[Lexa POV]
Una volta accompagnati i ragazzi a scuola, mi sono rimessa in macchina per andare alla Woods Design. Il viaggio non è per niente sereno, il peso dei miei pensieri continua ad assillarmi. Sono talmente sbadata che per ben due volte mi sono incantata sotto il semaforo verde. Beh, ovviamente i newyorchesi non me l'hanno fatta passare liscia e ovviamente il risultato poteva essere solo uno: mi hanno tramortita con i loro fastidiosi clacson, e meno male che erano solo macchine e non camion, se no con il bitonale avrei rischiato l'infarto?!
Comunque in un modo o nell'altro sono riuscita a varcare la soglia dell'azienda. Arrivata al piano, appena metto un piede fuori dell'ascensore, Anya mi viene incontro con un'espressione truce sul viso. L'idea di rintanarmi di nuovo nella cabina e scappare mi sfiora, ma alla fine non lo faccio.
"Oh finalmente Lexa, alla buonora. Ma ti sembra questa l'ora di arrivare? Con tutto quello che c'è da fare. Poi oggi non è proprio giornata, ci sono un sacco di problematiche da risolvere e tu ti presenti a quest'ora? La sfilata di Boston, quella in Canada e quella a Los Angeles, per non parlare di quella Houston...", mi rimprovera tutta di un fiato.
"Buongiorno anche a te, Anya", le dico con un sorriso fingendo di non aver sentito una parola.
"Sì, sì, sarà stato un buongiorno per te, non certo per me...", sbuffa mentre ci dirigiamo nel mio ufficio.
Continua a blaterare senza sosta e stranamente la cosa mi rilassa. Mi distoglie da pensieri inopportuni e mi riporta sulla strada della concentrazione, anche se non ho la più pallida idea di cosa questo possa comportare.
Il suo panico per i casini odierni mi fa quasi ridere, il che non mi rende molto normale. Mi levo la giacca e poso la ventiquattrore sulla scrivania avendo cura di prendere fuori i documenti di cui avrei avuto bisogno. Il tutto con estrema lentezza.
"Ooh, Lexa? Ma mi stai ascoltando? O pensi ai cazzi tuoi?", mi chiede sardonica sventolandomi una mano davanti al viso per richiamare la mia attenzione.
"Onestamente no, non ti stavo ascoltando, ma grazie Anya, credo che il tuo blaterale mi abbia appena rallegrato la giornata!", replico con un tono canzonatorio.
"Scherzi vero? Ho appena passato dieci minuti buoni a farti il resoconto e non hai sentito una fottuta parola di quello che ho detto?", sbotta seccata.
Annuisco stampandomi un sorriso balordo sul viso. Lexa, se stai cercando un modo per fare arrabbiare Anya, ti informo che ci stai riuscendo alla grande.
"Ma sei ubriaca Lexa? No, perché quella faccia da scema potrebbe essere equivoca!".
"Anya grazie per il complimento, sempre molto carina... ma no, non sono ubriaca, lo sai che non posso bere più di tanto...".
"E allora mi spieghi che hai?", continua a sondare il campo.
"Non ho niente, è solo che ho avuto una nottataccia e ho dormito poco. Tutto qui. Ora scusami, potresti ripetermi dei grossi problemi che sono emersi questa mattina?", la sprono a ripetermi il resoconto.
"Credo che tu debba aumentarmi lo stipendio... il motivo: sopportazione del capo nelle fasi lunari".
"Nei tuoi sogni An...".
"Io ci ho provato. Comunque dicevo che abbiamo dei grossi problemi per le sfilate del Canada e di Houston. Senza contare che quella pazza della TUA fotografa sta incasinando in modo pazzesco l'agenda del Photoshoot", afferma esasperata.
"Scusa ma quella pazza del MIA fotografa, non è anche quella che ti piace tanto e con la quale TU, proprio TU, sei uscita?", giro il coltello nella piaga.
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Back to Me
FanfictionUna tragedia costringerà due donne, inconsapevoli di essere unite da un filo indissolubile, a conoscersi. Il loro rapporto, difficile fin dal principio, diventerà qualcosa di inaspettato per entrambe. Riusciranno a gestire i proprio sentimenti? Se...