Capitolo 20

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[Clarke POV]

Dopo aver fatto colazione insieme, riusciamo a salire sull'auto, che è venuta a prenderci, quasi in orario. La durata del viaggio, verso la location prevista per la sfilata sulla Highland Knolls Drive, è di poco più di mezz'ora.

Ogni tanto i miei occhi ricadono su di lei. Per tutto il tragitto è rimasta in silenzio, con lo sguardo perso verso il finestrino.

Neanche io sono stata molto loquace. Ho rispettato il suo silenzio. Anche perché, dopo questa notte, non avrei saputo cosa dire.

Quando varchiamo i cancelli di Palacio Maria, rimango completamente a bocca aperta. È un posto veramente da urlo.

"Wow...", affermo senza nemmeno rendermene conto.

"Eh già... la prima volta che sono venuta qui ho detto la stessa cosa", sussurra Lexa con un filo di voce.

Mi volto verso di lei e la vedo sorridermi, di riflesso faccio lo stesso. Il suo volto sembra rilassato e pieno di speranza. E la cosa ha dell'incredibile, considerando il fatto di quanto entrambe abbiamo dormito questa notte. Non so lei, ma io veramente poco e male. Comunque, mi godo per un attimo la spensieratezza che mi sta trasmettendo e proprio in quell'istante decido di chiudere i miei sentimenti in un cassetto. Non è il momento, e forse non lo sarà mai. Quello che so è che non voglio perderla, né ora né mai.

Appena entrate nel complesso ci dividiamo.

Lexa parla con la direzione, mentre io vengo subito accompagnata nel salone centrale - Mary - dove presumibilmente avverrà l'evento. 

Non ho mai visto niente di così enorme e sontuoso, rimango letteralmente a bocca aperta. Mi guardo intorno, notando subito che la sala dispone di un sistema video all'avanguardia, ottimo per la stampa e le riprese della sfilata. Dopo aver perso qualche altro minuto nei dettagli di quella magnifica struttura, l'hostess che mi è stata assegnata – Clary, penso si chiami - mi accompagna in un ufficio, gentilmente offerto dalla direzione, lasciandomi sola al mio lavoro. 

Mi dò subito da fare. Mi attacco ad internet e faccio le mie ricerche. Come prima cosa chiamo subito la ditta locale Arkadia, specializzata nel montaggio di strutture scenografiche, come passerelle, impianto luci e il dietro le quinte. Poi è la volta dell'agenzia delle modelle e la sartoria. Infine contatto la stampa. 

Sono talmente presa tra fare e ricevere telefonate che il tempo vola senza che me ne accorga. Guardo l'ora e sono già le cinque del pomeriggio.

"Ah perfetto... ecco perché il mio stomaco brontola, ho saltato il pranzo", mormoro tra me e me.

Mi alzo dalla sedia ed esco fuori per sgranchirmi un po' le gambe.

Arrivo in giardino e mi dirigo verso il bellissimo gazebo. La cura dei dettagli, in questo posto, è veramente spettacolare. Forse a causa del sole o della stagione, i colori che mi circondano sono stupendi.

Mentre passeggio inebriandomi del profumo dei fiori e delle piante, mi chiedo come sia andata la giornata di Lexa. La mia è stata decisamente frenetica, immagino che la sua non sia stata da meno. Non la sento da stamattina e, anche se voglio nascondermi dietro un dito, il fatto che mi manchi da morire è un concetto che non riesco a far sparire.

Sospiro mentre la mia mente è impegnata a negare l'evidenza. Posso anche chiudere i miei sentimenti nel cassetto, ma è una fatica inutile. Amo Lexa e sono terrorizzata dal fatto che ogni istante che passa questo amore aumenti sempre di più.

Il groviglio di pensieri mi annebbia la mente, sono talmente assorta che, quando qualcuno mi sfiora la spalla per richiamarmi, sussulto.

Mi giro di scatto con il cuore a mille per lo spavento. Quando incontro quel meraviglioso verde che mi sorride, il batticuore continua sempre più frenetico, ma non più per il timore, per lei, la mia migliore amica, la mia famiglia... l'amore della mia vita.

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