E poi io non sembro... sono un angelo...", preciso fingendo di essere arrabbiata.

"Vieni qui", sussurra prima di abbracciarmi e baciarmi di nuovo.

"Ti amo, sai?", le sue parole mi fanno tremare.

"Beh, il sospetto mi era venuto...", replico ironicamente cercando di sviare il mio più totale imbarazzo.

Cominciamo a ridere come delle pazze. Penso proprio che mi potrei abituare a questa vita.

"Anche se non ne ho voglia... dobbiamo alzarci. È già tardi...".

Ed eccola lì... con poche parole, infrange tutti i miei sogni.

"Tu sì che sai come ammazzare il romanticismo!", esclamo imbronciata.

"Clarke...", obietta.

"Hai ragione capo!", ribatto scattando sull'attenti cercando di non ridere.

"Ti prego, non ti ci mettere pure tu a chiamarmi così, basta Anya".

"Ok, sarà fatto capo", lo ridico prendendomi gioco di lei.

Mi fulmina con lo sguardo, ma è più forte di me, scoppio a ridere divertita.

Mentre si allontana per prepararsi continua a scuotere la testa, ma intravedo un mezzo sorriso. Così corro da lei e le rubo un bacio veloce, prima di anticiparla chiudendomi in bagno, non curandomi delle sue assurde proteste.

Tra un bacio ed un abbraccio riusciamo ad uscire da quella camera. Facciamo colazione e, in men che non si dica, siamo già nella berlina dirette al Palace.

Nonostante la felicità di questa mattina, la vedo assorta nei pensieri. Per me rimarranno sempre un mistero i suoi cambi di umore.

"Lexa, a che pensi?", cedo alla mia curiosità.

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